Il magnifico viaggio - volume 5

20 25 L ipocrisia del genero e l ostilità della figlia 30 35 40 45 50 55 cui ogni momento vedevasi il guanto di cotone allungarsi a tradimento e togliervi la roba dinanzi. L intimidiva pure la cravatta bianca del genero, le credenze alte e scintillanti come altari, e la tovaglia finissima, che s aveva sempre paura di lasciar vi cadere qualche cosa. Tanto che macchinava di prendere a quattr occhi la figliuo la, e dirle il fatto suo. Il duca, per fortuna, lo tolse d impiccio, dicendo ad Isabella, dopo il caffè, col sigaro in bocca e il capo appoggiato alla spalliera del seggiolone: «Mia cara, d oggi innanzi credo che sarebbe meglio far servire papà nelle sue stanze. Avrà le sue ore, le sue abitudini Poi, col regime speciale che richiede il suo stato di salute .10 «Certo, certo , balbettò don Gesualdo. «Stavo per dirvelo Sarei più contento anch io Non voglio essere d incomodo . «No. Non dico per questo. Voi ci fate a ogni modo piacere, caro mio . Egli si mostrava proprio un buon figliuolo col suocero. Gli riempiva il bicchie rino; lo incoraggiava a fumare un sigaro; lo assicurava infine che gli trovava mi glior cera, da che era arrivato a Palermo, e il cambiamento d aria e una buona cura l avrebbero guarito del tutto. Poi gli toccò anche il tasto degli interessi. Mostravasi giudizioso; cercava il modo e la maniera d avere il piacere di tenersi il suocero in casa un pezzo, senza timore che gli affari di lui andassero a rotta di collo 11 Una procura generale una specie d alter ego 12 Don Gesualdo si sentì morire il sorri so in bocca. Non c era che fare. Il genero, nel viso, nelle parole, sin nel tono della voce, anche quando voleva fare l amabile e pigliarvi bel bello, aveva qualcosa che vi respingeva indietro, e vi faceva cascar le braccia, uno che avesse voluto buttar gliele al collo, proprio come a un figlio, e dirgli: «Tè! per la buona parola, adesso! Pazienza il resto! Fai quello che vuoi! . Talché don Gesualdo scendeva raramente dalla figliuola. Ci si sentiva a disagio col signor genero; temeva sempre che ripigliasse l antifona13 dell alter ego. Gli man cava l aria, lì fra tutti quei ninnoli. Gli toccava chiedere quasi licenza al servitore che faceva la guardia in anticamera per poter vedere la sua figliuola, e scapparsene appena giungeva qualche visita. L avevano collocato in un quartierino al pian di sopra, poche stanze che chiamavano la foresteria, dove Isabella andava a vederlo ogni mattina, in veste da camera, spesso senza neppure mettersi a sedere, amore vole e premurosa, è vero, ma in certo modo che al pover uomo sembrava d essere davvero un forestiero. Essa alcune volte era pallida così che pareva non avesse chiuso occhio neppur lei. Aveva una certa ruga fra le ciglia, qualcosa negli occhi, che a lui, vecchio e pratico del mondo, non andavan punto a genio. Avrebbe volu to pigliarsi anche lei fra le braccia, stretta stretta, e chiederle piano in un orecchio: «Cos hai? dimmelo! Confidati a me che dei guai ne ho passati tanti, e non posso tradirti! . Ma anch essa ritirava le corna come fa la lumaca. Stava chiusa, parlava di rado anche della mamma, quasi il chiodo le fosse rimasto lì, fisso accusando lo sto maco peloso dei Trao,14 che vi chiudevano il rancore e la diffidenza, implacabili! 10 Mia cara salute: il duca si esprime con un linguaggio falso e cerimonioso, che connota la sua indole ipocrita e affettata. 11 senza timore collo: senza preoccuparsi se i suoi affari andavano male. 12 alter ego: l autorizzazione a operare per proprio conto. In questo caso, viene richiesta a Gesualdo la rinuncia a curare i propri interessi a causa delle sue condizioni di salute. 13 l antifona: il discorso ripetuto continuamente. 14 accusando Trao: rivelando la ritrosia (lo stomaco peloso) tipica dei Trao. «Nel linguaggio parlato il pelo indica una sorta di fascia, di pelle o di pelliccia, in cui si av- volge il segreto, che quindi non si diffonde all esterno, si contiene dentro lo stomaco, ivi chiuso, e impenetrabile (Di Salvo). Il rancore della figlia Isabella è dovuto all imposizione subita da parte del padre Gesualdo, il quale aveva ostacolato il suo amore per il cugino Corrado, imponendole un matrimonio non voluto con il duca di Leyra. L AUTORE / GIOVANNI VERGA / 283

Il magnifico viaggio - volume 5
Il magnifico viaggio - volume 5
Dal secondo Ottocento al primo Novecento