Mastro-don Gesualdo

VIDEO Il ciclo dei Vinti: Mastro-don Gesualdo | Mastro-don Gesualdo | Dopo la parentesi costituita dal romanzo minore Il marito di Elena (1882), una stanca ripresa dei motivi erotico-mondani tipici della produzione milanese, Verga torna al progetto dei Vinti e al mondo rusticano della Sicilia. Il frutto di questo lavoro, al termine di una lunga elaborazione, è Mastro-don Gesualdo, pubblicato sulla rivista Nuova Antologia nel 1888 e in volume nel 1889. La trama Ambientato nella prima parte dell Ottocento, il romanzo vede come protagonista Gesualdo Motta, un manovale siciliano che, grazie alla sua ambizione, diventa un proprietario terriero, meritandosi anche il titolo di don , riservato ai notabili. Arricchitosi superando avversità d ogni sorta, egli è però circondato dalla malignità e dall invidia dei rivali e dei parenti, specialmente quando decide di recidere il legame con l ambiente dal quale proviene (abbandonando anche la serva-amante Diodata, dalla quale ha avuto due figli) e di sposare una nobile decaduta, Bianca Trao, pur di suggellare la propria ascesa sociale. Questo matrimonio segna l inizio della fine per Gesualdo: la moglie lo considera un estraneo e la figlia Isabella (probabilmente non sua) non gli riserva affetto, anche perché costretta a sposare un vecchio nobile cinico e spiantato, il duca di Leyra, pur amando il cugino Corrado. Rinchiusosi sempre più in sé stesso dopo la morte di Bianca, Gesualdo si ammala. Solo e disprezzato da tutti, viene portato nel palazzo palermitano dove vivono la figlia e il genero, il quale scialacqua le ricchezze che il suocero ha accumulato. Muore infine tra atroci sofferenze, schernito dalla servitù. L ambientazione eterogenea Al posto della piccola comunità che fa da sfondo alle vicende dei Malavoglia, qui è descritto il quadro più complesso di un borgo rurale in cui si muovono individui diversi appartenenti alle varie classi sociali. Nuovi ricchi si mescolano a umili artigiani e contadini, aristocratici a faccendieri ed esponenti del clero, ma tutti indistintamente nobili, borghesi e plebei risultano asserviti a una sola, gretta morale utilitaristica. Ognuno, infatti, appare chiuso nell ossessiva difesa del proprio egoistico interesse, schiavo di una vera e propria religione della «roba che ha rimosso ogni idea di Dio e sacrificato affetti e legami. La sconfitta di un arrampicatore sociale Anche Gesualdo ha consacrato la propria vita al feticcio dei beni materiali, integrandosi con apparente successo nel meccanismo del profitto. A prima vista, egli è un personaggio epico e, al tempo stesso, romanzesco, il prototipo dell arrampicatore di successo che è riuscito a scalare le vette più alte della gerarchia sociale. Tuttavia, nell emanciparsi dalla povertà, ha preparato il proprio fallimento come uomo: non soddisfatto della ricchezza accumulata, ha preteso di essere accolto tra i potenti, sancendo la sua nuova posizione con un matrimonio di interesse. Non solo però egli sarà rifiutato dai nobili, ma verrà ripudiato anche dalla famiglia d origine, che si sentirà tradita e sconfessata. Da questo punto di vista, il trattino che Verga appone nel titolo tra gli epiteti di «Mastro e «don non costituisce un dettaglio ortografico irrilevante, ma rappresenta la condizione in cui vive il protagonista, a metà tra due mondi inconciliabili, che lo respingono: troppo ricco per essere un villano come gli altri, troppo umile di nascita per poter essere accettato dal mondo della nobiltà. La disfatta degli ideali Gesualdo è dunque, negli affetti, un vinto , condannato dalla sua stessa ambizione e dal destino che si abbatte inesorabilmente su quanti scelgono di abbandonare la propria condizione tradendo il codice severo delle origini popolari e contadine. E, per di più, Gesualdo è un vinto anche nella sua «roba , che ha accumulato con tanta parsimonia e, ormai morente, vede dissipata dal genero. Nella figura del protagonista, Verga rispecchia tut- L AUTORE / GIOVANNI VERGA / 281

Il magnifico viaggio - volume 5
Il magnifico viaggio - volume 5
Dal secondo Ottocento al primo Novecento