Il magnifico viaggio - volume 5

135 140 145 150 E non l aveva davvero. Ché in tasca non teneva mai 12 tarì, tanti ce ne voleva no per far fruttare tutta quella roba, e il denaro entrava ed usciva come un fiume dalla sua casa. Del resto a lui non gliene importava del denaro; diceva che non era roba, e appena metteva insieme una certa somma, comprava subito un pezzo di terra; perché voleva arrivare ad avere della terra quanta ne ha il re, ed esser meglio del re, ché il re non può né venderla, né dire ch è sua. Di una cosa sola gli doleva, che cominciasse a farsi vecchio, e la terra doveva lasciarla là dov era. Questa è una ingiustizia di Dio, che dopo di essersi logorata la vita ad acquistare della roba, quando arrivate ad averla, che ne vorreste ancora, dovete lasciarla! E stava delle ore seduto sul corbello, col mento nelle mani, a guardare le sue vigne che gli verdeggiavano sotto gli occhi, e i campi che ondeg giavano di spighe come un mare, e gli oliveti che velavano la montagna come una nebbia, e se un ragazzo seminudo gli passava dinanzi, curvo sotto il peso come un asino stanco, gli lanciava il suo bastone fra le gambe, per invidia, e borbottava: «Guardate chi ha i giorni lunghi! costui che non ha niente! . Sicché quando gli dissero che era tempo di lasciare la sua roba, per pensare all a nima, uscì nel cortile come un pazzo, barcollando, e andava ammazzando a colpi di bastone le sue anitre e i suoi tacchini, e strillava: «Roba mia, vientene con me! . DENTRO IL TESTO Mazzarò e l adorazione feticistica della roba Dal successo all angoscia L artificio dello straniamento I contenuti tematici Il protagonista della Roba, Mazzarò, vive esclusivamente per i beni materiali, considerati alla stregua di amanti fedeli. Privo di altri affetti e sentimenti, egli trova in essi una sorta di religioso risarcimento della propria solitudine. Senza moglie né figli, non conosce la pietà per il prossimo (si pensi a come tratta i sottoposti) né l amore filiale; la sua esistenza è simile a quella di un asceta che non si concede nulla: non ha vizi, non beve, non fuma, non ha interesse per le donne. Consacratosi a un destino irrevocabile (Quando uno è fatto così, vuol dire che è fatto per la roba, r. 90), la sua scelta è premiata dal successo (Ed anche la roba era fatta per lui, r. 91), giusto riconoscimento alla sua dedizione, alla sua energia infaticabile, al suo martirio. Alla stregua di un eroe epico o di un cavaliere medievale, Mazzarò ignora infatti le tentazioni e non abbandona mai la vita povera , logorando i suoi stivali (rr. 87-88), andando in giro, sotto il sole e sotto la pioggia (r. 87), ossessionato da un unico pensiero: accumulare. In questa spasmodica ricerca, egli non si pone limiti, spostando sempre più in alto l asticella dell ambizione fino a non temere il confronto con nessuno (voleva arrivare ad avere della terra quanta ne ha il re, ed esser meglio del re, rr. 139-140). Quando si avvicina la morte, però, il destino di Mazzarò si capovolge: da vincitore a vinto, sconfitto dalla legge inesorabile della natura e deciso a trascinare con sé nell abisso del nulla anche la sua roba. Invidioso della gioventù altrui, seduto malinconicamente col mento nelle mani (r. 144) a guardare le sue terre, egli prorompe in un urlo forsennato («Roba mia, vientene con me! , r. 152) e, con un gesto estremo, al tempo stesso tragico e comico, ammazza a colpi di bastone le sue bestie. Il suo atteggiamento quasi di devozione religiosa verso l accumulazione dei possedimenti terrieri, forse ritenuti un mezzo per tendere all eternità, si scontra con il tradimento della morte, la quale separa la soggettività del suo io, destinato ormai alla fine, e l oggettività della roba, che gli sopravvive, indifferente a lui e alla sua logica esistenziale. Le scelte stilistiche A differenza dell oppresso Rosso Malpelo, che la società condanna alla marginalità, Mazzarò è un oppressore , ma eroe di un mondo che ne riconosce i valori e per questo lo ri- L AUTORE / GIOVANNI VERGA / 279

Il magnifico viaggio - volume 5
Il magnifico viaggio - volume 5
Dal secondo Ottocento al primo Novecento