Il magnifico viaggio - volume 5

155 160 165 170 Il processo durò tre anni, nientemeno! tre anni di prigione e senza vedere il sole. Sicché quegli accusati parevano tanti morti della sepoltura, ogni volta che li conducevano ammanettati al tribunale. Tutti quelli che potevano erano accorsi dal villaggio: testimoni, parenti, curiosi, come a una festa, per vedere i compaesa ni, dopo tanto tempo, stipati nella capponaia42 ché capponi davvero si diventava là dentro! e Neli Pirru doveva vedersi sul mostaccio43 quello dello speziale, che s era imparentato a tradimento con lui!44 Li facevano alzare in piedi ad uno ad uno. «Voi come vi chiamate? E ciascuno si sentiva dire la sua, nome e cognome e quel che aveva fatto. Gli avvocati armeggiavano, fra le chiacchiere, coi larghi mani coni pendenti, e si scalmanavano, facevano la schiuma alla bocca, asciugandosela subito col fazzoletto bianco, tirandoci su una presa di tabacco. I giudici sonnec chiavano, dietro le lenti dei loro occhiali, che agghiacciavano il cuore. Di faccia erano seduti in fila dodici galantuomini,45 stanchi, annoiati, che sbadigliavano, si grattavano la barba, o ciangottavano46 fra di loro. Certo si dicevano che l avevano scappata bella a non essere stati dei galantuomini di quel paesetto lassù, quando avevano fatto la libertà. E quei poveretti cercavano di leggere nelle loro facce. Poi se ne andarono a confabulare fra di loro, e gli imputati aspettavano pallidi, e cogli occhi fissi su quell uscio chiuso. Come rientrarono, il loro capo, quello che par lava colla mano sulla pancia, era quasi pallido al pari degli accusati, e disse: «Sul mio onore e sulla mia coscienza!... Il carbonaio, mentre tornavano a mettergli le manette, balbettava: «Dove mi conducete? «In galera? «O perché? Non mi è toccato neppure un palmo di terra! Se avevano detto che c era la liberta!... 42 capponaia: la gabbia dove sono rin- chiusi gli imputati. 43 sul mostaccio: di fronte al viso. 44 che s era con lui: cioè che l aveva tradito con la moglie. 45 galantuomini: si tratta dei giurati. 46 ciangottavano: mormoravano. DENTRO IL TESTO Una rappresentazione corale In medias res I contenuti tematici L immagine demoniaca di una donna inferocita inaugura la descrizione della rivolta: una strega, coi vecchi capelli irti sul capo, armata soltanto di unghie (rr. 7-8). la prima di una serie di figure messe sulla scena senza una precisa visione gerarchica: nella moltitudine dei ribelli non affiora un singolo protagonista. Al contrario, un soggetto collettivo indefinito (sciorinarono, r. 1; suonarono, r. 1; cominciarono, r. 2) assorbe le individualità in una massa rabbiosa che ricorda quella dei tumulti per il pane nei Promessi sposi. Senza che il narratore spieghi il contesto e presenti un antefatto delle vicende, il lettore viene catapultato in mezzo alle berrette bianche (rr. 4-5), cioè ai contadini e ai popolani, che con falci e scuri si scagliano contro galantuomini (r. 4) e cappelli (r. 13), ossia quanti da secoli esercitano un potere economico senza limiti sulla povera gente, vessata da un dominio arbitrario e tirannico. La violenza dei ribelli nasce proprio dal desiderio, covato a lungo, di emanciparsi dallo sfruttamento: per loro libertà significa conquistare la terra e poter mutare equilibri precostituiti e da troppo tempo inalterati, a costo di sprigionare l odio represso con un eccitazione irrazionale (Libertà voleva dire che doveva essercene per tutti, r. 96). La strage è la conseguenza di un odio bestiale: quella che il narratore descrive è una cieca jacquerie, una sollevazione che dà sfogo solo agli istinti, per nulla supportati da un progetto sociale credibile. L AUTORE / GIOVANNI VERGA / 273

Il magnifico viaggio - volume 5
Il magnifico viaggio - volume 5
Dal secondo Ottocento al primo Novecento