Il magnifico viaggio - volume 5

65 70 75 80 85 90 95 100 105 gridando: «Mamà! mamà! Al primo urto gli rovesciarono l uscio addosso. Egli si afferrava alle gambe che lo calpestavano. Non gridava più. Sua madre s era rifugiata nel balcone, tenendo avvinghiato il bambino, chiudendogli la bocca colla mano perché non gridasse, pazza. L altro figliolo voleva difenderla col suo corpo, straluna to, quasi avesse avuto cento mani, afferrando pel taglio tutte quelle scuri. Li separa rono in un lampo. Uno abbrancò lei pei capelli, un altro per i fianchi, un altro per le vesti, sollevandola al di sopra della ringhiera. Il carbonaio le strappò dalle braccia il bambino lattante. L altro fratello non vide niente; non vedeva altro che nero e rosso. Lo calpestavano, gli macinavano le ossa a colpi di tacchi ferrati; egli aveva addentato una mano che lo stringeva alla gola e non la lasciava più. Le scuri non potevano colpire nel mucchio e luccicavano in aria. E in quel carnevale furibondo del mese di luglio, in mezzo agli urli briachi della folla digiuna, continuava a suonare a stormo la campana di Dio, fino a sera, senza mezzogiorno, senza avemaria, come in paese di turchi.26 Cominciavano a sbandarsi, stanchi della carneficina, mogi, mogi, ciascuno fuggendo il compagno. Prima di notte tutti gli usci erano chiusi, paurosi, e in ogni casa vegliava il lume. Per le stradicciuole non si udivano altro che i cani, frugando per i canti,27 con un rosicchiare secco di ossa, nel chiaro di luna che lavava ogni cosa, e mostrava spa lancati i portoni e le finestre delle case deserte.28 Aggiornava;29 una domenica senza gente in piazza né messa che suonasse. Il sagrestano s era rintanato; di preti non se ne trovavano più. I primi che comin ciarono a far capannello sul sagrato si guardavano in faccia sospettosi; ciascuno ripensando a quel che doveva avere sulla coscienza il vicino. Poi, quando furono in molti, si diedero a mormorare. «Senza messa non potevano starci, un giorno di domenica, come i cani! Il casino dei galantuomini era sbarrato, e non si sapeva dove andare a prendere gli ordini dei padroni per la settimana. Dal campanile penzolava sempre il fazzoletto tricolore, floscio, nella caldura gialla di luglio. E come l ombra s impiccioliva lentamente sul sagrato,30 la folla si ammassava tutta in un canto. Fra due casucce della piazza, in fondo ad una stradicciola che scendeva a precipizio, si vedevano i campi giallastri nella pianura, i boschi cupi sui fianchi dell Etna. Ora dovevano spartirsi quei boschi e quei campi. Ciascuno fra sé calcolava colle dita quello che gli sarebbe toccato di sua parte, e guardava in cagnesco il vicino. «Libertà voleva dire che doveva essercene per tutti! Quel Nino Bestia, e quel Ramurazzo, avrebbero preteso di continuare le prepotenze dei cappelli! «Se non c era più il perito per misurare la terra, e il notaio per metterla sulla carta,31 ognuno avrebbe fatto a riffa e a raffa! 32 E se tu ti mangi la tua parte all osteria, dopo bisogna tornare a spartire da capo? «Ladro tu e ladro io. Ora che c era la libertà, chi voleva mangiare per due avrebbe avuto la sua festa come quella dei galantuomini! Il taglialegna brandiva in aria la mano quasi ci avesse ancora la scure. Il giorno dopo si udì che veniva a far giustizia il generale,33 quello che faceva tremare la gente. Si vedevano le camicie rosse dei suoi soldati salire lentamente per il burrone, verso il paesetto; sarebbe bastato rotolare dall alto delle pietre per 26 turchi: infedeli, senza religione. 27 per i canti: negli angoli. 28 deserte: perché appartenevano agli uccisi. 29 Aggiornava: faceva giorno. 30 come l ombra sagrato: man mano che si avvicinava il mezzogiorno (quando il sole è in alto e l ombra viene meno). 31 metterla sulla carta: redigere gli atti di proprietà. 32 a riffa e a raffa: a chi rubava di più, cer- cando di imbrogliare gli altri. 33 il generale: Nino Bixio (1821-1873), inviato da Garibaldi per reprimere la rivolta. L AUTORE / GIOVANNI VERGA / 271

Il magnifico viaggio - volume 5
Il magnifico viaggio - volume 5
Dal secondo Ottocento al primo Novecento