3 - Città e modernità: il nuovo scenario urbano

Impoverito dalla diminuzione del valore della propria forza-lavoro e dalle crisi economiche generate dal libero mercato, il proletariato urbano diventa un soggetto rivoluzionario, che secondo quanto auspicano gli autori distruggerà la società borghese per edificare quella socialista. si livellano sempre più, perché la macchina cancella sempre più le differenze del lavoro e quasi dappertutto riduce il salario a un eguale basso livello. La crescente concorrenza dei borghesi fra di loro e le crisi commerciali che ne derivano rendono sempre più oscillante il salario degli operai; l incessante e sempre più rapido perfezionamento delle macchine rende sempre più precarie le loro condizioni di esistenza; i conflitti tra singoli operai e borghesi singoli vanno sempre più assumendo il carattere dei conflitti fra due classi. così che gli operai incominciano a formare coalizioni contro i borghesi, riunendosi per difendere il proprio salario. Essi fondano persino associazioni permanenti per approvvigionarsi per le sollevazioni eventuali. Qua e là la lotta diventa sommossa. | 3 | CITT E MODERNIT : IL NUOVO SCENARIO URBANO NELL IMMAGINARIO COLLETTIVO La febbre della metropoli L esperienza della modernità trova la propria sintesi nel nuovo scenario urbano che la seconda rivoluzione industriale ha modellato. Il volto delle città si è trasformato in pochi anni: l immaginario artistico e letterario esalta l illuminazione elettrica, il fluire incessante della folla, i teatri, le stazioni ferroviarie e gli ampi viali che hanno sostituito i vicoli dei vecchi quartieri medievali in seguito alla massiccia ristrutturazione urbana delle metropoli. In questo panorama dinamico aumenta vertiginosamente il commercio, promosso dalla nascente industria della pubblicità; compaiono nelle strade i primi cartelloni che propagandano la grande varietà dei prodotti. Il mito del progresso ne trae ulteriore linfa vitale e nelle città vengono aperti i primi grandi magazzini, dove accorre una clientela variegata che si affaccia fiduciosa nel regno delle merci. Una trionfale celebrazione del progresso: l Esposizione universale Per far conoscere le novità della progettazione industriale, si cominciano a organizzare esposizioni universali: Parigi, Londra, Vienna e le metropoli di tutto il mondo fanno a gara per allestire eventi grandiosi, dove la civiltà industriale celebra sé stessa. A Parigi, capitale incontrastata della modernità, nel 1889 centenario della Rivoluzione l Esposizione viene immortalata grazie a un monumento-simbolo, la torre Eiffel, realizzata dall omonimo ingegnere che sovverte e scandalizza gli esteti del bello erigendo un monumento al ferro, fino ad allora considerato un materiale senza alcun valore estetico . L Italia si affaccia nel mondo industriale: il caso di Milano In Italia, Milano è tra le prime città protagoniste dello sviluppo industriale: nel 1872 vi nasce la Pirelli, specializzata nella produzione di gomma, nel 1886 è la volta delle officine Breda e all inizio del Novecento apre la Falck; si tratta di aziende destinate a diventare il fulcro della produzione meccanica e siderurgica italiana. Nel 1881, sulle note di Excelsior, un balletto dall imponente coreografia inaugurato al Teatro alla Scala, che evoca allegoricamente il trionfo della scienza come vittoria della luce sulle tenebre dell ignoranza, le prodigiose innovazioni della tecnica vengono mostrate in un Esposizione nazionale, che racconta al mondo come l Italia stia progredendo. Cinque anni prima è inaugurata in città la tramvia a cavalli e, poco dopo, viene aperta al pubblico la Galleria Vittorio Emanuele II, il passaggio coperto che collega il Teatro alla Scala e il Duomo, progettata dall architetto Giuseppe Mengoni. Mentre lo spazio urbano si modifica a vista d occhio, a Milano si sviluppa anche la vita culturale: sorgono scuole e università, cresce l editoria, si stampano nuove riviste, nascono quotidiani di diverso orientamento (del 1876 è il più celebre, il Corriere della Sera ). Come scrive Giovanni Verga nella prefazione al romanzo Eva (1873), a Milano si vive «in un atmosfera di Banche e di imprese industriali, e la febbre dei piaceri è l esuberanza di tal vita . L altro volto della metropoli La retorica oleografica dei gruppi dirigenti descrive la città come «festosa e pensosa a un tempo , il luogo ideale dove ognuno ha la propria possibilità. Basta lavorare ed essere disposti a rimboccarsi le maniche, poiché come recita il titolo di un volume dello scrittore Michele Lessona pubblicato nel 1869 «volere è potere . Ma per avere un idea L EPOCA E LE IDEE / 27

Il magnifico viaggio - volume 5
Il magnifico viaggio - volume 5
Dal secondo Ottocento al primo Novecento