T10 - Libertà

Libertà / T10 / Novelle rusticane / Una rivoluzione fallita / Già intorno al 1848, in provincia di Catania, vi furono molti casi di occupazione della terra da parte dei contadini nullatenenti, ma la loro lotta fu vanificata dall opposizione delle aristocrazie locali e delle classi borghesi benestanti, che riuscirono a evitare l assegnazione di tali beni demaniali. Nel 1860, all indomani dello sbarco di Garibaldi a Marsala, in occasione della spedizione dei Mille, i moti insurrezionali presero nuovo slancio, ma incontrarono nuovamente la resistenza dei ceti dirigenti. L esasperazione dei contadini esplose con uccisioni di notabili e saccheggi, in un crescendo che determinò il duro intervento e la repressione a opera del contingente governativo guidato dal luogotenente di Garibaldi, Nino Bixio. La novella, pubblicata per la prima volta in rivista nel 1882, trae spunto proprio da queste vicende, in particolare dalla rivolta avvenuta a Bronte, una cittadina agricola alle falde dell Etna. l unica opera nella quale Verga sceglie per soggetto un fatto storico realmente avvenuto, anche se omette di nominare i luoghi e i personaggi coinvolti. 5 10 15 20 Sciorinarono1 dal campanile un fazzoletto a tre colori,2 suonarono le campane a stormo,3 e cominciarono a gridare in piazza: «Viva la libertà! Come il mare in tempesta. La folla spumeggiava e ondeggiava davanti al casino dei galantuomini,4 davanti al Municipio, sugli scalini della chiesa: un mare di ber rette bianche;5 le scuri e le falci che luccicavano. Poi irruppe in una stradicciuola. «A te prima, barone! che hai fatto nerbare6 la gente dai tuoi campieri! 7 Innan zi a tutti gli altri una strega, coi vecchi capelli irti sul capo, armata soltanto delle unghie. «A te, prete del diavolo! che ci hai succhiato l anima! A te, ricco epulone,8 che non puoi scappare nemmeno, tanto sei grasso del sangue del povero! «A te, sbirro! che hai fatto la giustizia solo per chi non aveva niente! «A te, guardabo schi! che hai venduto la tua carne e la carne del prossimo per due tarì al giorno! 9 E il sangue che fumava ed ubbriacava. Le falci, le mani, i cenci, i sassi, tutto rosso di sangue! «Ai galantuomini! Ai cappelli!10 Ammazza! ammazza! Addosso ai cappelli! Don Antonio sgattaiolava a casa per le scorciatoie. Il primo colpo lo fece ca scare colla faccia insanguinata contro il marciapiede. «Perché? perché mi ammaz zate? «Anche tu! al diavolo! Un monello sciancato raccattò il cappello bisunto e ci sputò dentro. «Abbasso i cappelli! Viva la libertà! «Te ! tu pure! Al reverendo che predicava l inferno per chi rubava il pane. Egli tornava dal dir messa, coll ostia consacrata nel pancione. «Non mi ammazzate, ché sono in peccato mortale! La gnà11 Lucia, il peccato mortale; la gnà Lucia che il padre gli aveva venduta a 14 anni, l inverno della fame, e riempiva la Ruota12 e le strade di monelli affamati. Se quella carne di cane fosse valsa a qualche cosa, ora avrebbero potuto satollarsi,13 mentre la sbrandellavano sugli usci delle case e sui ciottoli della strada a colpi di 1 Sciorinarono: stesero. 2 un fazzoletto colori: è la bandiera italiana. 3 a stormo: a martello, per richiamare la popolazione. 4 casino dei galantuomini: circolo riser- vato ai benestanti. 5 berrette bianche: copricapi portati dai contadini. 6 nerbare: frustare. 7 campieri: guardie armate addette alla sorveglianza dei campi. 8 epulone: riferimento al protagonista di una parabola evangelica (Luca, 16, 19), noto per la sua avarizia e la sua smodata ricerca dei piaceri della tavola. 9 guardaboschi giorno: il guardaboschi viene accusato di aver denunciato per una misera somma (il tarì era la moneta in cor- so nel regno di Napoli) i poveri che raccolgono legna nei boschi. 10 cappelli: così vengono indicati i galantuomini che li indossano. 11 gnà: signora (in dialetto siciliano). 12 la Ruota: sportello girevole, posto nei muri dei conventi, dove venivano abbandonati i neonati. 13 satollarsi: saziarsi. L AUTORE / GIOVANNI VERGA / 269

Il magnifico viaggio - volume 5
Il magnifico viaggio - volume 5
Dal secondo Ottocento al primo Novecento