INTRECCI ARTE - Verga e la fotografia

intre cci ARTE Verga e la fotografia Una riproduzione fedele della realtà Un invenzione rivoluzionaria Nel 1966, nell abitazione catanese di Giovanni Verga, sono stati ritrovati ben 448 negativi fotografici 327 lastre in vetro e 121 fotogrammi in celluloide impressi dallo scrittore a partire dal 1878. A prima vista si tratta dell opera di un dilettante: molte sono le sfocature, le alonature , le inquadrature sbilanciate. tuttavia lecito supporre che quegli scatti non siano l esito di un semplice passatempo: in accordo con la poetica verista, infatti, Verga è convinto della necessità di riprodurre la realtà rinunciando alla mediazione dell artista, e non può che essere suggestionato da un congegno che promette fedeltà assoluta e imparziale nel rendere gli ambienti e i personaggi ritratti. A partire dal 1878 (anno di uscita di Rosso Malpelo: una coincidenza?), Verga prende a immortalare parenti, domestici, amici della terra natia e soprattutto paesaggi, scorci e personaggi che richiamano direttamente la sua produzione letteraria: fattori, contadini, bambini, cacciatori, mendicanti, cameriere e una fol- d Bambina seduta alla finestra in una casa di Novalucello, 1911 ca. d Contadino Turi Minnamà, 1892. Nel 1837 il chimico francese Louis Daguerre (17871851) inventa quello che può essere considerato il primo apparecchio fotografico, a cui dà il suo nome, dagherrotipo : la fotografia diventa inizialmente uno strumento di documentazione e informazione, poi una moda che contagia l élite europea, affascinando nobili, intellettuali e persone facoltose che possono permettersi questo hobby dispendioso. Dagli anni Sessanta dell Ottocento, la passione per la fotografia dilaga anche in Italia: il clima positivistico, infatti, permette di esaltare le potenzialità di un arte che coglie la realtà così com è, in modo oggettivo. Fotografie come documenti 202

Il magnifico viaggio - volume 5
Il magnifico viaggio - volume 5
Dal secondo Ottocento al primo Novecento