Il magnifico viaggio - volume 5

115 gna, simile a un grande serpente malato sotto la sporgenza del muro, dove, avvicinandosi, era possibile scorgere i centopiedi trascinarsi sulle innumerevoli gambe. In mezzo agli abeti nani, il curato con il tricorno,17 che leggeva il breviario, aveva perduto il piede destro e il gesso, sfaldandosi con il gelo, gli aveva coperto di croste bianche il viso. Poi rientrava, chiudeva la porta, attizzava il fuoco e abbandonandosi al calore del caminetto sentiva ripiombare su di sé, ancora più pesante, la noia. 17 il curato con il tricorno: statua di un parroco con copricapo a tre punte, che si trovava in giardino. DENTRO IL TESTO Il bovarismo come malattia dell anima I contenuti tematici Reclusa nell insignificante realtà di provincia, Emma può trovare consolazione solo nel sogno. L oggetto dei suoi desideri è Parigi, la metropoli fastosa ed eccitante che promette palazzi, teatri, incontri mondani, ristoranti alla moda: insomma, tutto ciò che lei non può avere, soffocata dalla noia di una scialba vita matrimoniale. Solo le letture e l immaginazione le permettono di evadere verso il regno sublime delle sue aspirazioni. Persa nella contemplazione sognante di quell universo idealizzato, Emma trasfigura la realtà della metropoli, pullulante di aristocratici, letterati e attrici, protagonisti dei riti frivoli e sfavillanti di un umanità raffinata (Conducevano un esistenza che si librava al di sopra di tutto fra cielo e terra, in mezzo alle tempeste, qualcosa di veramente sublime, rr. 42-44). La donna è ammalata di quell atteggiamento mentale che prenderà nome da lei: con il termine bovarismo si indicheranno infatti la tipica insoddisfazione spirituale e la propensione psicologica a costruirsi una personalità fittizia, nella quale riversare il desiderio di vivere in un mitico altrove , in un paradiso della mente dove sfuggire al tedio della quotidianità. Il reale contro l ideale Purtroppo per Emma, la realtà, nelle sue manifestazioni più meschine e prosaiche, interrompe il suo patetico vaneggiamento. La sua casa di campagna, lo stalliere con il lacero camiciotto (r. 60), la domestica e soprattutto il marito, l uomo mediocre che ha sposato, la riportano all inutilità di una grigia esistenza. Che cosa potrà riscattare le miserie a cui è condannata? Niente, nemmeno un diversivo (chi avrebbe potuto apprezzare il talento di pianista che è convinta di avere?), men che meno le occupazioni femminili, certo non adatte a lei. Il privilegio e la noia A prima vista, quella di Emma Bovary è l esperienza di una donna infelice, costretta da un matrimonio senza amore a una routine soffocante. La noia in cui si sente immersa nasce tuttavia da una situazione di privilegio: agiata al punto di non dover lavorare, non è oberata dai lavori domestici, demandati alla servitù. Ma è proprio la sua disoccupazione a mettere in moto quel processo che la renderà sempre più frustrata. Incapace di accettare la propria esistenza senza passioni (il marito Charles è un brav uomo, ma del tutto privo di fascino e ambizione), non le rimane che rifugiarsi nella letteratura. Letteratura di consumo, s intende: a eccezione di Balzac, i libri cui Emma si appiglia sono romanzi d appendice scritti proprio per suscitare, in lettrici ingenue, il desiderio di un altra vita, magari coronata dall incontro fatale con il principe azzurro . Il guaio è che queste letture stimolano il sogno, ma al tempo stesso non lo rendono praticabile; anzi, enfatizzano la distanza tra l aspirazione suscitata e la realtà autenticamente vissuta. La felicità per la donna borghese, insomma, non è raggiungibile e l emancipazione così sembra suggerire Flaubert è ancora un utopia. La tecnica dell impersonalità Le scelte stilistiche Il passo proposto è una somma di particolari descrittivi, raramente accompagnati da veri e propri eventi narrativi. Il romanzo non ha più bisogno, come accadeva nel Romanticismo, di vicende appassionanti e di eroi temprati dai duelli e dagli ostacoli dell esisten- 146 / IL SECONDO OTTOCENTO

Il magnifico viaggio - volume 5
Il magnifico viaggio - volume 5
Dal secondo Ottocento al primo Novecento