T6 - Collégio-Convitto Príncipe Caliméro

solenne, vocaboli tratti dalle lingue classiche, espressioni colloquiali, gergali e dialettali, nonché neologismi di sua invenzione. Non deve più esistere un modello normativo rigido e fisso, ma la lingua deve essere uno strumento elastico, malleabile, adattabile alle diverse esigenze espressive: registro alto e registro basso possono così contaminarsi a vicenda, dando luogo a un lessico vivace, scoppiettante e spesso divertente. Dal punto di vista sintattico, all ampio fluire del periodare manzoniano si contrappone la brevità di frasi meno estese, ma che spesso presentano torsioni e capovolgimenti. Al piacere della frammentazione si aggiunge poi quello della digressione e della divagazione, attitudini che ottengono l effetto di una profonda destrutturazione della forma narrativa tradizionale, in uno sperimentalismo che sentiamo moderno. Collégio-Convitto Pr ncipe Caliméro / T6 / Carlo Dossi, L altrieri / La descrizione grottesca di un collegio / In Panche di scuola, capitolo del romanzo L altrieri, una certa allergia allo studio del piccolo Guido Etelrédi (questo il nome del protagonista narrante, alter ego dell autore) convince i genitori a iscriverlo in uno strambo collegio, gestito dal professor Giosuè Proverbio, il «Collégio-Convitto Pr ncipe Caliméro . Nelle pagine che presentiamo viene descritto l ingresso del ragazzo in questa singolare istituzione. 5 10 15 Infine, ivi bene a un mese,1 venne il dì posto,2 quella mattina freddotta e poco appresso3 il Natale in cui il carrozzone della famiglia, verdechiaro o, piuttosto, sporco, greve, vasto come lo richiedeva il guardinfante4 di mia bisavola (chè, esso, avea condotta dalla Germ nia al nonno di babbo la baronessa di Staubibach sua sposa) stette, con le nostre due spelacchiate rozze5 dai finimenti tre quarti corda ed uno corame,6 davanti alla gradinata e attese. Noi, tutti e tre, allora, vi ci rassettammo; la frusta diè il primo chiocco, i cavalli, il primo scapp ccio.7 Nel luogo verso il qual ruotav mo8 era un ben avviato neg zio di scienza che andava sotto il nome del professore Provérbio, un degnissimo uomo, l imbastitore di una gram tica e di una antologia di belle léttere; di que due libri cioè, dei quali il nostro paese, insieme a proposte, risposte e controrisposte su questioni di lingua9 e s mili lavori da stortach ffen,10 al presente in mancanza di méglio trabocca. Provérbio e la casa di lui, mio padre, li avea conosciuti a prop sito di certe botti di vino loro vendute e ne restava invaghito: riv stili gli s impiomb vano le simpat e.11 1 ivi a un mese: di lì a un mese. 2 posto: prestabilito. 3 appresso: dopo. 4 guardinfante: l intelaiatura che si porta- va sotto la gonna per tenerla gonfia. 5 rozze: ronzini. 6 corame: cuoio. 7 scapp ccio: inciampo. 8 ruotav mo: trottavamo. 9 proposte lingua: qui Dossi si riferisce alle opere e agli interventi inerenti l annosa questione della lingua , come per esempio la Proposta di alcune correzioni ed aggiunte al vocabolario della Crusca (scritta tra il 1817 e il 1826 da Vincenzo Monti con Giulio Perticari) e forse anche gli scritti linguistici di Alessandro Manzoni, del quale, all epoca in cui Dossi componeva L altrieri, era già nota almeno la lettera a Giacinto Carena Sulla lingua italiana (1845). Peraltro Manzoni, forte del prestigio di cui godevano i suoi Promessi sposi, era stato nominato nel 1862 presidente della Commissione nazionale per l unificazione della lingua. 10 stortach ffen: chi si vanta di cose da nulla, come aver inventato la storta (cioè la curva) del panino ricurvo chiamato chifel (o chiffel), un dolce austriaco a forma di mezzaluna. 11 gli s impiomb vano le simpat e: si confermava in lui la simpatia nei loro confronti. Impiombare significa letteralmente saldare col piombo . LA CORRENTE / LA SCAPIGLIATURA / 123

Il magnifico viaggio - volume 5
Il magnifico viaggio - volume 5
Dal secondo Ottocento al primo Novecento