Carlo Dossi

Carlo Dossi LA VITA Carlo Dossi il nome completo è Carlo Alberto Pisani Dossi nasce a Zenevredo, nell Oltrepò pavese, nel 1849. Rispetto alle vite maledette di altri Scapigliati, come Tarchetti o Praga, trascorre un esistenza più tranquilla. Di famiglia nobile, dopo la laurea in Legge, nel 1872 intraprende la carriera diplomatica che gli consente di vivere agiatamente, frequentando la buona società. Dal 1887 al 1891 è capo di Gabinetto del primo ministro Crispi, poi console generale dal 1892 a Bogot e dal 1895 ad Atene. Muore a Cardina (Como) nel 1910. Un fine umorista LE OPERE Gli esordi della carriera letteraria di Dossi sono precoci. Nel 1868 esce il suo primo libro, L altrieri, racconto Tranquillo Cremona, Ritratto di Carlo Dossi, 1867. Collezione privata. insieme affettuoso e umoristico della propria infanzia, ripresentato poi in una nuova versione nel 1881. Nel 1870 pubblica un altro romanzo autobiografico (anche se infarcito di episodi di fantasia), Vita di Alberto Pisani, concepito come continuazione del primo. Nel 1881 dà alle stampe la raccolta di racconti brevi Goccie d inchiostro. A una riflessione sulla figura femminile, condotta su un piano ironico e surreale, sono dedicati i volumi La desinenza in A (1878), nel quale sono elencati, in chiave misogina, i presunti vizi e difetti delle donne, e Amori (1887), sorta di ritrattazione del primo, in cui l autore offre un catalogo di immagini femminili e di donne amate, raffigurate in maniera cordiale e delicata. In questi anni compila anche un suo ampio e personalissimo zibaldone in cui annota pensieri, incontri, letture: con il titolo Note azzurre l opera è stata pubblicata, postuma, in parte nel 1912, in forma quasi completa nel 1964 e integralmente nel 2010. Sperimentazione stilistica e impegno ideologico Carlo Dossi è uno dei narratori più significativi della Scapigliatura milanese. In genere la critica ha evidenziato come tratto peculiare della sua opera lo sperimentalismo stilistico, che si attua mediante un ardita mescolanza lessicale. Le sue innovazioni formali si accompagnano però a una forte dose di rivolta, o quanto meno di insofferenza nei confronti del suo tempo: rivolta e insofferenza che si esprimono, appunto, sul piano linguistico. Bersagli polemici di Dossi sono la società borghese, le sue istituzioni, i suoi schematismi, le sue ipocrisie, ed è in questo che egli è pienamente scapigliato. L unica possibilità di fuga da un mondo oppressivo e soffocante è individuata in un atteggiamento irriverente e iconoclasta, che sa farsi beffe dei riti e delle convenzioni sociali. In tal senso l ironia, l umorismo, il sarcasmo, il grottesco sono armi utilissime, insieme con un atteggiamento di distacco intellettuale che è sintomo di libertà interiore. L antimanzonismo dossiano Della narrativa a lui contemporanea Dossi rifiuta le consuetudini stilistiche, in particolare quelle promosse da Manzoni. Concretamente, per lui si tratta di superare la lingua italiana unificata e omogenea, ottenuta dall autore dei Promessi sposi, e inventare un proprio linguaggio, nel quale trovano posto termini della tradizione letteraria italiana più 122 / IL SECONDO OTTOCENTO

Il magnifico viaggio - volume 5
Il magnifico viaggio - volume 5
Dal secondo Ottocento al primo Novecento