T5 - Una donna bruttissima

che. Durante la stesura del romanzo, lo scrittore stila anche un programma antimilitarista, che è stampato in migliaia di copie per essere diffuso tra i soldati e provoca le reazioni furibonde di ufficiali e responsabili militari. Tarchetti concepisce infatti la letteratura come impegno, come parte di un lavoro intellettuale e, per ciò stesso, politico. Una donna bruttissima / T5 / Igino Ugo Tarchetti, Fosca, 15 / Il fascino della malattia / Dopo un lungo periodo di convalescenza nel quale a Milano ha ritrovato la fiducia nella vita anche grazie alla relazione adulterina con una giovane donna sposata, Clara , Giorgio, ufficiale dell esercito dal temperamento nervoso e agitato, viene mandato in una città di provincia; qui, in casa del suo superiore, conosce Fosca, una donna isterica e deforme. Riportiamo il capitolo in cui viene narrato il loro primo incontro. 5 10 15 20 25 Il mio desiderio fu esaudito; conobbi finalmente Fosca. Un mattino mi recai per tempo alla casa del colonnello1 (vi pranzavamo tutti uniti e ad un ora, ma per la colazione2 vi si andava ad ore diverse, alla spicciolata) e mi trovai solo con essa. Dio! Come esprimere colle parole la bruttezza orrenda di quella donna! Come vi sono beltà di cui è impossibile il dare una idea, così vi sono bruttezze che sfuggono ad ogni manifestazione, e tale era la sua. Né tanto era brutta per difetti di natura, per disarmonia di fattezze che anzi erano in parte regolari quanto per una magrezza eccessiva, direi quasi inconcepibile a chi non la vide; per la rovina che il dolore fisico e le malattie avevano prodotto sulla sua persona ancora così giovine. Un lieve sforzo d immaginazione poteva lasciarne travedere lo scheletro, gli zigomi e le ossa delle tempie avevano una sporgenza spaventosa, l esiguità del suo collo formava un contrasto vivissimo colla grossezza della sua testa, di cui un ricco volume di capelli neri, folti, lunghissimi, quali non vidi mai in altra donna, aumentava ancora la sproporzione. Tutta la sua vita era ne suoi occhi che erano nerissimi, grandi, velati occhi d una beltà sorprendente. Non era possibile credere che ella avesse mai potuto essere stata bella, ma era evidente che la sua bruttezza era per la massima parte effetto della malattia, e che, giovinetta, aveva potuto forse esser piaciuta. La sua persona3 era alta e giusta;4 v era ancora qualche cosa di quella pieghevolezza,5 di quella grazia, di quella flessibilità che hanno le donne di sentimento e di nascita distinta; i suoi modi erano così naturalmente dolci, così spontaneamente cortesi che parevano attinti dalla natura più che dall educazione: vestiva colla massima eleganza, e veduta un poco da lontano, poteva trarre ancora in inganno. Tutta la sua orribilità era nel suo viso. Certo ella aveva coscienza della sua bruttezza, e sapeva che era tale da difendere la sua reputazione da ogni calunnia possibile: aveva d altronde troppo spirito6 per dissimularlo,7 e per non rinunziare a quegli artifizi, a quelle finzioni, a quel ritegno convenzionale a cui si appigliano ordinariamente tutte le donne in presenza d un uomo. 1 alla casa del colonnello: il superiore di Giorgio, che ospita la cugina Fosca, della quale si prende cura. 2 colazione: pranzo. 3 persona: figura. 4 giusta: proporzionata. 5 pieghevolezza: flessuosità. 6 spirito: intelligenza. 7 dissimularlo: nasconderlo. LA CORRENTE / LA SCAPIGLIATURA / 115

Il magnifico viaggio - volume 5
Il magnifico viaggio - volume 5
Dal secondo Ottocento al primo Novecento