Il ritorno di Mattia Pascal
Il fu Mattia Pascal, cap. 18
Il fu Mattia Pascal, cap. 18
Siamo alle pagine conclusive del romanzo. Dopo un’assenza di due anni, il protagonista è tornato nel suo paese natale, Miragno, dove però nessuno sulle prime sembra riconoscerlo.
1 Riassumi il brano in circa 10 righe.
2 Quale situazione trova il protagonista, una volta tornato al paese?
3 Perché Mattia, inizialmente intenzionato a recarsi all’ufficio dello stato civile per farsi cancellare dal registro dei morti, successivamente cambia idea?
4 In che modo la comunità paesana apprende della clamorosa “resurrezione” di Mattia?
5 Mattia confessa che finalmente può vivere in pace (r. 54): che cosa significa questa espressione? Quale condizione esistenziale sottintende?
6 Che cosa significa che il protagonista non sa immaginare che frutto (r. 63) si possa ricavare dalla sua storia?
7 Quali sono le tesi contrapposte sostenute da don Eligio e Mattia?
8 Perché Mattia sente l’esigenza di visitare la “sua” tomba al cimitero?
9 Il romanzo si chiude con un celebre e paradossale gioco di parole: Io sono il fu Mattia Pascal (r. 85). Spiegane il significato.
Elabora una tua interpretazione del brano proposto evidenziando come esso sviluppi alcuni aspetti centrali della poetica pirandelliana: la formazione dell’identità individuale all’interno delle relazioni e delle convenzioni sociali; la mancanza della libertà per l’uomo, vittima del caso; l’umorismo; l’assurdità dell’esistenza. Prosegui poi il commento affrontando almeno uno dei seguenti spunti.
– La conclusione del Fu Mattia Pascal sancisce un’evoluzione del pensiero pirandelliano: il protagonista sconta sulla propria pelle l’inutilità delle maschere che l’individuo indossa per farsi accettare dagli altri. Soffèrmati su questo aspetto, mettendo in risalto come esso viene affrontato dall’autore in altre opere da te lette e studiate.
– Proiettando nella tua epoca il pensiero pirandelliano, ritieni che la tua vita e quella dei tuoi conoscenti siano anch’esse soggette ai condizionamenti della società? Esiste, a tuo giudizio, un modo per sottrarsi alle norme collettive false e inautentiche che riducono il nostro essere a un semplice nome, a una pura parvenza? Argomenta la tua risposta attingendo alle tue conoscenze e alla tua esperienza personale.
Il critico Roberto Gigliucci (n. 1962) riflette su un tema centrale della visione del mondo di Luigi Pirandello: il carattere relativo dell’identità individuale.
1 La tesi iniziale dell’autore è che sia facile banalizzare l’opera pirandelliana. Che cosa accresce questo rischio?
2 In che modo la riflessione di Pirandello sulla condizione dell’io può riguardare ciascuno di noi?
3 Perché la preposizione “per” è tanto ricorrente nel linguaggio pirandelliano?
4 A un certo punto del suo discorso, Gigliucci evidenzia con il corsivo l’espressione per loro. Riflettendo sul senso della sua argomentazione, secondo te che cosa lo ha indotto a utilizzare questo espediente grafico?
5 Che cosa intende dire l’autore quando scrive che Pirandello ha messo in luce la sostanza artificiale e multifattoriale della coscienza (rr. 42-43)?
6 Nella parte conclusiva del brano si afferma che una parte del titolo di una famosa opera di Pirandello coglie perfettamente la natura del nostro essere. Spiega tale punto di vista, ricapitolando in circa 5 righe il nucleo concettuale del testo proposto.
Il brano critico si sofferma su uno dei temi più importanti della poetica di Pirandello: la frantumazione dell’io. Approfondisci l’argomento alla luce delle tue conoscenze e della lettura di testi narrativi e/o teatrali dell’autore. Quindi, sulla base della tua esperienza, rispondi ad almeno due delle seguenti domande:
– come consideri la tua personalità? ti senti, pirandellianamente, scisso/a e ambiguo/a o pensi di essere sempre uguale e coerente con l’immagine che hai di te stesso/a?
– ritieni che il giudizio che gli altri formulano sulla tua indole coincida sempre con il tuo? da che cosa lo capisci?
– come appare il prossimo ai tuoi occhi? ti sembra che ciascuno dei tuoi conoscenti indossi una maschera, come pensava Pirandello?
– definiresti la nostra epoca “pirandelliana”? perché?
Il magnifico viaggio - volume 5
Dal secondo Ottocento al primo Novecento