Nell’incipit del romanzo il lettore viene immediatamente posto di fronte all’evento scatenante, dal quale deriverà una crisi esistenziale di enorme portata. Dopo il fulminante commento della moglie, nella vita di Vitangelo Moscarda nulla sarà più come prima, nemmeno il suo nome.
T10 - Mia moglie e il mio naso
T10
Mia moglie e il mio naso
Uno, nessuno e centomila, libro I, cap. 1
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DENTRO IL TESTO
I contenuti tematici
Come può, dopo un veloce scambio di battute con la moglie, sgretolarsi d’improvviso l’immagine che fino a questo momento Vitangelo Moscarda ha avuto di sé? Il naso – quel naso da sempre uguale a sé stesso, secondo il protagonista – viene sottoposto casualmente a un’analisi minuziosa e disgregante che, estesa ad altre parti del corpo, finisce per travolgere l’intera esistenza del protagonista, smantellando uno dopo l’altro i tratti della sua persona sociale.
Quest’inezia, questo difetto marginale, non compromette la piacevolezza dell’insieme (anche con essi, tutto sommato, rimanevo un bell’uomo, r. 30); eppure l’effetto è enorme, sproporzionato rispetto alla causa. Quel che sconvolge Vitangelo è il riconoscersi da sempre cieco di fronte a ciò che più di tutto si dovrebbe conoscere: sé stessi, almeno nella veste esteriore del proprio corpo (le cose mie che più intimamente m’appartenevano: il naso, le orecchie, le mani, le gambe, rr. 70-71). Come appare davvero, all’esterno, la forma della nostra persona? La risposta di Pirandello è semplice ma devastante: in un’ottica relativista, ognuno vede e sente con i “propri” occhi e le “proprie” orecchie, attraverso il filtro di una soggettività che deforma il reale. Nessuno ha ragione e nessuno ha torto; per questo non può esserci “un solo” naso di Moscarda: esso è moltiplicato dagli sguardi degli altri, in un relativismo senza fine.
Si innesca così un meccanismo di riflessioni corrosive che sradicheranno, passo dopo passo, ogni certezza pazientemente costruita e depositata nel repertorio delle forme della vita sociale. Vitangelo Moscarda si è “infettato” irrimediabilmente (Cominciò da questo il mio male, r. 72): il pungolo dell’analisi – un’analisi spietata e minuziosa – non lo abbandonerà più, fino a quando, nel prosieguo del romanzo, anche l’ultimo tassello della propria identità (il suo nome) non finirà fra le macerie del vecchio io.
Solo alla fine di questo percorso difficile e doloroso si offrirà una speranza di salvezza, come a dire che unicamente distruggendo l’immagine stereotipata del proprio io è possibile rinascere a una nuova vita. La presunta malattia mentale di Moscarda diviene così fonte di guarigione: Quel male che doveva ridurmi in breve in condizioni di spirito e di corpo così misere e disperate che certo ne sarei morto o impazzito, ove in esso medesimo non avessi trovato (come dirò) il rimedio che doveva guarirmene (rr. 72-75).
Le scelte stilistiche
La narrazione in prima persona, che permette all’autore di alternare racconto e riflessione, sfocia in una sorta di “flusso di coscienza” adatto alla forma teatrale. Il narratore, per esempio, si rivolge incessantemente a un pubblico chiamato all’ascolto («Si vede», voi dite, «che avevate molto tempo da perdere», r. 45): il monologo di Moscarda appare più un soliloquio recitato da un attore sul palcoscenico che una confessione intima che lasci emergere il subconscio della voce narrante.
Il dialogo immaginario con un gruppo di interlocutori (sempre definiti con il voi) conduce direttamente al centro della poetica pirandelliana, portando a riconoscere che la scoperta di Moscarda non è un fatto privato, ma la rappresentazione universale di una macroscopica crisi d’identità, da cui nessuno può sfuggire.
VERSO LE COMPETENZE
Comprendere
1 In quale atteggiamento è sorpreso Vitangelo Moscarda quando la moglie gli pone la fatidica domanda Che fai (r. 1)?
2 Al protagonista vengono fatti notare difetti fisici che non aveva mai visto prima. Come reagisce, in un primo momento?
3 Quali informazioni si possono ricavare sulla vita privata di Moscarda da queste prime pagine del romanzo (amicizie, lavoro, legami familiari)?
ANALIZZARE
4 Individua le parole e le espressioni appartenenti a un lessico semplice e quotidiano.
INTERPRETARE
5 Perché la banale considerazione sul naso che pende verso destra (r. 10) innesca una reazione a catena dagli esiti catastrofici? Quanto influiscono le naturali inclinazioni del protagonista su questa crisi dalla portata universale? Si tratta solo della reazione di un uomo permaloso o di qualcosa di più complesso?
sviluppare il lessico
6 Nel testo che hai letto sono numerosissimi i pronomi, anche in forma enclitica: per ciascuna delle seguenti voci verbali, spiega a cosa essi si riferiscono.
• affliggermene (r. 29) • camminarci (r. 54) • guardarmele (r. 71) • rifarne (r. 71) • guarirmene (r. 75)
Educazione CIVICA – Spunti di realtà
L’evento scatenante della crisi di Vitangelo Moscarda è vicino al vissuto quotidiano di ciascuno di noi. L’esposizione al giudizio altrui si è moltiplicata oggi, con la diffusione dei social network, in modo esponenziale. Nelle reti sociali virtuali, potenzialmente infinite, l’immagine dell’io risulta scissa in modo ancora più drastico di quanto Pirandello avesse ipotizzato.
• Anche tu sei sensibile al giudizio degli altri? Come reagisci quando l’immagine di te che ti sei costruito mentalmente viene messa in discussione dai commenti (anche virtuali) di chi ti osserva? Scrivi un testo espositivo di circa 25 righe.
Il magnifico viaggio - volume 5
Dal secondo Ottocento al primo Novecento