Un io diviso tra obbligo sociale e ricerca di una vita autentica: questo è Tommasino Unzio, il protagonista di Canta l’Epistola, novella pubblicata sul “Corriere della Sera” nel 1911 e poi nella raccolta La trappola, nel 1915. In un mondo in cui ci si può salvare soltanto accettando l’oppressione di regole stringenti e false verità imposte dall’esterno, Tommasino decide di procedere fino in fondo nella scoperta della propria identità e nella contemplazione della realtà che lo circonda, approdando così alla solitudine, all’alienazione e infine alla morte.
T4 ANALISI ATTIVA - Canta l’Epistola
T4
Canta l’Epistola
Novelle per un anno
ANALISI ATTIVA
I contenuti tematici
Tommasino è uscito dal seminario, dove si preparava a diventare prete, a causa di un rovello interiore che lo ha portato a mettere in discussione i dogmi della religione ufficiale. Abbandonando la strada del sacerdozio egli ha perso tutto: stima sociale, possibilità di carriera, persino un’eredità condizionata da uno zio prete alla sua ordinazione. Il suo gesto è stato dunque un atto disinteressato, motivato da un’ansia di verità e di libertà interiore. Tutto questo però non viene compreso dai suoi gretti compaesani, che non esitano a ridere di lui.
Il sacerdozio era la «forma» sociale cui era destinato Tommasino, la «maschera» che egli avrebbe dovuto assumere. Ma, in una società fondata sulle apparenze, una volta che rifiuta questa strada non gli rimane più nulla: la sua vita è irreparabilmente crollata (r. 46) perché ha deciso di uscire dal percorso tracciato per lui. La sua floridezza fisica – l’esatto opposto di quanto ci si aspetterebbe da un asceta tormentato – contrasta con il suo consumarsi in meditazioni: si tratta di quell’elemento comico che spesso, in Pirandello, si accompagna al tragico (come teorizzato nel saggio L’umorismo).
1. Quale metafora usa l’autore per indicare il motivo per cui Tommasino ha perso la fede?
2. Come reagisce il padre alla scelta di Tommasino e perché?
3. Quale funzione ha la natura per Tommasino?
4. Che cosa si intende con l’espressione il perché del perché (r. 80)?
5. Quale opinione delle vicende umane e del progresso emerge dalle meditazioni di Tommasino?
6. Perché tutti, in paese, pensano che il duello abbia motivi passionali? Hanno prove a sostegno di ciò?
7. Per quale motivo è certo che Tommasino perirà nel duello?
Le scelte stilistiche
L’incipit della novella è in medias res, senza alcuna indicazione, da parte del narratore, sull’identità dei personaggi. La narrazione si basa direttamente sul dialogo, attraverso il quale il lettore apprende a poco a poco l’origine del soprannome del protagonista (che dà il titolo alla novella stessa).
Dopo questa prima sequenza dialogica, troviamo un più preciso inquadramento dei personaggi. Pirandello è un maestro nel tratteggiare con pochi elementi un ambiente fisico che rimanda ai significati morali della vicenda: dalla piazza aerea (r. 13), che sembra richiamare simbolicamente, con l’aggettivo, la ricerca da parte di Tommasino di una religiosità più profonda e sincera, alle foglie secche (r. 13) che lo inseguono come un presagio di infelicità (rr. 19-20). Nel prosieguo del racconto il paesaggio fisico diventa sempre più paesaggio dell’anima, con la natura a fare da sfondo alle meste riflessioni esistenziali del protagonista: Quasi vicende di nuvole gli apparivano nell’eternità della natura i singoli fatti degli uomini. Bastava guardare quegli alti monti di là dalla valle tiberina, lontani lontani, sfumanti all’orizzonte, lievi e quasi aerei nel tramonto (rr. 93-96).
8. Come descriveresti l’ambiente sociale del paese di Tommasino?
9. È possibile distinguere nettamente personaggi positivi e negativi? perché?
Il magnifico viaggio - volume 5
Dal secondo Ottocento al primo Novecento