I SAPERI FONDAMENTALI

I SAPERI FONDAMENTALI

LA SINTESI

LA VITA

Grazia Deledda nasce a Nuoro nel 1871 da una famiglia borghese. Dopo la precoce interruzione degli studi, prosegue la propria formazione da autodidatta e nel 1888 invia i suoi primi racconti alla rivista “L’Ultima moda”, presso la redazione di Edoardo Perino. Grazie all’attività di collaborazione giornalistica che ne scaturisce, la Deledda entra in contatto con letterati di grande spessore (Angelo De Gubernatis e Luigi Capuana), iniziando così ad ampliare le proprie letture. Il desiderio di allontanarsi dall’ambiente sardo si fa sempre più opprimente, a causa del clima di pregiudizio che soffoca l’attività letteraria della scrittrice. Nel 1899, durante una permanenza a Cagliari, Grazia conosce il romano Palmiro Madesani, che sposa l’anno successivo per poi trasferirsi nella capitale. Dopo i primi riconoscimenti, la Deledda ottiene gli apprezzamenti dalla critica e nel 1927 riceve il premio Nobel per la Letteratura. Muore a Roma nel 1936.

LE OPERE

Le prime opere Dopo l’esordio con il romanzo Fior di Sardegna seguono romanzi dal sapore veristico: Anime oneste (che le conferirà notorietà), La giustizia, Elias Portolu, Cenere, L’edera. Canne al vento è il romanzo che meglio sintetizza temi e motivi di questa prima fase. Nei romanzi della Deledda c’è sempre una forte connessione tra luoghi, personaggi e sentimenti. L’ambiente raffigurato è quello della nativa Sardegna, rivissuta come luogo archetipico e terra del  mito. La narrazione non segue gli schemi veristici ma, ispirandosi alle cronache e alle leggende paesane, si sofferma sull’  antropologia del microcosmo del villaggio. Dalle ricerche etnografiche condotte per la “Società italiana del folklore” la Deledda ricava numerose informazioni sugli usi e costumi del Nuorese; tale materiale diviene fonte d’ispirazione nonché oggetto di rielaborazione nei suoi romanzi. Elementi folclorici, superstizione e magia caratterizzano lo stile della scrittrice, a cavallo tra Verismo e Decadentismo: collocare la scrittura di Grazia Deledda all’interno di un univoco panorama letterario rimane per questo una questione complessa.


Le opere della maturità La raccolta delle novelle Chiaroscuro e i romanzi successivi La madre, Il segreto dell’uomo solitario, Il Dio dei viventi, Annalena Bilsini, La vigna sul mare, Cosima segnano l’approdo al secondo periodo della scrittrice, dominato da un gusto e una sensibilità decadenti. Durante l’ultima fase della sua produzione, l’ ambientazione sarda diviene infine metafora della “primitiva” condizione esistenziale, dove l’uomo può liberarsi dalle angosce e dai disagi del suo tempo.

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LE PAROLE CHIAVE

Mito

Quella di Grazia Deledda è una Sardegna mitica, rappresentata nei suoi valori simbolici, nelle sue credenze, religiose ma non solo, nelle sue tradizioni immutabili e non soggette al divenire della Storia.

Antropologia

I romanzi della Deledda forniscono una lettura antropologica della terra natale, dipinta attraverso personaggi memorabili ed esemplari, che nelle loro azioni e mentalità offrono uno spaccato sui costumi, sugli usi e sulle attività espressive delle comunità di cui fanno parte.

Ambientazione

È impossibile slegare la produzione narrativa dell’autrice dal contesto in cui essa matura, ma la grandezza della Deledda è stata quella di non limitarsi a descrivere la Sardegna con occhio verista, ma grazie alla sua sensibilità soggettiva, agli echi decadentistici e all’attenzione per la sfera psicologica dei suoi personaggi farne una sorta di simbolo o di metafora delle ambiguità, delle contraddizioni e dei turbamenti, spesso irrazionali, che limitano e condizionano l’agire di ogni uomo.

Il magnifico viaggio - volume 5
Il magnifico viaggio - volume 5
Dal secondo Ottocento al primo Novecento