Siamo all’epilogo del romanzo: gli arredi e i cimeli dell’abitazione di Maria Ferres, l’aristocratica sulla quale Andrea Sperelli aveva trasferito la propria passione mai sopita per Elena Muti, sono messi all’asta a causa del fallimento del marito per debiti di gioco. Andrea assiste alla spoliazione della dimora: circondato da una folla di facchini e mercanti, prende coscienza della fine del proprio sogno di bellezza, ormai definitivamente schiacciato dalla volgarità dilagante.
T3 - Il trionfo della volgarità
T3
Il trionfo della volgarità
Il piacere, IV, cap. 3
DENTRO IL TESTO
I contenuti tematici
Il degrado ha vinto. La vendita all’asta con cui si chiude Il piacere ha una chiara valenza simbolica: la società aristocratica cede il passo agli appetiti bestiali della gente bassa (r. 19). Gli ideali a cui Andrea Sperelli ha velleitariamente tentato di conformare la propria esistenza finiscono travolti dall’impurità dell’indegno mercato di oggetti raffinati: il sudore dei rigattieri e l’afa soffocante di una giornata romana di giugno avvolgono degnamente il trionfo della barbarie.
La profanazione della bellezza rappresentata dai mobili e dagli oggetti della casa di Maria Ferres è un atto carico di significati: non è semplicemente una dimora privata a essere spogliata; è piuttosto la società intera, ormai dominata da una massa di uomini impuri (r. 21), a travolgere stirpi antiche e a corrompere nobili tradizioni, definitivamente destinate a soccombere «sotto il grigio diluvio democratico odierno».
Erede (o, meglio, autoproclamatosi tale) dei signori rinascimentali, dinanzi alla scena avvilente di cui è spettatore, Sperelli percepisce uno strano malessere, sente quasi un bisogno fisico di morire (r. 12), è afferrato alla gola dalla nausea (r. 48), ha la sensazione di soffocare e deve fare uno sforzo enorme per non venire meno (rr. 60-61). Capisce di essere ormai sommerso dalla volgarità del quotidiano e che la sua avventura di dandy, trascorsa tra salotti eleganti e tappeti antichi, è fatalmente vicina al tramonto.
Come ha scritto Giancarlo Mazzacurati, l’asta a cui il protagonista assiste costituisce per lui l’«allegoria di un funerale a più feretri: di un amore, di un’illusione sociale, di un modo di esistere». Quasi controvoglia, decide di acquistare anch’egli qualche oggetto, più per sottrarlo alle sudicie mani di qualche mercante che per vero piacere. Così, nella scena finale del brano e del romanzo, lo vediamo salire lentamente, di gradino in gradino, le scale di Palazzo Zuccari: sta seguendo un corteo di facchini intenti a trasportare a casa sua un armadio. Anche qui la dimensione simbolica è scoperta: è come se Sperelli stesse partecipando a un corteo funebre e quell’armadio ingombrante fosse una cassa da morto, entro la quale riposa, ormai sconfitto per sempre, il suo progetto di esteta.
Le scelte stilistiche
La dimensione simbolica che avvolge la conclusione del romanzo affiora in modo inequivocabile dalle scelte lessicali del narratore, le quali esprimono senza mezze misure il ribrezzo provato dinanzi all’invasione della bassa trivialità. Gli avvisi multicolori (r. 7) che coprono come fosse lebbra (r. 8) le mura della dimora che sta per essere depredata e gli squilli delle cornette che si mischiano allo schiocco delle fruste e agli urli dei carrettieri (rr. 8-9) annunciano la violenza grossolana dell’asta, dove faranno man bassa uomini laidi, desiderosi solo di fare affari. Tra facchini, negozianti, rivenditori di mobili usati, rigattieri (rr. 18-19), l’atmosfera è ripugnante: d’Annunzio lo sottolinea ricercando l’effetto della sgradevolezza. A questo scopo, insiste su una rappresentazione disturbante di odori e particolari fisici: parla di lezzo (r. 32), di profumo (r. 40), inteso antifrasticamente come “puzzo”, di “facce”, di gomiti, di piedi, di aliti (rr. 47-48) che ammorbano l’aria, di fronti sudate (r. 58). Il contagio non ammette nemmeno una forma minima di decoro: nelle stanze, ormai vuote dopo il saccheggio, non rimangono che gli ultimi oggetti da portar via. A incaricarsi del compito sono un drappello di servitori, che senza rispetto fumano e cantano canzoni scurrili.
VERSO LE COMPETENZE
COMPRENDERE
1 Qual è la condizione psicologica di Sperelli che emerge nel brano?
2 Quali oggetti compra il protagonista?
3 Perché, dopo essere rincasato, decide di ritornare nella casa di Maria?
4 Riassumi la scena finale del brano.
Analizzare
5 Nota la tendenza di d’Annunzio a usare consonanti scempie latineggianti: publica (r. 1), imagine (r. 28), feminili (r. 52): quale potrebbe essere, a tuo parere, la ragione di tale scelta?
Interpretare
6 Come in tutto il romanzo, anche nel suo brano conclusivo Roma svolge un ruolo fondamentale, ben al di là di quello di un semplice sfondo. Che aspetto assume la città nella narrazione? Come interferisce, a tuo giudizio, sullo stato d’animo del protagonista?
7 Il narratore riporta un breve ma significativo dialogo tra Sperelli e una nobildonna, sua conoscente. Che tipo di rapporto emerge tra il protagonista e gli altri nobili presenti all’asta?
scrivere per...
descrivere
8 Indossa i panni del cronista e immagina di essere stato incaricato dal direttore del giornale per cui lavori di scrivere un articolo di cronaca (ma anche di costume) sull’evento narrato da d’Annunzio: l’asta dei beni di una facoltosa famiglia aristocratica. Scrivi il tuo pezzo di circa 40 righe, mettendo in luce soprattutto gli aspetti più curiosi della situazione.
confrontare
9 Qualche osservatore ha accostato le atmosfere romane del Piacere a quelle descritte da Paolo Sorrentino nel film La grande bellezza, premio Oscar nel 2014. Quali elementi possono accomunare le due rappresentazioni della Città eterna? Rispondi in circa 20 righe.
Dibattito in classe
10 L’immagine che D’Annunzio dà della gente bassa è estremamente negativa: la “gente comune” appare gretta, volgare, incapace di apprezzare la bellezza dell’arte se non per il suo valore economico. Questo atteggiamento elitario però contrasta con la ricerca costante di successo presso un pubblico sempre più vasto. Com’è stato possibile, secondo te, conciliare questi due estremi? Discutine con la classe.
Il magnifico viaggio - volume 5
Dal secondo Ottocento al primo Novecento