2 - Il classicismo malinconico
Proprio questa ambivalenza rappresenta, specie negli anni della maturità, una componente assai importante e moderna – messa in rilievo solo negli ultimi decenni dalla critica, per molto tempo appiattita sullo stereotipo crociano – della produzione di Carducci, che non rinuncia a far convivere la sua ispirazione civile con una precoce percezione della crisi epocale della Storia e della stessa poesia.
Da tale sensibilità, filtrata da suggestioni acutissime e da un turbamento quasi decadente, nascono le tipiche contrapposizioni presenti in molti suoi versi: tra la vita e la morte, tra la luce e il buio, tra il passato e il presente, tra una lucente e spesso ostentata compostezza e il freddo sgomento che lo attanaglia, non molto diverso dallo spleen di Baudelaire.
3 Il paesaggio e la memoria
L’immagine pubblica di Carducci – il “poeta professore”, l’interprete dei valori nazionali, l’autore di versi storico-celebrativi – convive con quella, più privata, desiderosa di esprimere tematiche intime e personali. In effetti, la componente autobiografica è centrale in buona parte della sua produzione, che oscilla tra immagini contrapposte dell’esistenza, in una continua alternanza di sentimenti: ora gioiosi e vitali, ora lugubri e angosciosi.
Fondamentali nel suscitare una tanto accentuata vocazione all’emotività sono soprattutto il rapporto con il passato, la nostalgia della giovinezza, il vagheggiamento malinconico del paesaggio maremmano. Sull’elemento paesistico, in particolare, il poeta indugia volentieri, rappresentando la natura in forme di grande ed efficace concretezza raffigurativa, piuttosto inusuale nella tradizione lirica italiana, spesso caratterizzata dalla stilizzazione tipica delle descrizioni petrarchesche.
Il magnifico viaggio - volume 5
Dal secondo Ottocento al primo Novecento