GLI SPUNTI DELLA CRITICA - Teresa Ferri - Le allusioni misteriose: i puntini di sospensione nell’Assiuolo

GLI SPUNTI DELLA CRITICA

Teresa Ferri

Le allusioni misteriose: i puntini di sospensione nell’Assiuolo

Come hai potuto notare leggendo il componimento, un elemento assai importante dell’Assiuolo è costituito dalla presenza dei punti di sospensione, che danno luogo a un effetto di ambigua indeterminatezza, stratificato e aperto a molteplici interpretazioni. La studiosa Teresa Ferri (n. 1949) parla in proposito di una vera e propria «retorica dell’allusione»: il “puntinismo” si rivela un efficace dispositivo formale per dischiudere al lettore il mondo dei segreti rapporti simbolici che si annidano tra i versi e nelle pieghe di un linguaggio attento a “dire e non dire” le pulsioni di una sensibilità decadente quanto mai complessa.

L’interrogativo che apre la myrica sembra instaurare un dialogo, ma in effetti serve alla scrittura per immergere il dire poetico subito in un’ambientazione chiaroscurale dove, grazie alle tinte opalescenti, la notte si confonde con l’alba. La domanda iniziale viene amplificata dal cupo verso dell’assiuolo in chiusura delle tre strofe, mentre i puntini sospensivi del testo contribuiscono, da un lato, a distanziare l’arcano dell’evento – fenomeno esplicitato dai deittici spaziali «laggiù» e «lontano» – e, dall’altro, a caricare l’interrogativo di ulteriore tensione e allusività. In tale situazione di sospensione e di attesa è l’udito, tra i sensi, a farsi protagonista della lirica mediante il verbo «sentivo», che per ben tre volte apre altrettanti versi della seconda strofa, non senza partecipare anch’esso al trasferimento metaforico della rappresentazione. Se infatti l’undicesimo e il dodicesimo verso ci consegnano rispettivamente il rumore del mare e un onomatopeico «fru fru tra le fratte», il tredicesimo sposta l’azione del «sentire» dall’esterno all’interiorità, dallo spazio cosmologico a quello noologico1, e solo la similitudine del verso successivo («com’eco d’un grido che fu») restituisce al verbo la sua accezione originaria, con quel «grido» che si rinfrange specularmente nel lontano singulto e infine si scrive come «pianto di morte…» nel penultimo verso.

La forza evocativa dei puntini di sospensione dilata lo spazio in cui si diffonde il funebre segno sonoro e, insieme, proietta cataforicamente2 i propri effetti di lettura sulla parentetica precedente («tintinni a invisibili porte / che forse non s’aprono più?...»), dove un altro interrogativo vibrante d’inquietudine ripete l’enigma. Il blank, lo spazio bianco aperto dalla negazione («invisibili», «non s’aprono più»), dal dubbio («forse»), dall’interrogativa, dai puntini di sospensione e dalla stessa parentetica, viene ricoperto dal funzionale ripetersi, alla fine dell’ultimo verso, dell’accorgimento stilistico che, insieme all’enunciato metaforico («pianto di morte»), suggerisce al lettore l’interpretazione anche dei due versi precedenti.

Forse si rende opportuno ricordare che nella stesura manoscritta di questo testo, in un primo tempo, in luogo della parentetica si leggeva: «minuti così, che / pareva un gracchiare / una rana / la tarda cicala». L’eccessiva chiarezza referenziale della similitudine evidentemente non convinse il poeta, se avvertì il bisogno non soltanto di operare la variante, ma di annotare con lucida autocritica quanto segue: «Sì: ma allora non è più la poesia, ma la spiegazione della poesia. Ci vuole abnegazione. Esempio: tintinni a invisibili porte». L’«abnegazione» di cui si legge e che fa immediatamente seguito alla dicotomia stabilita tra “poesia” e “metapoesia” può essere interpretata come sacrificio del significato immediato a favore di una retorica dell’implicito, di cui la parola pascoliana si è fatta magistrale testimonianza.


(Teresa Ferri, Allusività e reticenza nella poesia pascoliana, in Lettura Pascoliana Urbinate, a cura di G. Cerboni Baiardi, A. Oldcorn e T. Mattioli, Il lavoro editoriale, Ancona 1998)

Comprendere il pensiero critico

1 Quale effetto determinano i puntini di sospensione alla fine di ogni strofa?


2 Perché la studiosa fa riferimento a una versione precedente del componimento?

Il magnifico viaggio - volume 5
Il magnifico viaggio - volume 5
Dal secondo Ottocento al primo Novecento