Giovanni Fattori: tra Storia e natura
Il più famoso dei Macchiaioli, Giovanni Fattori (1825-1908), scrive: «La “macchia” consisteva nel vedere sul vero una figura, o umana o animale (stagliata sul fondo), fosse un muro bianco o aria limpida o altri soggetti». La “macchia” è così un modo per sfruttare gli effetti di luce, contrapponendo senza velature chiari e scuri, utilizzando i colori e i toni a contrasto, senza contorni: questa nuova pittura utilizza il colore stendendolo con ampie campiture per creare i volumi. Accanto ai modelli francesi, i pittori di questo gruppo guardano anche ai maestri toscani del primo Quattrocento: i volumi solidi di Masaccio, le forme pure di Beato Angelico.
In vedetta (Il muro bianco) di Fattori è uno dei migliori esempi per comprendere l’arte di questo gruppo, che ama la pittura di paesaggio, i ritratti, ma anche i soggetti storici. Militari e campi di battaglia costituiscono uno dei temi prediletti del pittore livornese: qui i soldati risaltano, con grande equilibrio compositivo, nello spazio naturale, che diventa quasi astratto per l’abbagliante luce del mezzogiorno. Il cielo sembra fondersi, in lontananza, con il terreno battuto, mentre la profondità è data dallo sviluppo diagonale del muro su cui si staglia l’ombra del soldato a cavallo.
I Macchiaioli dipingono o schizzano en plein air (vale a dire “all’aperto”, “sul posto”): Il riposo di Fattori riproduce gli effetti di luce e ombra nella campagna livornese a ridosso del mare. Il contadino, il suo carro e due buoi sono in primo piano, e l’aratro in primissimo piano crea una diagonale ripetuta dalla linea di demarcazione tra l’ombra, dove sono i personaggi, e il sole, che illumina la spiaggia e il mare. Il punto di vista è basso, quasi a livello del terreno, così che gli animali immobili assumono proporzioni amplificate, quasi statuarie e fuori dal tempo.