La Prefazione del romanzo costituisce un’importante pagina teorica del Verismo, nella quale Verga presenta le caratteristiche del suo metodo di rappresentazione della realtà, ma anche i princìpi fondamentali di una visione del mondo antitetica a quelle che individuano nel progresso l’unica salvezza dell’umanità. Al tempo stesso l’autore preannuncia ai lettori il ciclo narrativo di cui I Malavoglia avrebbe dovuto essere il primo capitolo: il progetto di un grande affresco sociale che, come sappiamo, non sarà ultimato.
T4 - "La fiumana del progresso"
T4
«La fiumana del progresso»
I Malavoglia, Prefazione
DENTRO IL TESTO
I contenuti tematici
Le espressioni che incorniciano la Prefazione al romanzo costituiscono il fulcro dell’idea verghiana di Verismo, ribadendo e sviluppando i concetti già illustrati in un’altra prefazione, quella alla novella L’amante di Gramigna (▶ T1, p. 206). All’inizio l’autore presenta il proprio lavoro come lo studio sincero e spassionato del come probabilmente devono nascere e svilupparsi (rr. 1-2) le irrequietudini pel benessere (rr. 2-3) fra gli umili: secondo i dettami del Naturalismo francese, che indicava come contenuto della letteratura l’analisi dei documenti umani e di fatti verosimili attraverso un metodo oggettivo e scientifico, Verga si propone di illuminare quella vaga bramosìa dell’ignoto (r. 4) che spinge la povera gente non verso un preciso oggetto del desiderio, ma verso un generico bisogno di mutar vita, alla ricerca del meglio. A sua volta, nel periodo conclusivo, viene confermata la necessità di descrivere la scena umana senza passione (rr. 60-61) e coi colori adatti (r. 61), rappresentando la realtà com’è stata o come avrebbe dovuto essere (r. 62): l’impersonalità può essere raggiunta solo rinunciando ai sentimenti di parte e sospendendo il giudizio (Chi osserva questo spettacolo non ha il diritto di giudicarlo, r. 59).
Tuttavia, la scelta del contenuto adottata dall’autore pare contrastare una concezione asettica del Verismo come imparziale metodo di lavoro. Verga si sofferma infatti sui deboli che restano per via (r. 44), cioè gli sconfitti nella lotta per la vita, ai quali concede la solidarietà umana e una chiara vicinanza emotiva. D’altra parte, a dispetto della dichiarazione di neutralità nei confronti dei fatti narrati, egli fa balenare da subito la propria interpretazione ideologica del romanzo. In un primo momento, sembra avallare il mito positivo, quasi provvidenziale del progresso (mito dominante nel pensiero evoluzionistico del suo tempo), ammantandolo di una luce gloriosa (r. 33). Addirittura tutti i vizi […] si trasformano in virtù (rr. 34-35) e gli egoismi dei singoli individui possono produrre un bene comune, capace di annullare le meschinità e i soprusi dei più forti generando benefici per tutta la società. Ma l’idea che il futuro apparecchi per l’umanità una bella marcia trionfale è un’utopia che può coltivare solo chi guarda l’esistenza degli uomini da lontano. Da vicino, invece, la sorte dei singoli non ammette speranze, destinata com’è a essere stritolata dagli ingranaggi spietati del progresso.
Così l’atteggiamento dell’autore esclude ogni ottimismo positivistico. La sconfitta che attende i protagonisti del romanzo, la famiglia dei Malavoglia, è il risultato di una autolesionistica ambizione di scalata sociale: se avesse continuato a rimanere abbarbicata al suo scoglio, senza sperare di arricchirsi (con il capostipite padron ’Ntoni) e senza tradire la morale degli avi (con il giovane nipote ’Ntoni), essa avrebbe potuto continuare a vivere relativamente felice (r. 4). La stessa sorte, del resto, attende gli altri protagonisti del progettato ciclo narrativo dei Vinti: cambiano gli uomini, i contesti sociali e le ambizioni, ma dalla lotta per l’esistenza (r. 53) nessuno può uscire vincitore.
VERSO LE COMPETENZE
COMPRENDERE
1 Qual è il tema che accomuna tutti i romanzi del Ciclo dei Vinti?
2 Perché i protagonisti del ciclo progettato dall’autore sono considerati Vinti?
3 Completa la tabella a lato riferita al Ciclo dei Vinti.
Titolo del romanzo |
Classe sociale |
Passione descritta |
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ANALIZZARE
4 A quali aspetti ed effetti del progresso allude la metafora della fiumana (r. 6)?
5 Il movente dell’attività umana che produce la fiumana del progresso è preso qui alle sue sorgenti, nelle proporzioni più modeste e materiali (rr. 6-7): spiega il significato di questa espressione metaforica.
6 Quale funzione viene attribuita all’educazione e alla civiltà?
7 Che rapporto c’è tra il destino del singolo e quello dell’umanità?
INTERPRETARE
8 Quale visione complessiva della realtà emerge da questo passo?
9 Come cambia, a giudizio di Verga, la dinamica delle passioni, a seconda che siano vissute dalle classi umili o da quelle più elevate? E che cosa invece rimane immutato?
10 Quale deve essere, secondo Verga, l’atteggiamento dello scrittore verso la realtà descritta?
scrivere per...
esporre
11 Alla luce della lettura delle novelle verghiane da te lette, ritieni che i precetti contenuti in questa Prefazione siano stati applicati e in che misura? Motiva la tua opinione in un testo di circa 20 righe.
argomentare
12 Chi sono, secondo te, oggi i “vinti”? Esiste una categoria sociale, culturale o antropologica costretta più di altre a un destino di sofferenza e di esclusione? Sviluppa il tuo pensiero in un testo di circa 40 righe.
13 Prova a capovolgere il punto di vista verghiano e descrivi in un testo di circa 30 righe le conseguenze positive apportate alla vita umana dal progresso.
T5
La famiglia Malavoglia
I Malavoglia, cap. 1
Fedele al canone dell’impersonalità, Verga dà inizio al romanzo in medias res, con la presentazione dei Malavoglia. Non viene data nessuna coordinata spazio-temporale: il lettore si trova messo di fronte a una folla di uomini e donne che dovrà imparare a conoscere da solo.
ANALISI ATTIVA
I contenuti tematici
Nell’aprire il romanzo, Verga evita accuratamente di introdurre gli avvenimenti: la vicenda è collocata in un passato indefinito e quasi astorico, simile a quello delle fiabe (Un tempo, r. 1), e raccontata attraverso la voce di un narratore popolare che si pone sullo stesso piano dei protagonisti.
Anche i luoghi non vengono descritti, ma citati con precisione giacché si finge di dare per scontato che il lettore li conosca già e sia anch’egli perfettamente organico alla ristretta dimensione della comunità di Aci Trezza.
1. Quali luoghi vengono menzionati nel testo?
2. Dove è ammarata la barca dei Malavoglia? Quali elementi linguistico-grammaticali indicano che si tratta di un luogo che si dà per scontato essere noto a tutti?
All’interno di questo orizzonte chiuso, i personaggi sono presentati secondo un ordine gerarchico: su tutti campeggia la figura patriarcale di padron ’Ntoni, l’instancabile lavoratore del mare, il garante della tradizione e della religione di famiglia, che comanda sul figlio Bastianazzo, sulla nuora Maruzza e sui cinque nipoti. La sua autorità è indiscutibile ed è suggellata dalla conoscenza dei proverbi, da subito citati dal narratore come la sintesi di un’atavica sapienza popolare.
Sarà proprio la violazione di questa saggezza antica a corrodere un sistema etico basato sull’unità e sull’immutabilità dei ruoli all’interno della società: la smania di adeguarsi al progresso e alla modernità porterà i Toscano alla lunga e drammatica discesa agli inferi che tocca tutti coloro i quali, invece di accontentarsi di ciò che hanno, inseguono il miraggio del benessere.
3. Quale immagine viene usata da padron ’Ntoni per indicare l’unità della famiglia?
4. Tra i nipoti, uno in particolare si distingue: chi e perché?
5. Che tipo di morale si evince dai proverbi citati da padron ’Ntoni?
Le scelte stilistiche
Le tecniche sperimentate da Verga nelle novelle di Vita dei campi trovano nel romanzo un’applicazione coerente e sistematica. La regressione del narratore colto al livello dei personaggi si coglie immediatamente quando i Toscano vengono indicati come “Malavoglia”: una ’ngiuria – ovvero un soprannome offensivo, che ha valore antifrastico – usata per sottolineare il difetto opposto alla qualità posseduta di famiglia laboriosa. La mentalità espressa dalla comunità non viene messa in discussione né tanto meno è riprodotta con atteggiamento di superiore paternalismo: tra il modo di esprimersi dei personaggi e quello del narratore c’è una perfetta fusione.
Come si evince, per esempio, dai modi di dire che fissano le caratteristiche peculiari dei personaggi (padron ’Ntoni comandava le feste e le quarant’ore, r. 19; Bastianazzo era grande e grosso quanto il San Crostoforo che c’era dipinto sotto l’arco della pescheria della città, rr. 20-21) e dalle massime proverbiali, non è possibile distinguere le voci di chi racconta e di chi è raccontato, che finiscono in tal modo per amalgamarsi in una lingua armonizzata e polifonica.
6. Quale altro soprannome, oltre a “Malavoglia”, è antifrastico?
7. Individua nel testo i proverbi, le similitudini e almeno un paio di esempi di linguaggio parlato e popolare.
8. scrivere per confrontare L’incipit dei Malavoglia è assai diverso da quello dei Promessi sposi manzoniani. Evidenzia le differenze legate al ruolo del narratore, alla rappresentazione del mondo descritto e al linguaggio usato.
Il magnifico viaggio - volume 5
Dal secondo Ottocento al primo Novecento