La fase pre-verista

La fase pre-verista

Le prime opere

Gli esordi letterari di Verga sono legati agli schemi del romanzo storico-patriottico e a quelli della letteratura d’appendice: Amore e patria (1857), I carbonari della montagna (1862) e Sulle lagune (1863) sono opere caratterizzate dall’enfasi, specchio degli ideali risorgimentali del giovane autore. Dopo questo modesto apprendistato creativo, Verga si dedica alla stesura di romanzi di gusto tardo-romantico, che intrecciano vicende intimistiche e patetiche con passioni mondane, avidamente cercate dai lettori dalla lacrima facile.

Storia di una capinera

Dopo il romanzo Una peccatrice (1866), storia di un tragico amore appassionato, Verga si cimenta in un breve romanzo epistolare, Storia di una capinera, uscito nel 1871 e destinato a commuovere migliaia di lettori e lettrici attratti dalla trama sentimentale (non a caso il testo appare a puntate su una rivista femminile, “Il corriere delle dame”, prima che in volume). La vicenda narra la storia di Maria, costretta dalla matrigna a diventare monaca dopo essersi innamorata perdutamente di un giovane che sposa però la sua sorellastra. Alla fine la sfortunata fanciulla muore, secondo il canovaccio scontato della letteratura tardoromantica. Tuttavia, l’indagine scrupolosa svolta dall’autore sulla vita dei conventi e la predilezione per un personaggio “vinto” dall’esistenza mostrano già aspetti che saranno approfonditi con ben diversa consapevolezza dopo la svolta verista.

Eva, Eros, Tigre reale

Scritti durante la prima fase del periodo milanese e pubblicati il primo nel 1873 e gli altri due nel 1875, questi romanzi assecondano il gusto dell’epoca inserendosi nel filone della letteratura commerciale e di intrattenimento.

Sono opere che trattano argomenti graditi al pubblico che vive in città e frequenta salotti: amori impossibili, ostacolati dalle convenzioni della vita borghese; ambizioni fallite; adulteri e relazioni scabrose; suicidi per amore. I personaggi che le animano sono prostitute redente dall’amore, ballerine, malate di tisi, mogli infelici e giovani artisti squattrinati, sensibili e innamorati delle donne sbagliate, e quindi destinati all’infelicità. Insomma, tutto il repertorio patetico e un po’ svenevole di un certo Romanticismo lacrimoso di moda in Italia dopo la metà dell’Ottocento. A questa componente si aggiunge anche la polemica antiborghese, che Verga eredita dagli ambienti scapigliati. In particolare, viene rivendicato il valore superiore dell’arte come reazione all’ipocrisia borghese e ai valori del profitto che secondo l’autore dominano nella moderna città capitalistica, regno di «Banche e di Imprese industriali» (prefazione a Eva).

Il magnifico viaggio - volume 5
Il magnifico viaggio - volume 5
Dal secondo Ottocento al primo Novecento