Il magnifico viaggio - volume 4

Glossario Q Quartina Strofa di 4 versi, di qualsiasi misura. Si usarono q. monorime nella poesia ritmica latino-medievale. Nella poesia italiana la q. si trova per lo più in combinazione con altre strutture strofiche a formare componimenti di diversa natura; per es., le 2 q. del sonetto (seguite da 2 terzine ) o la ripresa della ballata grande. Un componimento di sole q. è detto anche quarta rima. Quinario Nella metrica, verso composto di 5 sillabe (o, più propriamente, di 5 posizioni metriche ), con un solo accento principale sulla 4ª, usato di solito con altri versi, talora anche da solo, specialmente alternando un quinario piano con uno sdrucciolo e viceversa. Due quinari accop- piati in un verso solo formano il quinario doppio, usato anche come metro barbaro per imitare il falecio latino. R Registro (di comunicazione, di espressione) Ogni diverso modo di realizzare, nell atto linguistico, le diverse possibilità che offre un sistema linguistico o dialettale, soprattutto in rapporto al ricevente e alle finalità che chi parla o scrive si propone. Rima Identità fonetica nella terminazione di due o più parole, a partire dalla vocale tonica, particolarmente percepibile qualora tali parole si trovino a breve distanza in un testo in prosa o in fine di verso in testi poetici. Fanno r. o sono in r. vocaboli come testo : manifesto (r. piana, perché fra parole piane), virtù : tribù (r. tronca), veicolo : ridicolo (r. sdrucciola), biasimano : spasimano (r. bisdrucciola): queste coppie illustrano la r. perfetta. Quando l identità fonetica dalla tonica in poi non è assoluta, si ha una r. imperfetta, come nel caso dell assonanza o della consonanza . In un componimento poetico le rime vengono identificate a seconda della loro disposizione in una sequenza di versi; i tipi di disposizione fondamentali sono: r. baciata, quando procede per coppie (AABB); rima alternata, se le rime si alternano (ABAB); r. incrociata, se una coppia abbraccia un altra coppia (ABBA o ABA.ABA); r. invertita, se più sequenze si presentano con i componenti disposti in ordine inverso (ABC.CBA); r. ripetuta o replicata, quando i componenti di diverse sequenze rimano nello stesso ordine (ABC.ABC); r. incatenata, come nella terzina dantesca, che ha schema ABA.BCB.CDC.DED. Ripresa In musica e nella poesia destinata originariamente a essere cantata (per es., la ballata , il rispetto ecc.), ripetizione di una parte della composizione. Rispetto Componimento poetico popolare per canto, di 524 carattere amoroso (scritto cioè in omaggio o rispetto della persona amata), sorto in Toscana alla fine del Medioevo e diffusosi quindi in gran parte dell Italia. costituito metricamente da una strofa di 4 endecasillabi a rime alterne e, generalmente, da una cosiddetta ripresa formata 2 coppie di versi a rima baciata. Ritmo Nella metrica, l alternarsi, in un verso, di sillabe toniche e sillabe atone secondo determinate leggi: scandire il r. di un verso, leggerlo in modo da mettere in risalto tale alternanza; riferito alla metrica classica, e in particolare alla lettura moderna (in cui si accentano le arsi, generalmente lunghe, dei metri). In prosa, il succedersi degli accenti di frase, in genere senza leggi fisse (eccetto in qualche caso come nel cursus della prosa d arte medievale), ma secondo il gusto e la sensibilità di chi scrive o parla. Il componimento stesso che è caratterizzato dall opposizione di sillaba tonica a sillaba atona, rispetto al verso classico basato sulla quantità sillabica e vocalica. S Sdrucciolo In linguistica, che ha l accento sulla terzultima sillaba (it. esile). Versi s.; endecasillabi , settenari , ottonari s. sono quelli che, terminando con parola s., hanno 12 sillabe invece che 11, 8 invece che 7 e così via; ottave s., composte di versi sdruccioli. Senario Verso composto di 6 sillabe metriche, con accento principale fisso sulla 5ª sillaba; compare per lo più accostato ad altri versi. S. doppio o accoppiato è detto il verso costituito da due emistichi di 6 sillabe metriche ciascuno, separati da una cesura fissa, chiamato anche dodecasillabo. Esempi: «como degio fàre? (Rinaldo d Aquino, Già mai non mi conforto, v. 8); «Italia chiamò (G. Mameli, Il canto degli Italiani); «si vider le lance calate sui petti (A. Manzoni, Adelchi, atto III, v. 52); «Dagli atri muscosi, // dai fori cadenti (A. Manzoni, Adelchi, atto III). Sestina Forma particolare della canzone , formata nel suo schema tipico da 6 stanze di 6 endecasillabi ciascuna, con un congedo di 3 endecasillabi; ogni stanza si collega alla precedente ripetendo, nel primo verso, la parola-rima con cui quella termina, mentre i versi successivi riprendono anch essi, con ordine variato, le medesime rime della prima stanza, per cui le parole in rima sono in totale soltanto sei; nel congedo è seguito lo stesso criterio, ma con qualche varietà nell alternanza delle parole-rime. Nella poesia italiana la sestina fu dapprima adottata da Dante sul precedente esempio di Arnaut Daniel; è poi presente otto volte nel Canzoniere di Petrarca, e ciò spiega la sua frequenza nei poeti petrarchisti; andata in disuso nel Sei e Settecento, verrà ripresa da poeti moderni, tra i quali Carducci e d Annunzio.

Il magnifico viaggio - volume 4
Il magnifico viaggio - volume 4
Il primo Ottocento