T9 - La giovinezza di Maria

La giovinezza di Maria / T9 / Niccolò Tommaseo, Fede e bellezza, libro primo / Le pulsioni e i tormenti di una ragazza inquieta / Le parti più interessanti e riuscite del romanzo sono quelle in cui ciascuno dei due protagonisti, i futuri sposi Giovanni e Maria, rievocano il proprio passato, indugiando in particolar modo, più che nel racconto dei fatti della vita, in un sottile tentativo di analisi interiore. Riportiamo qui un brano tratto dalle pagine iniziali del libro primo (il primo dei sei in cui è suddiviso il romanzo) nel quale a parlare è la giovane donna. 5 10 Voi1 volete da me la mia vita: e io l ho promessa. Ma, v avverto, né il bene né il male (e il male è grande) vi potrò dire intero. Che sono mai i fatti senza gli affetti?2 E come narrare gli affetti? Pure dirò. Comincio da cosa ch ho già detta, e ambisco ridire: ch i ho vensett anni. Sui trentasette, se ci s arriva, chissà se saremo tanto sinceri? Quant io senta di dovere a Dio dell esser nata di donna senese, non saprei dire.3 I dolci suoni della favella4 materna, a me già mbevuta d altra lingua5 e travolta nel vano vivere di Francia,6 venivan potenti, come ad uomo intirizzito ne ghiacci di Russia verrebbe non la memoria ma il vivo calore del sol di Toscana. D una canzoncina semplice, che mia madre cantava con voce languida ma sicura, cantava nelle purissime sere d estate lavorando accanto alla finestra, di faccia a un tabernacolino7 ornato di fiori, due versi di questa canzoncina dicevano: Delle viole a ciocche8 d ogni stagion ce n è. 15 20 25 Io quando in Francia, ne teatri, ne balli, nelle chiuse stanze amorose, mi s offriva un fiore alla vista, pensavo sovente alla canzone toscana, al roseo candor di mia madre, alla Vergine: e quindi una tenerezza dolorosa, un rimorso desiderato.9 Vivevamo in Pisa, dov era accasata10 una sorella di mia madre, a lei cara: mio padre, capitano delle guardie del Buonaparte e suo11 concittadino, sempre lontano da lei, non le aveva dato che il tempo d innamorarsene tanto da sospirarlo12 sempre e tremare per esso. Le sue lettere che venivano or di ponente, ora di settentrione, e narravano gli orrori della guerra con parole di festa;13 eccitavano in me la voglia di vedere luoghi diversi, d udir cose nuove. La fantasia cavalcava allegra col padre, il cuore gemeva sereno colla madre, e prendeva qualità da quella pia mestizia mansueta. Caduto Napoleone, mio padre ottenne a stento un impieguccio in Bastia:14 ivi raccolse la sua famigliuola. Di que tre anni15 ho poche memorie: solo mi ram- 1 Voi: Maria si rivolge a Giovanni. 2 affetti: sentimenti. 3 Quant io senta non saprei dire: Maria è figlia di madre toscana e padre corso. Tommaseo trasferisce nelle parole della giovane la propria preferenza di linguista per il dialetto toscano, e in particolare senese. 4 favella: lingua. 5 altra lingua: quella francese, che da bambina Maria aveva udito dal padre. 6 nel vano vivere di Francia: nella vacua vita parigina. Anche in questo caso l an- 486 / IL PRIMO OTTOCENTO tipatia di Maria per la Francia e i suoi costumi è la stessa di Tommaseo. 7 tabernacolino: piccola edicola o immagine votiva. 8 viole a ciocche: violaciocche (piante dai fiori purpurei o violacei raccolti in grappoli). 9 e quindi desiderato: la vista di un fiore sollecitando nella protagonista il ricordo dell antica canzone, della madre e della Madonna determinava in lei un senso di rimorso per la vita frivola che conduceva a Parigi. Tale rimorso era desiderato perché, pur facendola soffrire, le era gradito, in quanto la riportava, per contrasto, alla purezza infantile. 10 accasata: sposata. 11 suo: cioè di Napoleone Bonaparte. 12 sospirarlo: desiderarlo, rimpiangerne la presenza. 13 con parole di festa: in termini entusiastici. 14 Bastia: cittadina della Corsica. 15 tre anni: quelli trascorsi a Bastia, dal 1814 al 1817, dalla caduta di Napoleone (Caduto Napoleone) alla morte della madre di Maria (di cui si parlerà tra poco). Nel 1814 Maria aveva cinque anni.

Il magnifico viaggio - volume 4
Il magnifico viaggio - volume 4
Il primo Ottocento