Silvio Pellico

Silvio Pellico Gli anni della formazione LA VITA Silvio Pellico nasce a Saluzzo, in Piemonte, nel 1789. Di famiglia modesta, trascorre l infanzia e i primi anni dell adolescenza tra Pinerolo e Torino, in un ambiente di saldi princìpi religiosi ma profondamente arretrato. Inviato a Lione nel 1806 presso un parente agiato per completare la sua formazione, entra in contatto con un contesto sociale e culturale dinamico, segnato dall eredità dell Illuminismo e della Rivoluzione francese. Rinnovato così il proprio bagaglio culturale, una volta richiamato dal padre a Milano nel 1809, vi giunge pronto a inserirsi nei circoli intellettuali più avanzati della città. Letterato e patriota Stringe rapporti, tra gli altri, con Vincenzo Monti e soprattutto con Ugo Foscolo. Inizia negli stessi anni la sua attività di letterato, di poeta e di drammaturgo. Dal 1816 è precettore nella casa del conte Luigi Porro Lambertenghi, che diventa la sede della rivista Il Conciliatore (che inizia le pubblicazioni nel 1818), di cui Pellico è instancabile redattore. Dopo appena un anno il giornale viene soppresso dalla polizia austriaca. Pellico, per il tramite di Piero Maroncelli, nel 1820 si affilia alla Carboneria. Nell ottobre dello stesso anno una cospirazione della società segreta viene scoperta e lo scrittore è processato e, insieme a Maroncelli, condannato a morte, pena poi commutata in vent anni di carcere duro da scontare nella fortezza boema dello Spielberg. La detenzione si protrae in realtà fino al 1830, quando gli vengono condonati gli ultimi anni di pena. Gli ultimi anni Tornato a Torino, assai provato dalle sofferenze fisiche e morali, pubblica nel 1832 un resoconto della sua carcerazione, Le mie prigioni. Negli anni successivi continua ancora a scrivere e a pubblicare, ma in una progressiva involuzione di temi e contenuti. Il nuovo atteggiamento di Pellico suscita le opposte diffidenze dei cattolici conservatori e dei liberali più accesi: i rapporti con questi ultimi si raffreddano ulteriormente quando diventa amico e poi anche segretario dei marchesi di Barolo, considerati reazionari. Trascorre gli ultimi anni amareggiato dalle incomprensioni. Muore a Torino nel 1854. LE OPERE La produzione minore Gli esordi letterari di Pellico avvengono nel campo della drammaturgia, in cui è autore di due tragedie di grande successo, Laudamia (1813) e soprattutto Francesca da Rimini (1815), che resterà applauditissima sulle scene per oltre mezzo secolo. Quando nel 1816 divampa la polemica tra Classicisti e Romantici, Pellico si schiera con questi ultimi. Tornato a Torino dopo il periodo della prigionia, oltre a Le mie prigioni (1832) pubblica nel 1834 un trattato di morale religiosa dal titolo I doveri degli uomini, che avrà larga diffusioLuigi Norfini, Ritratto di Silvio Pellico, 1861. Firenze, Palazzo Pitti. 478 / IL PRIMO OTTOCENTO

Il magnifico viaggio - volume 4
Il magnifico viaggio - volume 4
Il primo Ottocento