T3 - Il vescovo e il galeotto

Il vescovo e il galeotto / T3 / Victor Hugo, I miserabili, parte prima, libro primo, capp. 3 e 12 / La bontà di un alto prelato / Riportiamo le pagine dell incontro tra Jean e il vescovo Myriel. L ex galeotto è appena uscito di prigione e, stanco e affamato, dopo essere stato rifiutato dagli albergatori della città di Digne (in Provenza), giunge, su indicazione di una donna, presso la dimora del prelato un uomo mite e semplice, dedito ai bisogni degli ultimi (come Hugo ha spiegato nelle pagine precedenti) non sapendo però di chi si tratti. 5 10 15 20 25 30 35 La porta1 si aprì, anzi si spalancò violentemente come se qualcuno la spingesse con energia e risolutezza. Un uomo2 entrò. Noi lo conosciamo già; è il viandante che prima abbiamo veduto errare in cerca di un ricovero. Entrò, fece un passo e si fermò lasciando dietro di sé la porta aperta. Aveva lo zaino sulle spalle, il bastone in mano, con negli occhi un espressione rude audace stanca ed eccitata.3 Il fuoco del camino lo rischiarava; era orribile; un apparizione sinistra. La signora Magloire4 non ebbe neppure la forza di gettare un grido; sussultò e restò a bocca aperta. La signorina Baptistine5 si volse, scorse l uomo che entrava e si rizzò a mezzo per la paura, poi, girando a poco a poco il capo verso il caminetto, si mise a guardare il fratello e il suo viso ridiventò profondamente calmo e sereno. II vescovo fissava l uomo con uno sguardo tranquillo; stava per aprire la bocca, certo per chiedere al nuovo venuto ciò che desiderasse, quando questi, le mani appoggiate al bastone, girò gli sguardi volta a volta sul vecchio e sulle donne, e senza aspettare che il vescovo parlasse, disse a voce alta: «Ecco: mi chiamo Jean Valjean; sono un galeotto, ho passato diciannove anni al bagno.6 Sono libero da quattro giorni e in via per Pontarlier che è la mia destinazione, quattro giorni che cammino da Tolone in poi, oggi ho fatto dodici leghe7 a piedi; stasera, arrivando in questo paese, sono stato in un albergo, ma mi hanno mandato via a causa del mio passaporto giallo8 che avevo fatto vedere al municipio. Era necessario. Sono andato a un altro albergo; mi hanno detto: Vattene! Da un luogo a un altro! Nessuno ha voluto saperne di me: sono stato alla prigione; il carceriere non mi ha aperto, sono stato nella cuccia di un cane, il cane mi ha morsicato e mi ha scacciato, come se fosse stato un uomo.9 Si sarebbe detto che sapeva chi ero. Me ne sono andato nei campi per dormire sotto le stelle; non ce n erano; ho pensato che sarebbe piovuto e che non c era nessun Dio per impedire che piovesse e sono rientrato in città per trovarvi il vano di una porta. Là, in piazza, stavo per coricarmi su una pietra quando una buona donna mi ha indicato la vostra casa e mi ha detto: Bussate là. Ho bussato: Cos è qui? Un albergo; ho del denaro, il mio gruzzolo; centonove franchi e quindici soldi che ho guadagnato in galera col mio lavoro in diciannove anni. Pagherò, cosa m importa? Ho del denaro. Sono molto stanco, dodici leghe a piedi, ho molta fame. Volete che resti? . 1 La porta: quella della casa del vesco- vo Myriel. 2 Un uomo: è Jean Valjean. 3 eccitata: agitata, ansiosa. 4 La signora Magloire: la governante di monsignor Myriel. 5 La signorina Baptistine: la sorella del prelato. 6 al bagno: si chiamava così la detenzione, detta anche colonia penale . 7 dodici leghe: circa cinquanta chilometri. 8 passaporto giallo: quello rilasciato dalle autorità agli ergastolani rimessi in libertà. 9 come se fosse stato un uomo: come avrebbe fatto un uomo, visto che gli uomini di solito aggredivano Jean. IL GENERE / IL ROMANZO IN EUROPA E IN ITALIA / 435

Il magnifico viaggio - volume 4
Il magnifico viaggio - volume 4
Il primo Ottocento