T2 - Una squallida pensione parigina

Una squallida pensione parigina / T2 / Honoré de Balzac, Papà Goriot Il romanzo Papà Goriot (1834) è un affresco del cinismo, dominante nella società, che arriva fino a coinvolgere i parenti più stretti. Il protagonista, ormai anziano, ha viziato fin da quando erano bambine le due amate figlie, Anastasia e Delfina, alle quali non ha mai negato nulla. Da ricco commerciante, si è spogliato di tutto, pur di sposare le ragazze a due nobili partiti. Ora egli vive in una squallida pensione, visitato soltanto occasionalmente dalle figlie, che bussano alla sua porta per sottrargli gli ultimi risparmi tutte le volte che hanno bisogno di denaro. Ma l uomo vive tuttora unicamente per loro, le ama incondizionatamente, non vede o si impedisce di vedere quanto siano avide e quanto l affetto che esse ostentano nei suoi confronti sia puramente interessato. Accanto a lui abita un altro pensionante, Eugène de Rastignac, uno studente universitario che incarna il punto di vista dell onestà, sebbene sia anch egli tormentato dai dubbi sul proprio futuro e su quale strada intraprendere nella vita. Papà Goriot morirà abbandonato dalle figlie e assistito da Eugène, dopo un delirio in cui gli sembrerà di vedere al proprio capezzale le due donne. Riportiamo alcune delle prime pagine del libro, nelle quali si descrive la pensione in cui alloggia il vecchio Goriot. / Lo squallore di una pensione / Audio LETTURA 5 10 15 20 25 La casa in cui si gestisce la pensione appartiene a madame Vauquer e si trova nella parte inferiore della rue Neuve-Sainte-Geneviève, in un punto ove il suolo si abbassa verso rue de l Arbalète con una pendenza così brusca e ripida che ben di rado i cavalli la risalgono o la discendono. Motivo per cui regna il silenzio in quelle vie anguste1 fra i templi del Val-de-Gràce e del Panthéon, due monumenti che modificano le condizioni dell atmosfera, spandendo dei toni gialli, e oscurano tutto intorno con le tinte severe proiettate dalle loro cupole. Là il selciato è secco, nei rigagnoli non c è né fango né acqua, lungo i muri cresce l erba e anche l uomo più spensierato, come qualsiasi passante, s immalinconisce: il rumore di una carrozza diventa un avvenimento, le case sono tetre, i muri sanno di prigione. Un parigino che vi si smarrisse, vedrebbe soltanto pensioni familiari o ospizi, miseria o noia, vecchiaia moribonda o gaia gioventù costretta a sgobbare. Nessun quartiere della città è più brutto, né, diciamolo pure, più ignorato. La rue Neuve-Sainte-Geneviève in particolare è come una cornice di bronzo, l unica che si attagli2 a questo racconto a cui non riusciremo mai ad accostarci con colori sufficientemente scuri e pensieri abbastanza gravi;3 così come, di gradino in gradino, la luce diminuisce e il canto della guida si fa più cavernoso, quando il visitatore scende nelle catacombe. Paragone appropriato! Chi deciderà quale visione è più orribile: dei cuori inariditi o dei crani vuoti? La facciata della pensione porge su un giardino così piccolo che, in pratica, la casa cade ad angolo retto sulla rue Neuve-Sainte-Geneviève, dove la si può vedere delineata in profondità. Lungo la facciata, fra la casa e il giardino, corre un acciottolato concavo, largo una tesa,4 davanti a cui si slancia un viale sabbioso, fiancheggiato di gerani, oleandri e melograni in grandi vasi di maiolica bianca e blu. Si entra nel viale da una porta secondaria, sormontata da un cartello sul quale si legge: CASA VAUQUER e sotto: Pensione familiare per uomini, donne e altri. Durante il giorno una grata di legno, munita di un campanello chiassoso, lascia intravvedere in fondo allo stretto selciato, sul muro di strada, un arcata di finto marmo verde, dipinta da un artista del quartiere. Sotto la rientranza, simulata da quella pittura, 1 anguste: strette. 2 si attagli: si adatti. 424 / IL PRIMO OTTOCENTO 3 gravi: cupi, negativi. 4 una tesa: circa due metri.

Il magnifico viaggio - volume 4
Il magnifico viaggio - volume 4
Il primo Ottocento