Il magnifico viaggio - volume 4

FINESTRA SUL 900 Manzoni & Leonardo Sciascia più scottanti che hanno attanagliato la vita pubblica italiana. Da questo punto di vista, la letteratura svolge per lui un insostituibile funzione di svelamento e di denuncia delle finzioni e delle zone d ombra che avvolgono i meccanismi del potere. Sciascia ha riconosciuto in più occasioni di avere ereditato tale concezione della scrittura come mezzo di indagine critica da Manzoni, non solo quello dei Promessi sposi, ma anche quello della Storia della colonna infame: lo scrittore milanese rappresenta un modello di lettura illuministica del reale, capace di scandagliare il caos del mondo ricercando il bandolo della matassa per orientarvisi. « stato detto , scrive Sciascia a proposito di Manzoni, «che ha convertito, convertendosi, l illuminismo al cattolicesimo; ma io penso che in lui è forse accaduto il contrario: il cattolicesimo si è convertito all illuminismo . La Sicilia come metafora Tutta la produzione di Sciascia è, a ben vedere, volta a esplorare l esistenza umana con gli strumenti della ragione, intesa come fondamento della società civile. I suoi romanzi gialli senza soluzione finale, i racconti autobiografici, i saggi storici, i libelli politici sono contrassegnati da un costante desiderio di indagare, in modo paziente ma anche provocatorio, le logiche criminali regnanti nell Italia degli scandali e dei misteri irrisolti, della corruzione e del compromesso (come quello messo in atto, negli anni Settanta, dalla Democrazia Cristiana e il principale partito d opposizione, il Partito comunista, accusato in realtà di essere colluso nella pratica consociativa del potere). In quest ottica anche la descrizione della mafia e dei suoi codici, oltre che dei suoi misfatti, rimanda a mali e a vizi storici e antropologici dell intera società italiana, come purtroppo puntualmente l attualità si incaricherà di mostrare (si pensi agli intrecci tra la criminalità organizzata e la classe politica e dirigente del paese): «La Sicilia scrive Sciascia offre la rappresentazione di tanti problemi, di tante contraddizioni, non solo italiani ma anche europei, al punto da poter costituire la metafora del mondo odierno . Al di là della Storia locale e della cronaca contingente, dunque, la Sicilia tende a diventare l emblema di una condizione assoluta, di un identità peculiare che attraversa il tempo, fissandosi come un dato antropologico distintivo. Il compito che Sciascia si pone è quello di scrutare proprio nella realtà malata, dominata da forze cieche e perverse, in cui leggi indecifrabili e logiche oscure nascondono un potere inviolabile. L intellettuale non può cambiare la sostanza e la natura delle cose (il pessimismo di Sciascia è, da questo punto di vista, radicale), ma deve impegnarsi, al di là di ogni rapporto organico con gruppi o partiti, in una sincera e individuale ricerca della giustizia, smascherando le imposture accreditate dalla Storia ufficiale mediante un analisi scrupolosa dei documenti: proprio come ha fatto Manzoni, il quale con i suoi personaggi ha fornito un impietoso 400 / IL PRIMO OTTOCENTO Il presentatore televisivo Enzo Tortora negli anni Cinquanta. quadro della mentalità e dei costumi che da sempre allignano nel nostro paese, ovvero «l Italia delle grida, l Italia dei padri provinciali e dei conte-zio, l Italia dei Ferrer italiani dal doppio linguaggio, l Italia della mafia, degli azzeccagarbugli, degli sbirri che portan rispetto ai prepotenti, delle coscienze che facilmente si acquietano . Il caso Tortora Secondo Sciascia, ogni fatto d attualità non va trattato come un evento eccezionale, ma al contrario ricondotto a dinamiche generali e ad attitudini costanti del vivere civile italiano. Un esempio emblematico di questo atteggiamento può essere colto in una delle più accese polemiche animate dallo scrittore. Siamo nel 1983, anno in cui viene arrestato un noto presentatore televisivo, Enzo Tortora, accusato ingiustamente da alcuni pregiudicati di essere affiliato alla camorra e di trafficare in stupefacenti. Dopo sette mesi di reclusione, Tortora viene liberato ma, nel processo tenutosi nel 1985, sarà condannato a dieci anni di carcere per poi essere assolto in appello l anno successivo. Il caso rappresenta per Sciascia l occasione per ragionare su come in Italia viene amministrata la giustizia. Come possiamo vedere in questo articolo, uscito il 3 agosto 1985 sul Corriere della Sera e poi raccolto nel volume A futura memoria (se la memoria ha un futuro), edito nel 1989, I promessi sposi costituiscono, una volta ancora, una chiave di lettura per comprendere meglio il presente:

Il magnifico viaggio - volume 4
Il magnifico viaggio - volume 4
Il primo Ottocento