Il magnifico viaggio - volume 4

PALESTRA DI SCRITTURA 15 20 25 30 35 40 45 50 55 60 Qualsiasi insegnante d italiano che afferma impunemente davanti alla sua clas se che I promessi sposi sono una barba , infatti, non torce un capello al classico Manzoni, ma mina senza rimedio la sua autorevolezza e quella dei suoi colleghi agli occhi di quegli alunni adolescenti che, a buon diritto, sono gli unici a dover e poter fare un affermazione del genere. una questione di ruoli, insomma: l insegnante che occupa il livello del suo alunno perde la sua credibilità specifica. I ragazzi da sempre sanno svolgere al meglio il loro mestiere, sono specchi dei tempi, hanno fretta di bruciare le tappe, considerano la scuola spesso come un freno ad altre faccende assai più piacevoli. Se anche gli insegnanti pensano lo stesso forse è meglio che cambino mestiere. Se cioè non si chiarisce il discrimine tra l intrattenimento e la formazione è probabile che questa nostra storiella fuori dai canoni diventi solo il segnale di una tendenza assai problematica. I promessi sposi è un territorio eccezionale dove può essere misurata questa ten denza. Al ragazzo, all alunno, si promette una scuola divertente , ma non gli si spiega che divertente è una parola per niente leggera. Divertente è un accezio ne che attiene alla capacità di farsi un idea propria delle cose, e cioè devèrtere, saper guardare altrove, misurare l area in cui l informazione che si è appena ricevuta può esercitare un potere comunicativo nella vita di tutti i giorni. Divertirsi, sotto certi aspetti, significa fare propria una nozione e renderla organica: mangiarla, masti carla, digerirla, evacuarla. Questo processo non assicura sempre un esperienza pia cevole, da ciò l equivoco secondo cui solo quello che fa ridere è divertente. Molte volte, specialmente in corso di apprendimento, è vero l opposto. Ora qualcuno può dimostrare che farsi gli addominali, o depilarsi le sopracciglia, o svolgere un equazione algebrica, o imparare a memoria la perifrastica o parafrasare una terzina dantesca, o sottoporsi a una sessione di tatuaggio, piercing, eccetera sia no esperienze piacevoli ? Non lo sono eppure sono divertenti , contribuiscono cioè a incrementare lo strumentario fisico e mentale con cui possiamo affrontare le cose del mondo. Ergo: chi l ha detto che I promessi sposi debba piacere? Il punto non è che piac cia, ma che diverta che racconti cioè nell ordine: che nazione siamo, che cos è un classico, fino a che punto ci conosciamo. Niente di direttamente piacevole in somma. Ma la piacevolezza diretta è una categoria che attiene all intrattenimento e non alla formazione. Quella che noi stiamo cercando, anche attraverso il roman zo di Manzoni, è una piacevolezza a rilascio lento, spesso lentissimo. L istruzione è un materiale di cui spesso si raccolgono i frutti dopo anni. La piacevolezza è un eccezione: a nessuno piace alzarsi presto per andare a lavorare. Anzi mi spingerei ad affermare che c è una percentuale altissima di per sone che non amano affatto andare a lavorare, per vari motivi, ma pure ci vanno, separano cioè l utopia dalla realtà. Attraverso la diatriba sui Promessi sposi, come sull insegnamento del latino o della storia dell arte, si può misurare la maturità di una cultura, persino millenaria come la nostra. La scuola in quanto skolé, vacanza per i Greci, non dovrebbe oc cuparsi della vita in sé quanto degli strumenti per affrontarla, la vita. Ecco perché quella stagione in cui l unico compito era di apprendere, cioè di accumulare, cioè di immagazzinare, era definita dai Greci vacanza , skolé. Dopo quella vacanza arriva la vita, cioè lo spazio dove mettere in gioco tutto quello che si è imparato. 396 / IL PRIMO OTTOCENTO

Il magnifico viaggio - volume 4
Il magnifico viaggio - volume 4
Il primo Ottocento