Il magnifico viaggio - volume 4

mento morale, per i democratici, non basta: occorrono l azione, il coinvolgimento del popolo, l insurrezione. La lezione di Cuoco sulla «rivoluzione passiva Questa visione dell agire politico, basato sulla concretezza e sull abbandono delle pratiche cospirative segrete in favore di una aperta dichiarazione dei propri princìpi, fa anche tesoro della testimonianza di Vincenzo Cuoco (1770-1823), intellettuale che aveva partecipato ai moti rivoluzionari napoletani del 1799 e che, al ritorno dei Borboni e alla violenta repressione che ne seguì, era fuggito esule a Milano. Nel suo Saggio storico sulla rivoluzione napoletana del 1799 (1801), Cuoco ragiona sui motivi del fallimento dell esperienza repubblicana, individuandoli soprattutto nel velleitarismo e nell astrattezza dei giacobini partenopei, dei quali «moltissimi avevano la rivoluzione sulle labbra, moltissimi l avevano nella testa, pochissimi nel cuore . Incapaci di coinvolgere nella lotta le classi popolari, i patrioti avevano agito in modo schematico, pretendendo di applicare a un contesto diverso i princìpi validi per la Francia del 1789: il risultato era stato una «rivoluzione passiva , subita e perciò avversata proprio da coloro che avrebbero dovuto beneficiarne, a partire dalle masse contadine. Pensiero e azione: la visione mazziniana La riflessione di Cuoco, accolta anche dai pensatori moderati, costituisce un insegnamento prezioso per la genesi delle idee politiche di Giuseppe Mazzini (1805-1872). Di orientamento antilluministico e romantico, Mazzini si forma sulle pagine di Dante, Alfieri e Foscolo, maturando la convinzione che l Italia, culla della civiltà moderna, sia destinata alla missione di promuovere l unità e la fratellanza tra i popoli. Animato da un senso mistico-religioso della Storia per la quale Dio si incarna nell evoluzione storica delle nazioni e dalla fede nella demoGerolamo Induno, Legionario garibaldino alla difesa di Roma, 1849. crazia e nella repubblica, egli si batte perché il Risorgimento acquisti un autentica natura popolare: affinché ciò sia possibile, è indispensabile che tutti gli uomini, superando le divisioni di classe, acquistino un alta coscienza nazionale e siano consapevoli dei propri diritti e doveri, educati ai valori di «Indipendenza, Unità e Libertà . Il federalismo di Cattaneo A differenza di Mazzini, da sempre legato al mito unitario, il milanese Carlo Cattaneo (1801-1869) propugna una prospettiva federalista, basata sull autogoverno delle singole regioni. La sua formazione intellettuale, del resto, è assai diversa da quella mazziniana: erede dell Illuminismo lombardo, Cattaneo vede il Risorgimento non come una missione religiosa, bensì come uno strumento concreto per il progresso sociale e materiale. Dalle pagine del Politecnico , il periodico che fonda nel 1839, egli denuncia la situazione semifeudale delle campagne, polemizza contro l aristocrazia e prospetta l avvento di una società «libera e democratica , nella quale una borghesia dinamica possa promuovere lo sviluppo scientifico, tecnico, civile e culturale della nazione. Il socialismo di Pisacane In ambito democratico si colloca infine anche la figura del napoletano Carlo Pisacane (1818-1857), secondo il quale non può esserci vera rivoluzione politica che non sia al tempo stesso rivoluzione sociale. Risentendo della tradizione materialistica settecentesca, il mazzinianesimo di Pisacane è arricchito da una componente anarchica che lo spinge a immaginare il riscatto del popolo in autonomia dalle classi dominanti e dall egemonia della borghesia. Da qui il sogno di una vera e propria sollevazione, ispirata da pochi intellettuali illuminati e provocata da un esercito formato da masse di contadini consapevoli della propria condizione e convinti della necessità di superarla. Il coinvolgimento popolare si rivelerà però più un auspicio che una realtà e il tentativo insurrezionale si risolverà in un tragico fallimento: con la spedizione di Sapri del 1857 egli pagherà con la vita suicida oppure ucciso dai militari borbonici o forse dalla stessa popolazione che egli sperava di liberare dall oppressione la sua fede negli ideali di uguaglianza, che il popolo da lui idealizzato non aveva ancora assimilato. L EPOCA E LE IDEE / 39

Il magnifico viaggio - volume 4
Il magnifico viaggio - volume 4
Il primo Ottocento