Il magnifico viaggio - volume 4

35 40 45 dato a questa un bacio in fronte, la mise lì come sur un letto, ce l accomodò, le stese sopra un panno bianco, e disse l ultime parole: «addio, Cecilia! riposa in pace! Stasera verremo anche noi, per restar sempre insieme. Prega intanto per noi; ch io pregherò per te e per gli altri . Poi voltatasi di nuovo al monatto, «voi , disse, «passando di qui verso sera, salirete a prendere anche me, e non me sola . Così detto, rientrò in casa, e, un momento dopo, s affacciò alla finestra, tenen do in collo un altra bambina più piccola, viva, ma coi segni della morte in volto. Stette a contemplare quelle così indegne esequie della prima,15 finché il carro non si mosse, finché lo poté vedere; poi disparve. E che altro poté fare, se non posar sul letto l unica che le rimaneva, e mettersele accanto per morire insieme? come il fiore già rigoglioso sullo stelo cade insieme col fiorellino ancora in boccia,16 al passar della falce che pareggia tutte l erbe del prato. «O Signore! , esclamò Renzo: «esauditela! tiratela a voi, lei e la sua creaturina: hanno patito abbastanza! hanno patito abbastanza! . 15 esequie della prima: funerali della prima figlia. 16 ancora in boccia: ancora nel bocciolo. DENTRO IL TESTO I contenuti tematici Un episodio straziante Siamo dinanzi alla pagina più straziante del romanzo, più volte rivista da Manzoni, al quale l ispirazione venne da un passo del trattato De pestilentia, scritto dal cardinal Borromeo a margine della grande epidemia che si scatenò a Milano nel 1630. Il tono lirico del brano contrasta fortemente con il resto del capitolo, in cui la città è rappresentata come un luogo infernale, dove la morte è divenuta avvenimento comune e privo di importanza, tanto che i cadaveri vengono ammassati sui carri dai monatti senza riguardi, come sacchi «in un mercato di granaglie . in questo contesto di desolazione che fa il suo ingresso la madre di Cecilia, con un moto dall alto verso il basso (Scendeva dalla soglia, r. 5) che ne suggerisce l estraneità al generale abbrutimento, una diversità rimarcata dall accenno a una bellezza offuscata (r. 7) ma non cancellata dai segni della malattia: una bellezza molle a un tempo e maestosa (r. 8), che la proietta in un aura di distanza. Come già nel ritratto della monaca di Monza, il narratore abbandona i canoni classici di un armonia incontaminata e lontana dalle miserie umane: la grazia si presenta romanticamente intrecciata al dramma. Fede e dignità Immagine sublime del dolore materno, la donna assiste all agonia e alla morte delle figlie senza abbandonarsi alle lacrime o a gesti disperati. La sua asciutta commozione ha un fascino magnetico che si trasmette, prima che al lettore, a Renzo che si ferma a guardarla quasi senza volerlo (r. 4) e poi al monatto cui consegna Cecilia: questi immediatamente si fa tutto premuroso, e quasi ossequioso (rr. 31-32), non in virtù della ricompensa, ma per il nuovo sentimento da cui era come soggiogato (r. 32). Ad alimentare la dignità della madre è la fede in Dio, che echeggia nelle composte parole di addio alla figlia, e si riconosce nell amorosa cura con cui ne prepara l ultimo viaggio, tutta ben accomodata, co capelli divisi sulla fronte, con un vestito bianchissimo, come se quelle mani l avessero adornata per una festa promessa da tanto tempo, e data per premio (rr. 15-17). La speranza di una vita eterna dà significato al dolore intollerabile inflitto a un innocente, sintetizzato nel doloroso accostamento nov anni, morta (rr. 14-15). Il bianco, le sfumature Le scelte stilistiche La scena dell addio a Cecilia è colta dal punto di vista di Renzo, che alla fine dà sfogo alla propria compassione. L attenzione concentrata con cui segue la scena, interrompendo il cammino, si traduce in un deciso rallentamento del ritmo narrativo, cadenzato da una lunga sequenza di imperfetti riservati alle azioni della madre (scendeva, veniva ecc.). L AUTORE / ALESSANDRO MANZONI / 371

Il magnifico viaggio - volume 4
Il magnifico viaggio - volume 4
Il primo Ottocento