Il magnifico viaggio - volume 4

un ennesimo slancio di umiltà auspica una comune attesa della misericordia divina: il che però non gli impedisce di far balenare a don Abbondio la punizione che gli ha risparmiato, ovvero la rimozione dalle mansioni sacerdotali, inevitabile in caso di ulteriori mancanze. Un dialogo asimmetrico Le scelte stilistiche Più che una conversazione, Manzoni compone un prolungato esercizio oratorio del cardinale, al quale concede lunghi turni di parola, atti a dimostrarne non solo la bontà d animo, ma anche l eloquenza. A questo scopo lo stile si impenna verso il sublime, grazie non tanto al lessico ricercato, quanto alla sintassi, dove abbondano periodi complessi, interrogative retoriche, esortazioni. Tutt altro è il trattamento riservato a don Abbondio, al quale vengono attribuite brevi battute, sempre commentate dal narratore. Ne scaturisce un controcanto sistematico, scandito dalle riflessioni di don Abbondio tra sé e sé, in cui emerge la stizza verso Perpetua, unita all incomprensione verso il suo interlocutore e verso i princìpi di fede che egli rammenta. Nelle sue elucubrazioni don Abbondio sfiora addirittura la blasfemia, nel momento in cui attribuisce al suo timore del ritorno di don Rodrigo, glorioso e trionfante (rr. 3-4), due aggettivi di norma riferiti alla risurrezione di Cristo. Anche l integrità e il coraggio del cardinale, che pure riconosce senza riserve, sembrano al cauto parroco una forma di esagerazione (anche troppo, rr. 55-56); e la sua preoccupazione più grave non riguarda i propri errori passati ma il timore delle conseguenze presenti (ora vien la grandine, r. 33). Per dare evidenza a questi orientamenti, solo in ultimo parzialmente abbandonati, Manzoni ricorre come di consueto a una suggestiva similitudine, paragonando il sacerdote allo stoppino umido e ammaccato d una candela, che presentato alla fiamma d una gran torcia, da principio fuma, schizza, scoppietta, non ne vuol saper nulla; ma alla fine s accende e, bene o male, brucia (rr. 93-96). Nicola Cianfanelli, Il cardinale Federigo Borromeo, XIX secolo. Firenze, Palazzina della Meridiana. VERSO LE COMPETENZE COMPRENDERE 1 5 Queste persone che son venute a rapportare, non le hanno poi detto d essersi introdotte in casa mia, a tradimento, per sorprendermi, e per fare un matrimonio contro le regole (rr. 63-65): a chi e a che cosa si riferisce don Abbondio? Il cardinale Borromeo usa argomenti non solo spirituali ma anche pratici, enumerando una serie di ragioni che coincidono con quelle espresse da Perpetua, la serva di don Abbondio. Enumera quali sono e spiega in che rapporto sta questa coincidenza di vedute con la concezione manzoniana del cristianesimo. ANALIZZARE 2 A chi è rivolta la stizza di don Abbondio e per quali ragioni? 3 Come mai il cardinale non si scompone, dinanzi alle uscite sgarbate di un sottoposto gravemente colpevole? SCRIVERE PER... RACCONTARE 6 INTERPRETARE 4 Oh che sant uomo! ma che tormento! [ ] anche sopra di sé: purché frughi, rimesti, critichi, inquisisca; anche sopra di sé (rr. 52-53): commenta questa affermazione di don Abbondio relativa al cardinale. Le risposte di don Abbondio alle parole del cardinale sono quanto mai vaghe ed elusive. Mettiti nei panni del curato ed elabora una serie di risposte articolate ed efficaci che invece tengano testa alle accuse del cardinale. DIBATTITO IN CLASSE 7 Come giudicare l atteggiamento di don Abbondio? lecito provare indulgenza o non si può fare a meno anche questa volta di censurare la sua condotta? Dividetevi tra innocentisti e colpevolisti e confrontate in classe i diversi punti di vista. L AUTORE / ALESSANDRO MANZONI / 367

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Il primo Ottocento