Il magnifico viaggio - volume 4

80 85 90 95 100 105 110 115 120 d amar queste persone (e già tante ragioni n avete), che v abbian dato occasione di sentir la voce sincera del vostro vescovo, che v abbian dato un mezzo di conoscer meglio, e di scontare in parte il gran debito che avete con loro? Ah! se v avessero provocato, offeso, tormentato, vi direi (e dovrei io dirvelo?) d amarli, appunto per questo. Amateli perché hanno patito, perché patiscono, perché son vostri, perché son deboli, perché avete bisogno d un perdono, a ottenervi il quale, pensate di qual forza possa essere la loro preghiera . Don Abbondio stava zitto; ma non era più quel silenzio forzato e impaziente: stava zitto come chi ha più cose da pensare che da dire. Le parole che sentiva, eran conseguenze inaspettate, applicazioni nuove, ma d una dottrina antica però nella sua mente, e non contrastata. Il male degli altri, dalla considerazion del quale l aveva sempre distratto la paura del proprio, gli faceva ora un impressione nuova. E se non sentiva tutto il rimorso che la predica voleva produrre (ché quella stessa paura era sempre lì a far l ufizio di difensore), ne sentiva però; sentiva un certo di spiacere di sé, una compassione per gli altri, un misto di tenerezza e di confusione. Era, se ci si lascia passare questo paragone, come lo stoppino umido e ammaccato d una candela, che presentato alla fiamma d una gran torcia, da principio fuma, schizza, scoppietta, non ne vuol saper nulla; ma alla fine s accende e, bene o male, brucia. Si sarebbe apertamente accusato, avrebbe pianto, se non fosse stato il pen siero di don Rodrigo; ma tuttavia si mostrava abbastanza commosso, perché il cardinale dovesse accorgersi che le sue parole non erano state senza effetto. «Ora , proseguì questo, «uno fuggitivo da casa sua, l altra in procinto d abban donarla, tutt e due con troppo forti motivi di starne lontani, senza probabilità di riunirsi mai qui, e contenti di sperare che Dio li riunisca altrove; ora, pur troppo, non hanno bisogno di voi; pur troppo, voi non avete occasione di far loro del bene; né il corto nostro prevedere può scoprirne alcuna nell avvenire. Ma chi sa se Dio misericordioso non ve ne prepara? Ah non le lasciate sfuggire! cercatele, state alle velette,12 pregatelo che le faccia nascere . «Non mancherò, monsignore, non mancherò, davvero , rispose don Abbon dio, con una voce che, in quel momento, veniva proprio dal cuore. «Ah sì, figliuolo, sì! , esclamò Federigo; e con una dignità piena d affetto, con cluse: «lo sa il cielo se avrei desiderato di tener con voi tutt altri discorsi. Tutt e due abbiamo già vissuto molto: lo sa il cielo se m è stato duro di dover contristar con rimproveri codesta vostra canizie, e quanto sarei stato più contento di consolarci insieme delle nostre cure comuni, de nostri guai, parlando della beata speranza,13 alla quale siamo arrivati così vicino. Piaccia a Dio che le parole le quali ho pur dovuto usar con voi, servano a voi e a me. Non fate che m abbia a chieder conto, in quel giorno,14 d avervi mantenuto in un ufizio,15 al quale avete così infelice mente mancato. Ricompriamo16 il tempo: la mezzanotte è vicina; lo Sposo non può tardare; teniamo accese le nostre lampade.17 Presentiamo a Dio i nostri cuori miseri, vòti,18 perché Gli piaccia riempirli di quella carità, che ripara al passato, che assicura l avvenire, che teme e confida, piange e si rallegra, con sapienza; che diventa in ogni caso la virtù di cui abbiamo bisogno . Così detto, si mosse; e don Abbondio gli andò dietro. 12 alle velette: di vedetta. 13 beata speranza: speranza di vita eterna. 14 in quel giorno: il giorno della morte. 15 in un ufizio: nel compito di sacerdote. 16 Ricompriamo: riscattiamo. 17 la mezzanotte lampade: la fine del- la vita è vicina, Gesù sta per arrivare, teniamoci pronti. 18 vòti: vuoti, pronti a ricevere la Grazia divina. L AUTORE / ALESSANDRO MANZONI / 365

Il magnifico viaggio - volume 4
Il magnifico viaggio - volume 4
Il primo Ottocento