Stile e tecniche narrative

Approfondisci LETTURA CRITICA di Vittorio Spinazzola gli stanno a cuore, ovvero l Unità d Italia e la fine del potere temporale della Chiesa. D altra parte le critiche rivolte all amministrazione spagnola consentono di comprendere le sue idee liberali e la sfiducia nei confronti dell aristocrazia feudale, ai suoi tempi non ancora tramontata. Manzoni, nobile dalla mentalità aperta, in effetti fa propri i princìpi della borghesia in ascesa nell Europa del XIX secolo, a partire dal favore con cui sostiene l economia di scambio e il libero mercato. Nel romanzo ciò risulta particolarmente evidente nella ricostruzione della carestia milanese, dove l autore imputa gravi responsabilità all operato del gran cancelliere Ferrer, che va contro la legge della domanda e dell offerta. Il calmiere che egli impone al prezzo del pane induce i fornai a non fare il pane perché non è più conveniente e dà avvio alla spirale negativa che porta ai tumulti popolari. D altra parte, per Manzoni non è certo con la rivoluzione che il popolo potrà ottenere pane e giustizia, ma lasciandosi guidare dalla Chiesa, la quale deve spronare le classi dominanti alla carità cristiana, e lavorando con paziente operosità. In questo modo Renzo, abbandonato il paese d origine, riesce alla fine a migliorare la propria posizione sociale, trasformandosi da modesto filatore di seta in piccolo imprenditore nel ramo tessile. Stile e tecniche narrative L anonimo e il narratore COME SCRIVE MANZONI Il patto narrativo proposto al lettore nell introduzione ai Promessi sposi prevede una sorta di sdoppiamento della voce narrante. Nella finzione infatti c è da una parte l anonimo secentesco autore del manoscritto, che garantisce la veridicità del racconto avendolo ascoltato da Renzo (della cui testimonianza originaria non sopravvive nulla); e dall altra parte il narratore, che sostiene di aver soltanto tradotto in italiano moderno e preparato il testo per la pubblicazione. Ciò gli consente di instaurare un dialogo a distanza con l anonimo, tanto che più volte si discosta dalle sue affermazioni, o decide di riassumerle sommariamente. La sua mediazione è a conti fatti fortissima: siamo dinanzi a un classico narratore onnisciente, in grado di leggere nel cuore dei personaggi e sempre attento a giudicarne l operato, ora proponendo articolate riflessioni a margine, ora limitandosi a una valutazione fulminea, a volte divenuta proverbiale. il caso della lapidaria frase che sancisce la caduta nel peccato della monaca di Monza, non indifferente al corteggiamento di un giovane corruttore: «La sventurata rispose . L ironia Il tratto più riconoscibile del narratore dei Promessi sposi è il tono ironico, sereno, comprensivo, che lo distanzia molto dalla figura storica di Manzoni, tormentato come si è detto da inquietudini e nevrosi. Quest ironia è rivolta in primo luogo a sé stesso, tramite scherzose ostentazioni di modestia, e ai suoi «venticinque lettori , con i quali si scusa più volte, immaginando la loro attesa impaziente di quei colpi di scena e di quelle azioni mozzafiato che nel romanzo scarseggiano, in contrasto con le aspettative legate al genere. Ma soprattutto l ironia investe i personaggi, con la sola eccezione di Lucia. Viene così percorsa l intera gamma che dall umorismo bonario, speso nei confronti degli spropositi di Renzo, conduce al sarcasmo più tagliente, che inchioda alle loro responsabilità i malvagi e i mediocri che consentono all ingiustizia di trionfare. Punti di vista Il narratore, naturalmente, non esercita l onniscienza senza interruzioni. In diversi casi adotta la prospettiva di un personaggio, in sequenze più o meno prolungate. Un esempio celebre è quello dell angosciato cammino di Renzo verso l Adda, in cui l adozione del punto di vista del fuggiasco giova ad accrescere la suspense e restituire la girandola delle sue emozioni. L AUTORE / ALESSANDRO MANZONI / 321

Il magnifico viaggio - volume 4
Il magnifico viaggio - volume 4
Il primo Ottocento