Le tematiche e i problemi

Il male LE TEMATICHE E I PROBLEMI Il male nei Promessi sposi si presenta innanzitutto come ingiustizia sociale, sotto forma di sopruso compiuto da un nobile, con il sostegno di un pavido sacerdote, ai danni di due popolani, che la corruzione delle autorità costringe a cercare riparo fuori dalle normali vie del diritto. Ma il romanzo compone un ben più vasto campionario del negativo connesso alla condizione terrena: si va dalla violenza fisica esercitata nelle guerre alla violenza psicologica, che può scatenarsi anche nella dimensione familiare, come avviene nel caso della monacazione forzata di Gertrude. E ancora, Manzoni mette in scena una calamità come la peste, non riconducibile a colpe degli esseri umani, a meno di credere alla leggenda degli untori: è un male di ascendenza imperscrutabile, che costringe ancora una volta a fare i conti con la volontà divina. La Provvidenza « stata un gran flagello questa peste; ma è stata anche una scopa; ha spazzato via certi soggetti, che, figlioli miei, non ce ne liberavamo più , sostiene don Abbondio nel finale del romanzo. In effetti il morbo ha una funzione risolutiva nella vicenda, poiché grazia i due fidanzati e condanna invece a una morte orribile il loro avversario, don Rodrigo. Sarebbe tuttavia semplicistico considerare l epidemia un mero strumento della Provvidenza. Quest ultima viene continuamente evocata dai personaggi per giustificare o spiegare quanto capita, ma la loro ingenua fiducia non appartiene evidentemente al narratore, che evita di banalizzare la volontà divina e di piegarla ai fini di una vicenda esemplare. Manzoni, di fatto, non crede all identificazione di rettitudine e felicità: Dio, nella sua onnipotenza, colpisce anche gli innocenti, secondo tempi e modi a noi incomprensibili; è necessario abbandonarsi alla Grazia, consapevoli che anche la sventura può essere «provvida , nella misura in cui consente all uomo di assicurarsi un posto in Paradiso. questo l approdo dei percorsi di formazione dei due fidanzati. Renzo riesce a scacciare la tentazione di farsi giustizia da solo, con la violenza: dopo avere visto con i propri occhi, a Milano, la follia della folla , bestialmente eccitata dalla violenza, e la degradazione della peste, concede il perdono a don Rodrigo. Lucia, per parte sua, scopre che l innocenza non basta, come ingenuamente credeva: il male coinvolge anche chi è senza colpe. I guai arrivano anche se uno non se li va a cercare, «ma la fiducia in Dio li raddolcisce, e li rende utili per una vita migliore ; è questo, commenta il narratore, «il sugo di tutta la storia , che non si chiude su un tradizionale lieto fine, proprio perché i due protagonisti hanno fatto esperienza dell ingiustizia. Il finale del romanzo infatti non ristabilisce le condizioni di partenza: ad attendere Renzo e Lucia non è un idillio nel paese natio, ma il trasferimento nella Bergamasca, dove essi avviano una vita di famiglia operosa e serena. La religione del perdono Per comprendere l ideologia cattolica su cui si basano I promessi sposi è necessario innanzitutto volgersi ai due ecclesiastici ritratti in chiave positiva, ovvero il cardinale Federigo Borromeo e fra Cristoforo, entrambi incarnazione dello spirito di carità e di servizio verso il prossimo. La parabola del secondo, in particolare, risulta istruttiva. Egli si chiamava Lodovico ed era un giovane ricco e avventato, che diventa frate con il nome di Cristoforo per espiare l assassinio di un nobile che per strada non aveva voluto cedergli il passo. Da borghese facoltoso, figlio di un mercante, si incammina sulla via della penitenza, cominciando con il chiedere perdono alla famiglia dell ucciso. Riconosciuta da questa la sincerità del suo pentimento riceve in dono un pane, che conserva a ricordo dell episodio. Tutto ciò spiega l ira con cui si scaglia a più riprese contro i propositi violenti manifestati da Renzo. In quest ottica, il perdono concesso da Renzo a don Rodrigo nel lazzaretto rappresenta il capolavoro di fra Cristoforo, che di lì a poco perderà la vita, infettato dagli ap- L AUTORE / ALESSANDRO MANZONI / 319

Il magnifico viaggio - volume 4
Il magnifico viaggio - volume 4
Il primo Ottocento