Il magnifico viaggio - volume 4

35 40 è esclusa. Non abbiamo né i dati, né il diritto, né il bisogno di fare un tal giudizio: una tale intenzione, certo desiderabile, certo non indifferente, non è però necessaria per farci dare la preferenza a quel sistema. Basta che in effetto abbia la tendenza che si è detta. Ora, il sistema romantico, emancipando la letteratura dalle tradizioni etniche, disobbligandola,8 per così dire, da una morale voluttuosa, superba, feroce, circoscritta al tempo, e improvvida anche in questa sfera,9 antisociale dove è patriottica, ed egoistica quando cessa d essere ostile, tende certamente a render meno difficile l introdurre nella letteratura le idee e i sentimenti che dovrebbero informare10 ogni discorso. E dall altra parte, proponendo, anche in termini generalissimi, il vero, l utile, il buono, il ragionevole, concorre se non altro con le parole, che non è poco, allo scopo della religione, non la contraddice almeno, nei termini. 8 disobbligandola: liberandola. 9 improvvida sfera: incapace di procu- rare anche sulla Terra la felicità dell uomo. 10 informare: dotare di forma, modella- re, caratterizzare. DENTRO IL TESTO Contro la mitologia I contenuti tematici La prima parte della Lettera sul Romanticismo, che abbiamo omesso, è dedicata a una serrata critica al vecchio repertorio del Classicismo, ormai in declino: «La mitologia non è morta certamente, ma la credo ferita mortalmente; tengo per fermo che Giove, Marte e Venere faranno la fine che hanno fatta Arlecchino, Brighella e Pantalone, che pure avevano molti e feroci, e taluni ingegnosi sostenitori . Manzoni critica il ricorso alla mitologia non solo per ragioni estetiche, ma anche perché lo ritiene dal punto di vista etico e religioso riprovevole. A suo parere «l uso della favola è idolatria e lo riconduce arbitrariamente ai tempi precedenti alla venuta di Cristo. Uno slogan efficace Il brano della Lettera qui riportato riassume i punti cruciali della poetica di Manzoni negli anni più attivi e fertili della sua carriera. In armonia tanto con l eredità dell Illuminismo milanese quanto con gli ideali cattolici maturati dopo la conversione, lo scrittore ritiene che la letteratura debba proporsi l utile per iscopo (r. 4), ovvero svolgere una funzione civile e pedagogica, e non già ridursi a effimero passatempo. Al tempo stesso reputa necessario coinvolgere un pubblico più ampio della sola classe dei letterati, per mezzo di soggetti interessanti, senza temere di sporcarsi le mani con generi allora ritenuti squalificanti per i letterati d élite, come il romanzo, al quale Manzoni si rivolge giusto in quegli anni, lavorando con impegno anche sul versante stilistico per rendere il suo lavoro accessibile a una vasta platea di lettori. Il vero per soggetto Ciononostante l autore milanese non ammette infrazioni alla regola per cui le opere debbano avere il vero per soggetto (r. 5). Come scrive a Chauvet, «il falso può bensì trastullar la mente, ma non arricchirla, né elevarla , mentre il «vero è «l unica sorgente d un diletto nobile e durevole . In altre parole, compito dello scrittore non è dare prova di immaginazione seducente, inventando dal nulla vicende inverosimili, ma attingere la propria materia dalla Storia, integrandola con il vero poetico che deriva dall interpretazione della realtà alla luce del Vangelo. Solo così la letteratura potrà in definitiva rientrare fra le scienze morali. Su questa via più tardi Manzoni si spingerà al punto di esprimere, nel discorso Del romanzo storico (1850), riserve sui componimenti «misti di storia e d invenzione , e dunque implicitamente sul proprio romanzo. Coerentemente, nella versione rivista della Lettera sul Romanticismo che pubblicherà nel 1870 sottometterà al vero l utile e l interessante, riducendoli a meri corollari. L AUTORE / ALESSANDRO MANZONI / 309

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Il primo Ottocento