INTRECCI STORIA- I moti del 1820-1821

intre cci STORIA I moti del 1820-1821 Sulla via dell indipendenza I moti del 1820-1821 furono rivoluzioni organizzate da società segrete (Carboneria e altre) con finalità costituzionali e liberali. La loro repressione dimostrò la capacità di intervento della Santa Alleanza e la portata delle difficoltà che il movimento liberale e nazionale italiano avrebbe dovuto affrontare sulla strada dell indipendenza e dell unità. Dalla Spagna al Regno delle Due Sicilie I fatti ebbero inizio in Spagna il 1° gennaio 1820, quando il colonnello Quiroga e l ufficiale Riego sollevarono a Cadice le truppe pronte a imbarcarsi per l America. L insurrezione si estese ad altre province e il re Ferdinando VII fu costretto a concedere la Costituzione spagnola del 1812, il modello più democratico dopo quelle francesi del 1791 e 1793. L esempio spagnolo incoraggiò la Carboneria napoletana, al cui vertice era il generale Guglielmo Pepe. Il 2 luglio due sottotenenti di cavalleria, Morelli e Silvati, si sollevarono con il loro squadrone e occuparono Avellino. Il moto dilagò fulmineo e già il 7 luglio Ferdinando I concesse la Costituzione spagnola, che fu accettata anche dalla Sicilia orientale. Palermo invece il 14-16 luglio insorse rivendicando il ristabilimento dell autonomia dell isola, soppressa con l istituzione del Regno delle Due Sicilie, e l egemonia palermitana. Il governo rivoluzionario di Napoli fece ricorso all intervento armato, ma in ottobre la frattura non era ancora definitivamente ricomposta. Nel frattempo Metternich, consapevole che in Spagna e a Napoli si giocava la credibilità del sistema di controllo internazionale istituito a Vienna nel 1815, faceva solennemente proclamare a Troppau il diritto di intervento. Nel gennaio 1821 il re Ferdinando I, smentendo il giuramento di fedeltà prestato a Napoli alla Costituzione da lui concessa, chiese l intervento austriaco. Agli inizi di marzo un esercito di 50.000 uomini sconfisse l esercito rivoluzionario ed entrò a Napoli, dove Ferdinando I attuò una dura repressione. I moti piemontesi Nello stesso mese di marzo iniziò tuttavia il moto piemontese. I federati, capeggiati da Santorre di Santarosa, avevano ritardato l azione convinti di poter S Autore ignoto, Ritratto di Santorre di Santarosa, XIX secolo. Torino, Museo Nazionale del Risorgimento. coinvolgere nel loro progetto la dinastia e in particolare il principe Carlo Alberto di Carignano, possibile erede al trono. Lo spostamento dell esercito austriaco verso Napoli convinse però una parte cospicua di carbonari e federati, non solo del Piemonte, ma anche della Lombardia, che fosse quello l unico momento per colpire l Austria. Quando l 8 marzo 1821 si sollevò la fortezza di Alessandria e il 12 il re Vittorio Emanuele I abdicò a favore di Carlo Felice, Carlo Alberto, nominato reggente per l assenza da Torino del nuovo sovrano, concedette la Costituzione di Spagna solo perché non seppe resistere alla pressione di carbonari e federati, subendola quindi come un imposizione. Quando Carlo Felice, da Modena, lo sconfessò e gli intimò di lasciare Torino, diede la sensazione ancora per qualche giorno di voler dirigere il nuovo regime, ma il 20 lasciò nottetempo la città e si recò a Novara presso le truppe rimaste fedeli al re. L 8 aprile gli insorti furono sconfitti presso Novara dalle truppe sabaude e dall esercito austriaco. La repressione non fu cruenta. Le poche condanne a morte emesse furono nei confronti di cospiratori già fuggiti all estero. La repressione fu durissima invece in Spagna, dopo che un esercito francese nel 1823 ebbe eseguito il mandato del congresso della Santa Alleanza a Verona e ristabilito il potere assoluto di Ferdinando VII. L AUTORE / ALESSANDRO MANZONI / 299

Il magnifico viaggio - volume 4
Il magnifico viaggio - volume 4
Il primo Ottocento