Il magnifico viaggio - volume 4

95 100 opiù serva, più vil, più derisa sotto l orrida verga starà. Oh giornate del nostro riscatto! Oh dolente per sempre colui che da lunge, dal labbro d altrui, come un uomo straniero, le udrà! Che a suoi figli narrandole un giorno, dovrà dir sospirando: «io non c era ; che la santa vittrice bandiera salutata quel dì non avrà. 96 orrida verga: per Luigi Russo «con l or- rida verga il Manzoni si riferisce all uso del poli (liberi), oppure rimarrà, ancora più schiava (serva), più disprezzata (vil), più vilipesa (derisa), sotto l odioso bastone (orrida verga) [del dominatore straniero]. 97-104 O giorni della nostra liberazione (riscatto)! Oh quanto sarà triste (dolente) colui che ne sentirà parlare (le udrà) da lontano, per bocca d altri [di chi, cioè, vi avrà partecipato], come se fosse uno straniero! Che parlandone in futuro (un giorno) ai suoi figli dovrà ammettere sospirando [di rimpianto]: io non c ero; che quel giorno [il giorno della liberazione] non avrà salutato la santa bandiera vincitrice (vittrice). bastone, che gli Austriaci adottarono anche per la disciplina dei civili . Tuttavia ver- ga potrebbe valere anche, più genericamente, per scettro , e dunque comando . DENTRO IL TESTO I contenuti tematici La struttura dell ode Il componimento presenta una struttura chiaramente tripartita. Nella prima sezione (vv. 1-40) il poeta immagina che le truppe piemontesi abbiano superato il Ticino per congiungersi a quelle dei patrioti lombardi, tratta il tema dell Unità nazionale, offre un efficace definizione di nazione (una d arme, di lingua, d altare, / di memorie, di sangue e di cor, vv. 31-32) e conclude ricordando il passato (ma in realtà, quando scrive, ciò è ancora il presente) di soggezione delle genti lombarde al dominio austro-ungarico. Nella seconda parte (vv. 41-72) apostrofa gli austriaci accusandoli dei soprusi da loro commessi in Italia, soprattutto alla luce della passata lotta per la libertà del loro popolo ai tempi delle guerre napoleoniche; afferma poi che il dominio straniero su una terra che dovrebbe invece essere libera non corrisponde al volere divino. La terza parte (vv. 73-104) contiene l incitamento al popolo italiano a lottare per l indipendenza, rendendosi così artefice del proprio destino. Nell ultima strofa, in particolare, il poeta si proietta nel futuro, immaginando il rammarico di coloro che non avranno partecipato in prima persona alla lotta di liberazione e ne sentiranno solamente parlare, come se fossero stranieri, non avendo condiviso con gli altri patrioti la gioia di un combattimento glorioso. Volontà divina e autonomia dei popoli Manzoni scrive questi versi nel 1821, quando gli ideali di libertà si erano diffusi tra tutti i popoli europei ed erano nate un po dappertutto le società segrete, che si proponevano di liberare i popoli oppressi dal dominio straniero mediante azioni insurrezionali. L autore afferma che l ora dell unità della nazione è finalmente scoccata e che chi si oppone a questo percorso storico si contrappone, di fatto, alla stessa volontà divina. Il punto centrale dell ode è infatti costituito dall affermazione che Dio è Padre di tutte le genti (v. 69) e, come tale, non ha mai autorizzato alcun popolo a opprimerne e a sfruttarne altri. Come gli austriaci avevano avuto ragione a difendere la propria libertà combattendo contro Napoleone, così anche gli italiani ora combattono per una causa giusta, mentre chi li opprime ha tradito quei valori di libertà che solo pochi anni prima aveva solennemente proclamato. Da qui la dedica a Teodoro Koerner, poeta ed eroe dell indipendenza germanica, morto combattendo a Lipsia per l autonomia della sua nazione. Manzoni sente il cristianesimo come religione dell amore e della fratellanza tra gli uomini, cioè come il credo della libertà politica e morale di tutti. Il tema patriottico viene così svolto alla luce di una precisa visione etica e religiosa. Le scelte stilistiche Il tono elevato di una poesia patriottica L ode Marzo 1821 è uno dei migliori esempi della produzione patriottica del Risorgimento. Ha scritto il critico Francesco De Sanctis: «Non è solo un inno di guerra agli Italiani, ma un richiamo a tutte le nazioni civili; la parola del Poeta è indirizzata agli Italiani e ai Tedeschi insieme. In tanta concitazione di animi non gli esce una sola parola di odio, di vendetta, di bassa passione . L AUTORE / ALESSANDRO MANZONI / 297

Il magnifico viaggio - volume 4
Il magnifico viaggio - volume 4
Il primo Ottocento