L’inaridirsi dell’ispirazione e gli ultimi anni

I PROMESSI SPOSI Per I promessi sposi Manzoni adotta uno schema romanzesco tradizionale (quello di due giovani innamorati che solo dopo varie peripezie riescono a sposarsi), depurandolo da elementi fantastici o avventurosi e finalizzandolo alla descrizione dei più saldi valori morali. Si rivelò una scelta efficace: la storia di Renzo e Lucia ha avuto grande successo ed è stata oggetto di numerose reinterpretazioni, in chiave cinematografica, comica, teatrale e fumettistica... Una vignetta dal fumetto I promessi paperi, apparso su Topolino nel 1976. colare al letterato Tommaso Grossi; frequenta Federico Confalonieri, Giovanni Berchet, Pietro Borsieri, Silvio Pellico, e appoggia l impresa culturale della rivista Il Conciliatore senza però contribuirvi direttamente con i propri scritti. Nel settembre del 1819 riesce finalmente a partire con la famiglia per Parigi, dove si trattiene sino alla primavera dell anno successivo. In Francia scrive la Lettre à Monsieur Chauvet (Lettera al Signor Chauvet), in cui esprime le proprie idee sul genere tragico. Tornato a Milano, lavora all Adelchi, che uscirà nel 1822, e assiste inzialmente con entusiasmo, poi con sgomento, ai moti piemontesi, cui dedica l ode Marzo 1821, che però resterà inedita fino al 1848. Il 1821 è per Manzoni un anno di straordinaria creatività: a luglio, appresa la notizia della morte di Napoleone, compone in pochi giorni Il cinque maggio. Contemporaneamente si dedica alla prima stesura dei Promessi sposi , che lo terrà impegnato sino al settembre del 1823. Poco dopo scrive al marchese Cesare Taparelli d Azeglio una lettera Sul Romanticismo, dove espone la sua poetica. Negli anni successivi lavora con impegno incrollabile ai Promessi sposi: il romanzo approda finalmente alla stampa nel 1827, incontrando ben presto uno strepitoso successo. Manzoni trascorre il settembre con la famiglia a Firenze, dove conosce Giovan Pietro Vieusseux, animatore di un importante centro culturale (il Gabinetto Vieusseux ), il letterato Pietro Giordani e Giacomo Leopardi, che vede in lui un «uomo pieno d a- 252 / IL PRIMO OTTOCENTO mabilità, e degno della sua fama . Risciacquati i panni in Arno , si rafforza nello scrittore la convinzione che alle pagine del suo libro occorra una corposa revisione linguistica. 1819: Osservazioni sulla morale cattolica 1820: Il conte di Carmagnola; Lettre à Monsieur Chauvet (pubblicata nel 1823) 1821: Marzo 1821; Il cinque maggio 1822: La Pentecoste; Adelchi; Discorso sopra alcuni punti della storia longobardica in Italia 1823: Lettera al marchese Cesare Taparelli d Azeglio sul Romanticismo (pubblicata nel 1846) 1827: I promessi sposi (prima edizione) 1828: Del romanzo storico L INARIDIRSI DELL ISPIRAZIONE E GLI ULTIMI ANNI Dopo il 1827 la vena creativa di Manzoni si attenua. La famiglia nel frattempo è rapidamente cresciuta: nel 1830 Enrichetta dà alla luce la decima figlia, Matilde. Tre anni più tardi la moglie muore, seguita a breve dalla primogenita. Prostrato dallo sconforto, Manzoni abbozza un nuovo inno sacro, Il Natale del 1833, che non riesce a concludere: cecidere manus ( caddero le mani ), scrive in calce al foglio. Nel 1837 sposa Teresa Borri (1799-1861), vedova del marchese Stampa. Si dedica intensamente alla riscrittura dei Promessi sposi, orientata sul fiorentino parlato dalle classi colte, in armonia con le teorie che espone in un trattato più volte riscritto e rimasto incompiuto, Della lingua italiana. Il romanzo esce in dispense

Il magnifico viaggio - volume 4
Il magnifico viaggio - volume 4
Il primo Ottocento