La grande stagione letteraria

LA C ASA D I VI A MO R ONE Nel 1813 Manzoni si trasferì con la famiglia nella casa di via Morone, nel centro di Milano. Qui Manzoni visse per sessant anni, e qui scrisse i suoi capolavori, in uno studio che si affaccia sul giardino, dove ricevette molti ospiti illustri, tra cui lo scrittore francese Balzac, il conte di Cavour, il compositore Giuseppe Verdi e l imperatore del Brasile Pedro II. Lo studio, perfettamente conservato, custodisce tuttora i libri dello scrittore ed è visitabile. La casa è infatti sede di un percorso museale e del Centro Nazionale Studi Manzoniani. Esterno e interno della casa di Manzoni, in via Morone, a Milano. ne introdotta dall abate giansenista Eustachio Degola (1761-1826). Nel febbraio del 1810 il matrimonio viene ricelebrato secondo il rito cattolico. Anche Manzoni comincia intanto ad accostarsi alla fede. Rilegge le Sacre Scritture, influenzato dalle idee sulla naturale predisposizione dell essere umano al peccato, che egli accoglie dalla corrente teologica del giansenismo ( p. 258). Si tratta di un lento processo che secondo la leggenda conosce un accelerazione improvvisa il 2 aprile, durante una crisi nervosa che porta Manzoni a rifugiarsi nella chiesa parigina di San Rocco, dalla quale esce convertito . La svolta si accompagna alla decisione di tornare a Milano, dove nel 1813 lo scrittore acquista la casa di , da cui non si muoverà sino alla morvia Morone te, alternandola alla villa suburbana di Brusuglio (nei pressi di Milano), ereditata da Imbonati, dove può dedicarsi alla sua passione per il giardinaggio e per l agricoltura, che lo porta a introdurre nuove specie di piante e a sperimentare tecniche di coltivazione. «Quanto a me mi occupo della famiglia, di alberi, di versi , scrive nel 1814 a Fauriel. Sul versante letterario, incoraggiato dal canonico Luigi Tosi, padre spirituale della famiglia, rinnega la produzione giovanile e si rivolge alla poesia di argomento religioso, avviando l impresa degli Inni sacri, che lo porta a scrivere La Resurrezione, Il nome di Maria, Il Natale e La Passione, riuniti nel 1815 in un volumetto, che però non incontra il successo sperato. Nel frattempo, alla caduta di Napoleone (1814), Manzoni caldeggia l autonomia del Regno d Italia e, in un secondo momento, sostiene lo sfortunato tentativo del re di Napoli Gioacchino Murat di raccogliere intorno a sé gli italiani, promettendo loro unità e indipendenza (1815). Al ritorno degli austriaci si accentua ancor più il suo carattere appartato. 1803: Adda 1806: In morte di Carlo Imbonati 1809: Urania 1812-1815: La Resurrezione; Il nome di Maria; Il Natale; La Passione 1814: Aprile 1814 1815: Il proclama di Rimini LA GRANDE STAGIONE LETTERARIA Alla metà degli anni Dieci inizia il periodo più fecondo dal punto di vista creativo. Nel 1816 lo scrittore mette mano alla tragedia Il conte di Carmagnola, che concluderà nel 1819. Si fa sentire con urgenza il desiderio di tornare a Parigi, ostacolato però dalla famiglia e dal canonico Luigi Tosi, che temeva un raffreddamento della sua fede religiosa; lo scrittore deve infine rinunciarvi, a causa del rifiuto al rilascio del passaporto appostogli dalla polizia. un momento difficile, di crisi interiore, che viene poi superata nel 1817. Avvia la stesura dell inno La Pentecoste e compone le Osservazioni sulla morale cattolica (1818-1819). Si lega in un rapporto di amicizia al gruppo che gravita intorno al poeta dialettale Carlo Porta, e in parti- L AUTORE / ALESSANDRO MANZONI / 251

Il magnifico viaggio - volume 4
Il magnifico viaggio - volume 4
Il primo Ottocento