Il magnifico viaggio - volume 4

45 50 Eran trecento, e non voller fuggire, parean tremila e vollero morire; ma vollero morir col ferro in mano, e avanti a loro correa sangue il piano. Finché pugnar vid io, per lor pregai; ma un tratto venni men, né più guardai: io non vedeva più fra mezzo a loro quegli occhi azzurri e quei capelli d oro. Eran trecento: eran giovani e forti, e sono morti! 45 col ferro in mano: con le armi in pu- gno. 46 correa sangue il piano: il terreno tra- sportava il sangue copiosamente versato. 47 pugnar: combattere. 48 venni men: svenni. DENTRO IL TESTO La spedizione di Pisacane I contenuti tematici Mercantini rievoca un episodio di cronaca allora recente. Ritenendo che i tempi fossero maturi per liberare l Italia meridionale dalla monarchia borbonica, con il consenso di Mazzini il nobile napoletano Carlo Pisacane, insieme a un gruppo di ventiquattro compagni, si era impadronito a Genova di una nave di linea e l aveva dirottata sul golfo di Policastro, nel Tirreno meridionale, con l intenzione di suscitare un insurrezione popolare nelle terre da cui era stato esiliato anni prima. A questo scopo, poiché non arrivavano gli attesi rinforzi, liberò oltre trecento detenuti (non tutti per motivi politici) dal carcere dell isola di Ponza. Sbarcati a Sapri il 28 giugno 1857, i rivoluzionari si trovarono dinanzi una popolazione ostile, sobillata dalla polizia borbonica che aveva avuto buon gioco nel farli passare per una masnada di briganti. Pisacane e i suoi dovettero così far fronte non solo ai gendarmi, ma anche a contadini armati di falci e forconi, che li aggredirono con feroce violenza. In venticinque furono massacrati; gli altri vennero consegnati alle autorità. Alla cattura Pisacane preferì il suicidio. Quella che doveva essere una marcia trionfale verso Napoli si era risolta in una sanguinosa disfatta. Il fallimento costituì comunque uno sprone per i patrioti e un prezioso insegnamento per Giuseppe Garibaldi, il quale tre anni più tardi sbarcava a Marsala con i Mille, in un operazione per molti versi simile ma meglio progettata anche sul posto, con l appoggio delle forze mazziniane e degli autonomisti siciliani. La voce di una contadina La narrazione è caratterizzata da una scelta in linea con i dettami del Romanticismo. La vicenda è infatti raccontata da una popolana: un ingenua spigolatrice, ignara di storia e di politica, che fatica a comprendere ciò che accade dinanzi ai suoi occhi. Mercantini si preoccupa di scagionare i rivoltosi dalle accuse (a noi non fecer guerra, v. 10; non portaron via nemmeno un pane, v. 18) che nella realtà avevano acceso gli animi dei contadini, assai meno pacifici di quanto la poesia lasci intendere. Il tono favoloso L idealizzazione della plebe, a uso dei lettori borghesi tra i quali la poesia circolò, mira a creare intorno all evento un alone di leggenda epica. A questo scopo rispondono le semplificazioni (per cui per esempio il piroscafo diventa una barca, v. 4), le inverosimiglianze (Ponza pare a due passi da Sapri, quando dista centinaia di chilometri), la compressione temporale (tutto sembra svolgersi nell arco di una giornata, mentre Pisacane morì il 2 luglio, il quinto giorno dallo sbarco), e l uso ripetuto del numero trecento, che allude ai trecento Spartani morti nella battaglia delle Termopili (480 a.C.) contro le truppe persiane, un episodio spesso richiamato nella poesia risorgimentale. La spigolatrice non aderisce certo all ideologia di Pisacane, che somiglia a un principe fiabesco, venuto dal mare, con gli occhi azzurri e coi capelli d oro (v. 23). Abbagliata, se ne innamora a prima vista. Mercantini fonda qui un modello iconografico fortemente idealizzante, che in seguito verrà sfruttato a fondo per esaltare la figura di Garibaldi, condottiero avventuroso pronto a morire per la patria. 242 / IL PRIMO OTTOCENTO

Il magnifico viaggio - volume 4
Il magnifico viaggio - volume 4
Il primo Ottocento