Il magnifico viaggio - volume 4

Un appello accorato Qui, dopo le prime tre strofe in cui descrive gli effetti del vento occidentale sulla natura (rispettivamente sulla terra, nel cielo e nel mare) e gli ripete il proprio invito ad ascoltarlo (ascolta, vv. 15, 30, 45), nella quarta e nella quinta il poeta concentra l attenzione su sé stesso e sui propri stati d animo. Vorrebbe essere una foglia portata dal vento, in modo da soddisfare la propria indomabile ansia di libertà e di superamento dei limiti. Afferma di avere un disperato bisogno dell aiuto del vento, al quale domanda di essere sollevato dalla condizione terrena e dal dolore che essa porta con sé (Cado / sopra le spine della vita e sanguino!, vv. 57-58). Si propone a lui come sua cetra (v. 61), vale a dire come voce poetica capace di cantarlo: così, in realtà, canterà sé stesso e la propria intima condizione. 5. Che cosa vorrebbe essere il poeta? 6. Perché il poeta ricorda la propria infanzia? Il poeta come portavoce del divino Compare infine l idea, anch essa tutta romantica, che la natura parli attraverso la voce del poeta, di cui egli diventa uno strumento docile e passivo, quasi divinamente ispirato, tanto che si giunge, al termine del componimento, a una sua identificazione panica con la natura stessa o quanto meno con un elemento di essa (il vento, appunto): Spirito impetuoso, che tu sia me stesso! (v. 67). In tal modo il poeta potrà svegliare, con l incanto dei suoi versi, la terra che dorme (v. 73), cioè l umanità assopita in un colpevole torpore intellettuale e morale, che l autore non può fare a meno di condannare: anche in questo aspetto si può cogliere il senso di missione profetica che i Romantici attribuivano a sé stessi e al proprio lavoro (attraverso il mio labbro, / tu sia la tromba d una profezia!, vv. 73-74). 7. Individua i termini che rimandano all area semantica del canto e della poesia. 8. Che cosa viene chiesto al vento/spirito poetico? 9. Ti sembra che la conclusione della lirica apra prospettive di speranza? perché? Uno stile fortemente immaginifico Le scelte stilistiche La poesia per Shelley non è discorso razionale, ma abbandono alla suggestione e alla libera associazione delle immagini. Anche questo testo è ricco di similitudini e metafore, che si generano l una dall altra. Limitandoci alla prima strofa, vediamo che le foglie secche trascinate dal vento sono paragonate prima a spettri in fuga (v. 3), poi a una folla di persone uccise da un epidemia (moltitudini / che il contagio ha colpito, vv. 5-6). Il vento primaverile è personificato in una sorta di genio alato che suona una campana per annunciare l approssimarsi della buona stagione (finché la tua azzurra sorella Primavera / non farà udire la squilla sulla terra in sogno, vv. 10-11; ma nell originale, in realtà, zefiro soffia nella sua tromba, immagine effettivamente più adatta al vento: shall blow / Her clarion) e trasporta nell aria i germogli leggeri come greggi al pascolo (v. 14). Questa sfrenata abbondanza di immagini, che nasce da un immaginazione quasi sovreccitata, contribuisce a rendere l intensità del sentimento che lega il poeta alla natura e il turbamento innescato dalle ansie che lo agitano. 10. Individua e spiega i riferimenti mitologici. 11. | SCRIVERE PER RACCONTARE | Sappiamo che l ode fu scritta in un bosco sulle rive dell Arno, nei pressi di Firenze, il 25 ottobre 1819, una giornata di vento tempestoso. Completando con la tua immaginazione le informazioni ricavabili dal testo, descrivi in prosa il paesaggio che Shelley ebbe di fronte quel giorno in un testo di circa 30 righe. Puoi usare a tua scelta la prima oppure la terza persona e arricchire la descrizione con le risonanze interiori suscitate nel soggetto dal paesaggio. Giorgione, La tempesta, 1507-1508. Venezia, Gallerie dell Accademia.

Il magnifico viaggio - volume 4
Il magnifico viaggio - volume 4
Il primo Ottocento