Il magnifico viaggio - volume 4

260 265 270 275 280 285 da lor mariti l imminente fato; ivi Cassandra, allor che il Nume in petto le fea parlar di Troia il dì mortale, venne; e all ombre cantò carme amoroso, e guidava i nepoti, e l amoroso apprendeva lamento a giovinetti. E dicea sospirando: «Oh se mai d Argo, ove al Tidìde e di L erte al figlio pascerete i cavalli, a voi permetta ritorno il cielo, invan la patria vostra cercherete! Le mura, opra di Febo, sotto le lor reliquie fumeranno. Ma i Penati di Troia avranno stanza in queste tombe; ché de Numi è dono servar nelle miserie altero nome. E voi, palme e cipressi che le nuore piantan di Priamo, e crescerete ahi presto di vedovili lagrime innaffiati, proteggete i miei padri: e chi la scure asterrà pio dalle devote frondi men si dorrà di consanguinei lutti, e santamente toccherà l altare. Proteggete i miei padri. Un dì vedrete mendico un cieco errar sotto le vostre antichissime ombre, e brancolando penetrar negli avelli, e abbracciar l urne, e interrogarle. Gemeranno gli antri secreti, e tutta narrerà la tomba Ilio raso due volte e due risorto splendidamente su le mute vie per far più bello l ultimo trofeo ai fatati Pelìdi. Il sacro vate, placando quelle afflitte alme col canto, 258 Cassandra: figlia di Priamo, la profe- tessa troiana Cassandra aveva ottenuto da Apollo (il Nume) capacità profetiche, ma, avendo rifiutato l amore del dio, fu condannata a non essere mai creduta. 261 i nepoti: sono i figli dei cinquanta fratelli di Cassandra, cioè dei cinquanta figli maschi di Priamo, tutti sposati (i cinquanta / talami dei vv. 239-240). 263 Argo: la città del capo dei guerrieri greci Agamennone; indica qui genericamente la Grecia (sineddoche). Cassandra profetizza ai nipoti un futuro di schiavitù nella terra dei vincitori, dopo la distruzione di Troia (vv. 267-268: Le mura fumeranno). 264 al Tidìde: a Diomede, indicato con il patronimico che significa figlio di Tideo . di L erte al figlio: a Ulisse. 267 Le mura di Febo: secondo il mito, le mura di Troia erano state costruite da 130 / IL PRIMO OTTOCENTO (deprecando) dai loro mariti il destino di morte (fato) che incombeva (imminente) su di loro; lì andò Cassandra, quando il dio (il Nume) le ispirò la predizione (in petto le fea parlar) del giorno della fine (il dì mortale) di Troia; e cantò ai defunti un inno pieno d amore (amoroso), e vi guidava i nipoti, e insegnava (apprendeva) ai giovinetti quell amoroso lamento. 263-271 E diceva sospirando: «Oh se mai il destino vi permetterà di ritornare dalla Grecia (d Argo), dove pascolerete i cavalli di Diomede (Tidìde) e di Ulisse (figlio di L erte), cercherete invano la vostra patria! Le mura, costruite da Apollo (Febo), giaceranno incenerite (fumeranno) sotto le proprie macerie (reliquie). Ma gli dèi della patria troiana (i Penati di Troia) avranno dimora (stanza) in queste tombe; perché è una prerogativa degli dei (de Numi è dono) conservare (servar) una fama gloriosa (altero nome) anche nelle sventure. 272-288 E voi, palme e cipressi che le nuore di Priamo ora piantano, e che fra poco ahimè (ahi presto) crescerete bagnati, da lacrime di vedove, proteggete i miei antenati (padri): e colui che, pietosamente, si asterrà dal colpire con la scure (la scure asterrà) le fronde sacre (devote), dovrà dolersi di meno per la perdita di persone care (di consanguinei lutti), e con mano pura (santamente) potrà permettersi di toccare gli altari degli dèi. Proteggete i miei antenati! Un giorno vedrete un mendicante cieco vagare sotto le vostre ombre antichissime, ed entrare a tentoni (brancolando) nelle tombe sotterranee (avelli), e abbracciare le urne cinerarie, e interrogarle. Le profonde cavità (gli antri secreti) dei sepolcri gemeranno, e le tombe tutte insieme narreranno di Troia (Ilio) rasa al suolo due volte e due volte risorta splendidamente sulle vie silenziose (mute), per rendere più bella la vittoria finale (l ultimo trofeo) ai figli di Peleo, chiamati dal destino (fatati) a distruggerla. 288-295 Il sacro poeta (vate), consolando con il suo canto quelle anime (alme) afflitte, rende- Apollo (Febo). 269 Penati: gli spiriti degli eroi troiani, assurti dopo la morte a divinità protettrici delle città. 272 palme e cipressi: le due piante sono state scelte da Foscolo per il loro preciso significato, essendo le palme simbolo di valore e i cipressi simbolo di morte. 274 vedovili lagrime: le lacrime delle donne troiane, vedove dei loro mariti, morti combattendo contro i Greci. 275-278 e chi la scure l altare: Cassandra ammonisce i vincitori greci a non profanare un luogo destinato al ricordo dell eroismo dei guerrieri troiani caduti in guerra. Il predicativo del soggetto pio (v. 276) rimanda al latino pius, devoto , rispettoso degli dèi . 280 mendico un cieco: Foscolo allude a Omero, che la tradizione rappresentava cieco e mendicante. 281 antichissime ombre: sono quelle degli alberi collocati presso le tombe dei guerrieri troiani (le palme e i cipressi del v. 272). 284 tutta la tomba: singolare collettivo. 285 Ilio risorto: secondo la leggenda, Troia sarebbe stata distrutta da Ercole e dalle Amazzoni, prima di essere annientata definitivamente dai Greci. In realtà gli scavi archeologici hanno dimostrato che le distruzioni e le ricostruzioni della città furono più numerose. 286 su le mute vie: sul terreno rimasto deserto dopo la distruzione della città. 287 trofeo: metonimia per vittoria . 288 fatati Pelìdi: per estensione i Greci (Pelìdi dal patronimico di Achille e di suo figlio Pirro, protagonista della rovina di Troia), fatati perché destinati dal fato a distruggere la città.

Il magnifico viaggio - volume 4
Il magnifico viaggio - volume 4
Il primo Ottocento