Il magnifico viaggio - volume 4

180 185 190 195 200 désti a quel dolce di Calliope labbro che Amore in Grecia nudo e nudo in Roma d un velo candidissimo adornando, rendea nel grembo a Venere Celeste; ma più beata che in un tempio accolte serbi l itale glorie, uniche forse da che le mal vietate Alpi e l alterna onnipotenza delle umane sorti armi e sostanze t invadeano ed are e patria e, tranne la memoria, tutto. Che ove speme di gloria agli animosi intelletti rifulga ed all Italia, quindi trarrem gli auspici. E a questi marmi venne spesso Vittorio ad ispirarsi. Irato a patrii Numi, errava muto ove Arno è più deserto, i campi e il cielo des oso mirando; e poi che nullo vivente aspetto gli molcea la cura, qui posava l austero; e avea sul volto il pallor della morte e la speranza. Con questi grandi abita eterno: e l ossa fremono amor di patria. Ah sì! da quella relig osa pace un Nume parla: e nutria contro a Persi in Maratona ove Atene sacrò tombe a suoi prodi, la virtù greca e l ira. Il navigante che veleggiò quel mar sotto l Eubea, vedea per l ampia oscurità scintille balenar d elmi e di cozzanti brandi, 176-179 a quel dolce a Venere Celeste: il poeta è detto labbro di Calliope con una metonimia che ne fa la bocca della Musa , suggerendo inoltre che il suo canto è dolce come la voce della Musa stessa. Calliope, nella mitologia greca, era ispiratrice e protettrice della poesia epica, ma in questo caso rappresenta la poesia in generale. Per Foscolo Petrarca ha consegnato, avendolo spiritualizzato e reso puro, l Amore, che nell arte classica presentava una forte componente sensuale, al grembo della Venere celeste. Foscolo stesso spiega: «Gli antichi distinguevano due Veneri: l una terrestre e sensuale, l altra celeste e spirituale . Alcuni critici hanno colto nel v. 179 un riferimento alla Canzone alla Vergine, che chiude il Canzoniere. 180 in un tempio: nella chiesa fiorentina di Santa Croce; un ha qui il valore intensivo del latino unus ( uno solo ). 184 t invadeano: il pronome si riferisce in senso grammaticale a Firenze, ma quanto al senso all Italia intera. 124 / IL PRIMO OTTOCENTO a quel poeta dolce come le labbra della Musa Calliope, il quale dopo aver spiritualizzato, coprendolo con un velo candidissimo, Amore, che in Grecia e a Roma era stato cantato in modo sensuale (nudo), lo restituì (rendea) al grembo della Venere celeste; ma sei ancor più fortunata, o Firenze, perché conservi le glorie italiane raccolte in una sola chiesa (in un tempio), forse le sole glorie rimaste da quando le Alpi mal difese (mal vietate) e il corso alterno dei destini umani ti privavano (t invadeano) di armi, ricchezze (sostanze), altari (are), territorio (patria), e di tutto fuorché della memoria. 186-195 Cosicché se un giorno (Che ove) una speranza di gloria splenderà per gli animi coraggiosi (animosi intelletti) e per l Italia, proprio da queste tombe (quindi) trarremo incitamento all azione (auspici). E a queste tombe (marmi) venne spesso Vittorio a cercare l ispirazione. Adirato con i numi tutelari della patria, camminava in silenzio dove il fiume Arno è più solitario, contemplando ansiosamente (des oso) i campi e il cielo; e poiché nessun essere vivente riusciva a placare (gli molcea) il suo tormento (cura), quell uomo austero trovava riposo qui; e aveva sul volto il pallore della morte vicina e la speranza. 196-212 Insieme a questi grandi, egli dimora per l eternità, e i suoi resti (l ossa) esprimono ancora, fremendo, l amore per la patria. Ah, sì! da quella sacra pace si sente provenire una voce divina (un Nume): la stessa che animò (nutria) il valore (la virtù) e la forza guerriera (l ira) dei Greci contro i Persiani a Maratona, dove Atene consacrò monumenti funebri ai suoi coraggiosi eroi (a suoi prodi) caduti combattendo. Il navigante che si sia trovato ad attraversare quel mare, costeggiando l isola di Eubea, vedeva attraverso l ampia oscurità uno scintillio (scintille balenar) di elmi e di spa- 185 tranne la memoria: eccettuato il ri- cordo del passato di grandezza. 189 Vittorio: Vittorio Alfieri. L uso del nome proprio per riferirsi al poeta piemontese sta a indicare il sentimento di affinità quasi fraterna che Foscolo sente nei suoi confronti. 195 il pallor della morte: Alfieri visse a Firenze i suoi ultimi anni, dal 1792 al 1803 (quando morì). 196 abita eterno: Alfieri fu sepolto in Santa Croce, dove la sua amante, la contessa d Albany, gli fece erigere un monumento, commissionandolo ad Antonio Canova; eterno è aggettivo con valore avverbiale. 196-197 l ossa patria: nella frase il verbo fremere è costruito transitivamente (alla latina). L immagine patriottica di Alfieri tratteggiata in questi versi resterà valida per tutto il Risorgimento. 198 un Nume: in questo caso l amore per la patria. 199 Maratona: qui, nel 490 a.C., i Greci fermarono l invasione dell esercito persiano di re Dario. Sul luogo della battaglia essi eressero in seguito un tumulo in memoria dei caduti. Per Foscolo quella battaglia assurge a simbolo della lotta eroica della patria contro l oppressione straniera. 201-202 Il navigante sotto l Eubea: il navigante che solcava il mare presso l isola di Eubea (oggi Negroponte), di fronte a Maratona. Foscolo scrive in proposito: «L isola d Eubea siede rimpetto alla spiaggia dove sbarcò Dario . 203 vedea: il verbo introduce la visione fantasmatica di due eserciti in lotta, quello greco vittorioso e quello persiano sconfitto. stato Foscolo stesso a rivelare che l idea di tale visione notturna della battaglia di Maratona gli fu suggerita dal geografo greco Pausania (II sec. d.C.), il quale nella sua opera Periegesi della Grecia riporta una leggenda secondo la quale «nel campo di Maratona è la sepoltura degli ateniesi morti in battaglia: e tutte le notti vi s intende un nitrir di cavalli e veggonsi fantasmi di combattenti .

Il magnifico viaggio - volume 4
Il magnifico viaggio - volume 4
Il primo Ottocento