Il magnifico viaggio - volume 4

120 125 130 135 140 145 150 Rapìan gli amici una favilla al Sole a illuminar la sotterranea notte, perché gli occhi dell uom cercan morendo il Sole; e tutti l ultimo sospiro mandano i petti alla fuggente luce. Le fontane versando acque lustrali amaranti educavano e v ole su la funebre zolla; e chi sedea a libar latte o a raccontar sue pene ai cari estinti, una fragranza intorno sentìa qual d aura de beati Elisi. Pietosa insania che fa cari gli orti de suburbani avelli alle britanne vergini, dove le conduce amore della perduta madre, ove clementi pregaro i Geni del ritorno al prode che tronca fe la tr onfata nave del maggior pino, e si scavò la bara. Ma ove dorme il furor d inclite gesta e sien ministri al vivere civile l opulenza e il tremore, inutil pompa e inaugurate immagini dell Orco sorgon cippi e marmorei monumenti. Già il dotto e il ricco ed il patrizio vulgo, decoro e mente al bello italo regno, nelle adulate reggie ha sepoltura già vivo, e i stemmi unica laude. A noi morte apparecchi riposato albergo, ove una volta la fortuna cessi dalle vendette, e l amistà raccolga non di tesori eredità, ma caldi sensi e di liberal carme l esempio. 119-120 Rapìan notte: gli amici del de- funto accendevano una lampada per illuminare l oscurità del sepolcro. 125 amaranti: il nome greco del fiore significa letteralmente che non appassisce mai ; infatti esso simboleggia l immortalità. 129 Elisi: i Campi Elisi erano il luogo in cui, secondo gli antichi, dimoravano le anime dei defunti amati dagli dèi. 134-136 al prode che bara: il riferimento è all ammiraglio inglese Horatio Nelson (1758-1805), che catturò (il verbo trionfare è usato transitivamente, alla latina) la nave francese Orient, sconfitta nella baia Gli amici rubavano (Rapìan) una scintilla (favilla) al Sole per illuminare il buio della tomba (la sotterranea notte), perché gli occhi dell uomo che muore cercano la luce; e tutti i petti rivolgono l ultimo respiro alla luce che fugge. 124-136 Le fontane, versando le loro acque purificatrici (lustrali), nutrivano (educavano) amaranti e viole sul tumulo (funebre zolla); e chi sedeva là, versando (libar) offerte votive di latte e raccontando agli estinti le proprie sofferenze, poteva sentire intorno a sé un profumo simile a quello dell aria dei Campi Elisi. una affettuosa illusione (Pietosa insania), che rende cari alle giovani donne inglesi (britanne vergini) i giardini (orti) dei cimiteri periferici (suburbani avelli), dove le conduce l amore per la madre morta, e dove esse hanno pregato le divinità protettrici della patria, perché clementi consentissero il ritorno di quell eroe (prode) che troncò l albero maestro (maggior pino) della nave sconfitta (tr onfata), e con quel legno preparò la propria bara. 137-150 Ma dove l ardore di imprese gloriose (inclite) è ormai spento e dove la ricchezza (opulenza) e la paura (tremore) sono alla base della convivenza civile, i cippi funebri e i monumenti marmorei sorgono come inutile ostentazione (pompa) e macabre (inaugurate) rappresentazioni dell oltretomba (dell Orco). Il ceto intellettuale (dotto), quello borghese (ricco) e quello aristocratico (patrizio), onore e intelligenza del bel regno italico, hanno già da vivi la loro sepoltura nelle regge che risuonano di adulazioni (adulate) e hanno come unico motivo per essere lodati (unica laude) i propri stemmi nobiliari. A me (noi), invece, la morte prepari (apparecchi) una dimora tranquilla (riposato albergo), dove finalmente (una volta) la sorte smetta di perseguitarmi (cessi dalle vendette), e gli amici (l amistà) possano raccogliere non un eredità di tesori, ma nobili sentimenti (caldi sensi) e il modello di una poesia libera e ispiratrice di libertà (liberal carme). di Abukir (in Egitto), dove nel 1798 affondò la flotta napoleonica; con il legno dell albero maestro di tale nave si fece costruire la bara. All esaltazione di Nelson non è estraneo l atteggiamento antinapoleonico del poeta. 140 Orco: uno dei nomi con cui si indicava l Oltretomba nell antichità. 142 il dotto vulgo: gli intellettuali, i ricchi e i patrizi. Essi costituivano i tre collegi elettorali del Regno d Italia: i dotti (200 letterati ed ecclesiastici a Bologna), i ricchi (200 commercianti a Brescia) e i patrizi (300 possidenti a Milano). Foscolo li definisce collettivamente come vulgo, termine spregiativo per volgo , popolo . 143 decoro e mente: è detto in senso ironico. 145 i stemmi unica laude: gli stemmi nobiliari sono l unico vanto e l unica gloria per il patriziato, la cui condotta di vita è vacua e corrotta; i davanti alla s impura di stemmi è oggi considerato un errore, ma lo era meno all epoca di Foscolo, quando l uso grammaticale era meno definito. 148 l amistà: gli amici, letteralmente l amicizia (metonimia). L AUTORE / UGO FOSCOLO / 119

Il magnifico viaggio - volume 4
Il magnifico viaggio - volume 4
Il primo Ottocento