4 - Il disincanto ironico

4 Il disincanto ironico

L’ultima fase della produzione foscoliana presenta toni molto diversi da quella giovanile. L’autore così costantemente votato all’inquietudine e all’invettiva polemica – come lo si può conoscere nel romanzo giovanile Ultime lettere di Jacopo Ortis e nei sonetti – si abbandona, dopo le delusioni politiche e un graduale processo di maturazione ideologica, al disincanto, rinunciando alla difesa intransigente e appassionata dei suoi ideali e cercando di osservare ironicamente la realtà da una certa distanza.

Questo aspetto del Foscolo maturo, parallelo a quello che gli detta la scrittura del poema Le Grazie, si traduce nella ricerca dell’autocontrollo, nell’abbandono di ogni risentimento ostentato, nel rifiuto del radicalismo ideologico: se componendo il poema neoclassico egli cerca nell’astrazione estetica un’oasi di raccoglimento spirituale e insieme di proiezione verso un futuro utopico, nella Notizia intorno a Didimo Chierico, pubblicata in appendice alla traduzione del Viaggio sentimentale di Laurence Sterne nel 1813, sperimenta una prospettiva esistenziale che attutisce, smorza, decanta le inquietudini neutralizzandone gli effetti distruttivi.

In queste pagine Foscolo approfondisce in effetti un approccio scettico ai problemi del mondo, molto diverso dal modello goethiano che aveva ispirato le Ultime lettere di Jacopo Ortis: al posto dell’accorata partecipazione ai dolori dell’esistenza, subentrano un finissimo umorismo, un’ironia sottile, talvolta addirittura il sarcasmo, a testimoniare un nuovo atteggiamento di distacco dalle miserie umane.

Didimo Chierico, il finto autore della traduzione sotto la cui maschera si cela Foscolo, è infatti molto più che un semplice nome, è un personaggio dall’identità autonoma, benché sfuggente a ogni definizione precisa. Anticonformista, privo di fiducia nel futuro, incline più a tacere che a battersi in controversie ideologiche che reputa inutili, egli ha ormai adottato per sé il criterio della relatività, con il quale demistifica ogni valore e ogni fede precostituita. Il furibondo pathos di Jacopo Ortis è insomma archiviato, rimpiazzato da una saggezza amara e lieve, lontana dal fuoco delle passioni, ormai spento in un «calore di fiamma lontana».

Il magnifico viaggio - volume 4
Il magnifico viaggio - volume 4
Il primo Ottocento