Riconosciuta poi che fosse la necessità d’un tal mezzo, la scelta d’un idioma
35 che possa servire al caso nostro, non potrebbe esser dubbia; anzi è fatta. Perché
è appunto un fatto notabilissimo questo: che, non c’essendo stata nell’Italia moderna
una capitale che abbia potuto forzare in certo modo le diverse province a
adottare il suo idioma, pure il toscano, per la virtù d’alcuni scritti famosi al loro
primo apparire, per la felice esposizione di concetti più comuni, che regna in
40 molti altri, e resa facile da alcune qualità dell’idioma medesimo, che non importa
di specificar qui, abbia potuto essere accettato e proclamato per lingua comune
dell’Italia,11 dare generalmente il suo nome (così avesse potuto dar la cosa) agli
scritti di tutte le parti d’Italia, alle prediche, ai discorsi pubblici, e anche privati,
che non fossero espressi in nessun altro de’ diversi idiomi d’Italia. E la ragione
45 per cui questa denominazione sia stata accettata così facilmente, è che esprime
un fatto chiaro, uno di quelli la di cui virtù è nota a chi si sia. Ognuno infatti, che
non sia preoccupato da opinioni arbitrarie e sistematiche,12 intende subito che
per poter sostituire un linguaggio novo a quello d’un paese, bisogna prendere il
linguaggio d’un altro paese.
50 S’aggiunga un altro fatto importante anch’esso, cioè che, o tutti o quasi tutti
quelli che negano al toscano la ragione di essere la lingua comune d’Italia, gli
concedono pure qualcosa di speciale, una certa qual preferenza, un certo qual
privilegio sopra gli altri idiomi d’Italia […].
È da osservarsi, del rimanente, che la denominazione di lingua toscana non
55 corrisponde esattamente alla cosa che si vuole e si deve volere, cioè a una lingua
una; mentre il parlare toscano è composto d’idiomi pochissimo dissimili bensì13
tra di loro, ma dissimili, e quindi non formanti una unità. Ma l’improprietà del
vocabolo non potrà cagionare equivoci, quando si sia, in fatto, d’accordo nel concetto;
in quella maniera che le denominazioni di latino, di francese, di castigliano,
60 quantunque derivate, non da delle città, ma dai territori, non hanno impedito che
per latino s’intendesse il linguaggio di Roma, come, per francese e per castigliano,
s’intendono quelli di Parigi e di Madrid.
Uno poi de’ mezzi più efficaci e d’un
effetto più generale, particolarmente nelle
65 nostre circostanze, per propagare una lingua,
è, come tutti sanno, un vocabolario.
E, secondo i princìpi e i fatti qui esposti, il
vocabolario a proposito14 per l’Italia non
potrebbe esser altro che quello del linguaggio
70 fiorentino vivente.