IL CARATTERE - Un temperamento sanguigno e determinato

IL CANNOCCHIALE Il cannocchiale galileiano è composto da due lenti, una pianoconcava e una piano-convessa. I migliori esemplari che lo scienziato riuscì a costruire garantivano un ingrandimento lineare di circa 30 volte (così la superficie della Luna gli appariva 900 volte più grande). Oltre a perfezionare continuamente la qualità delle lenti, Galileo arricchì il cannocchiale di accessori importanti, come il diaframma (per eliminare la luce abbagliante che circondava i pianeti), il micrometro (per misurare le distanze tra i corpi celesti) e l eliostato (per osservare il disco solare proiettandolo su uno schermo in modo da evitare danni alla vista). Le prolungate osservazioni nelle quali Galileo si impegnò contribuirono a deteriorare progressivamente la sua vista, tanto che divenne completamente cieco negli ultimi anni della sua vita. Galileo mostra l utilizzo del cannocchiale al doge di Venezia. la tradizionale visione del mondo aristotelico-tolemaica. Il primo testo cui Galileo affida questa coraggiosa battaglia scientifica e culturale è il Discorso intorno alle cose che stanno in su l acqua o che in quella si muovono, del 1612, nel quale vengono confutate alcune teorie aristoteliche relative al galleggiamento dei corpi. Avversato da gesuiti e domenicani, oggetto di un at- il carattere UN TEMPERAMENTO SANGUIGNO E DETERMINATO Secondo il Racconto istorico della vita di Galileo, scritto nel 1654 da Vincenzo Viviani (1622-1703), che fu alunno e primo curatore dell opera dello scienziato, questi era «di gioviale e giocondo aspetto , robusto, generoso e di temperamento sanguigno; amante dei piaceri della vita, intenditore e collezionista di buoni vini, si adirava con facilità e ben difficilmente era incline a scendere a compromessi. Il piacere della competizione Questo ritratto coincide, in effetti, con l immagine che emerge dalle sue opere e dalla infinita galleria delle sue diatribe, in cui affiora sempre una grande vis polemica, venata spesso dall ironia corrosiva nei confronti dei malcapitati antagonisti. Certamente a Galileo non mancava l autostima, che lo portava a coltivare il piacere della competizione o, meglio, della contrapposizione. Si era o con lui o contro di lui: da una parte i pochi discepoli fedeli, dall altra i molti nemici giura- 74 / IL SEICENTO teggiamento prima sospettoso, poi apertamente ostile da parte delle gerarchie ecclesiastiche, Galileo difende, pubblicamente e con lettere private, la posizione copernicana dagli attacchi dei custodi dell ortodossia. Denunciato nel 1615 al Santo Uffizio, è costretto a presentarsi l anno successivo davanti all Inquisizione, presieduta da papa Paolo V, che condanna ufficialmente ti, sui quali lo scienziato in molte circostanze della sua vita maestro di tolleranza intellettuale si accaniva con una spietatezza quasi crudele. L umorismo rivelatore Galileo sapeva, del resto, di essere dotato dell arma dell arguzia. sufficiente pensare a una delle sue prime provocazioni, che saranno destinate ad alimentare contro di lui malumori e inimicizie: il poemetto satirico Contro il portar la toga, che Galileo scrive nel corso della sua esperienza di insegnante all Università di Pisa, è tutto teso a mettere in ridicolo i magniloquenti professori universitari, i quali nascondono la propria pochezza sotto la toga. Pur trattandosi di un testo giovanile e burlesco, costituisce un eloquente testimonianza della personalità del suo autore, desideroso di smascherare le convenzioni e le false apparenze.

Il magnifico viaggio - volume 3
Il magnifico viaggio - volume 3
Il Seicento e il Settecento