Giuseppe Artale

Giuseppe Artale LA VITA Nato nel 1628 a Mazzarino, vicino a Caltanissetta, da una famiglia nobile, Giuseppe Artale si appassiona fin da giovanissimo alla visione eroico-cavalleresca della vita e alle grandi imprese, stimolato dalla letteratura (in particolare dai passi guerreschi dell Orlando Furioso di Ariosto) e dai costumi rissosi della società del tempo. Spadaccino ineguagliabile, incline per natura a non distinguere tra arte e vita («Sparsi sangue ed inchiostro , scriverà), Artale insegue la fama che viene dal bel gesto e la prova strabiliante che accende l entusiasmo del popolo. A soli quindici anni sostiene il primo duello, uccidendo l avversario; in seguito si imbarca per Candia, città dell isola di Creta allora assediata dai turchi, dove si distingue per il suo valore, tanto da essere nominato cavaliere dell Ordine Costantiniano di San Giorgio. Percorre poi l Europa occidentale, guadagnandosi l amicizia e la protezione di principi e sovrani. Ammalatosi di podagra, muore a Napoli nel 1679. LE OPERE Nel mezzo delle sue avventure, Artale non smette mai di scrivere, misurandosi con generi diversi: dalla tragedia al melodramma, al romanzo (Il Cordimarte, 1660). La sua fama è però legata soprattutto alle liriche, composte in gran numero e raccolte in 3 parti nell Enciclopedia poetica, edita postuma nel 1679, pochi mesi dopo la morte dell autore. Sulla sua produzione pesa il giudizio di Benedetto Croce, che etichettò la sua opera, al pari di quella di altri poeti del tempo, come il «secentismo del secentismo : in effetti, il concettismo (di cui il termine secentismo è sinonimo) presente nei testi di Marino viene esasperato con iperboli astruse e attraverso un sistema di metafore stravaganti. La casistica amorosa è finalizzata ormai all esclusiva ricerca dell immagine a effetto, con conseguenze che, se valutate con il metro della sensibilità odierna, rischiano di sfiorare il ridicolo. Bella donna cogli occhiali / T6 / Giuseppe Artale, Enciclopedia poetica / La seduzione degli occhi artificiali / Come l orologio ( T5, p. 59), anche gli occhiali sono un soggetto tipico del repertorio barocco. Indossati da una donna, ne accrescono la luminosità degli occhi, e quindi il tormento dell innamorato. METRO Sonetto con schema di rime ABAB ABAB CDC DCD. 4 Non per temprar l altrui crescente ardore sugli occhi usa costei nevi addensate, ma per ferir da più lontano un core rinforza col cristal le luci amate. 8 Se co riflessi il sol nutre il calore, questa, per far più fervide le occhiate, l oppon due vetri, acciò che l suo folgore vibri in vece di rai vampe adirate. 1 Non ardore: non per addolcire (tem- prar) l amore degli uomini che cresce in continuazione. 2 nevi addensate: i cristalli degli occhiali. 4 le luci: gli occhi. 6 fervide: luminose. 7-8 l oppon due vetri adirate: frappo- ne a esse (alle occhiate) i due vetri delle lenti affinché la luce dei suoi occhi sfavilli (vibri), invece che di raggi, di vampe infuocate (adirate). LA CORRENTE / LA POESIA BAROCCA / 65

Il magnifico viaggio - volume 3
Il magnifico viaggio - volume 3
Il Seicento e il Settecento