Prove sul modello INVALSI

Prove sul modello INVALSI Testi letterari PROVA 1 LA MORTELLA Giambattista Basile, Lo cunto de li cunti (Il pentamerone), adattamento a cura di Benedetto Croce, Laterza, Bari 1924, giornata I, favola II. La novella è tratta dalla raccolta Lo cunto de li cunti (postuma, 1634-1636) - giornata I, favola 2 - di Giambattista Basile (1566-1632). Il testo racconta la storia di una pianta, partorita da una contadina sterile che aveva tanto desiderato generare. In realtà, la pianta è una ragazza; pur sotto l aspetto di un vegetale, finisce per fare innamorare perdutamente un principe e di notte, in forma umana, si intrattiene con lui. La cosa suscita l invidia di sette donne, antiche amanti del giovane, che la fanno a pezzi per liberarsene. Ma la fanciulla «dalla pelle morbida e delicata torna a vivere, germogliando dagli avanzi raccolti nel vaso. Le donne malvagie subiscono alla fine la giusta pena e il principe potrà finalmente vivere con la sua incantevole «fata . Il testo originale è in dialetto napoletano, ma riportiamo qui una riscrittura in italiano moderno realizzata da Benedetto Croce nel 1924. 5 10 15 20 25 Furono già al casale di Miano, un marito e una moglie, che, non avendo germoglio di figliuoli, desideravano con tutta l anima un erede; e la moglie particolarmente sospirava sempre: «Oh Dio, partorissi qualcosa al mondo, e non m importerebbe che fosse una frasca di mortella! . E tanto disse questa canzone e tanto infastidì il Cielo, che, ingrossatale la pancia, le si fece il ventre rotondo, e, a capo di nove mesi, invece di partorire in braccio alla mammana qualche maschietto o femminuccia, mise fuori dai campi elisi del ventre una bella frasca di mortella. Questa, con suo piacere grande, piantò in un vaso da fiori, lavorato con tanti bei mascheroni, e la collocò sul davanzale della finestra, governandola mattina e sera con maggior diligenza che non fa il contadino un quadro di broccoli, dal quale spera di ricavare il fitto dell orto. Ma, passando per quella casa il figlio del re, che andava a caccia, s incapricciò fuori di misura di questa bella frasca, e mandò a chiedere alla padrona di vendergliela, che l avrebbe pagata un occhio. La quale, dopo molti no, e molti contrasti, all ultimo, presa da ingordigia per le offerte, uncinata dalle promesse, sbigottita dalle minacce, vinta dalle preghiere, gli diè il vaso con la mortella, pregandolo di tenerla cara perché l amava più che figlia e la stimava come se fosse uscita dalle sue reni. Il principe, col maggior giubilo del mondo, fatta portare la mortella nel proprio appartamento, la pose a una terrazza e con le proprie mani la zappettava e l innaffiava. Ora accadde che, andato una sera questo principe a letto e spente le candele, quando il silenzio si fu steso tutt intorno e la gente era nel primo sonno, sentì stropiccio di scarpe per la casa e una persona venire a tentone verso il letto. Pensò subito che fosse o qualche mozzo di camera, che voleva alleggerirgli la borsa, o qualche monachetto, che gli voleva togliere di dosso le coperte; pure, com uomo ardito che neanche il brutto inferno gli metteva paura, fece la gatta morta, aspettando l esito del negozio. Ma quando sentì quella persona presso di sé, si accorse che era una fanciulla dalla pelle morbida e delicata, ed egli cominciò ad abbracciarla. Prima dell alba la giovane si alzò e se ne andò, lasciando il principe pieno di dolcezza e di curiosità. Continuò questo traffico per sette giorni e il principe si struggeva e scioglieva dalla voglia di conoscere quale era questo bene che gli pioveva dalle stelle, e quale nave, ricca del- 628 / LA COMPETENZA DI LETTURA

Il magnifico viaggio - volume 3
Il magnifico viaggio - volume 3
Il Seicento e il Settecento